ALFIERI di Sostegno, Cesare
Uomo politico, nato il 13 agosto 1799 a Torino da Carlo Emanuele e da Carlotta Melania de' Lonti Duc. Giovanissimo, per la morte precoce della madre fu posto in un collegio francese: compì poi gli studî a Torino. Nel 1816 era già allievo della Segreteria di stato per gli affari esteri ed applicato presso il padre nell'ambasciata a Parigi, poi presso il conte di Sales, ministro sardo all'Aia. Partecipò ai congressi diplomatici di Aquisgrana (1818), di Lubiana (1820-21) e di Verona (1822), traendo salutari insegnamenti. Nel gennaio del 1824 fu inviato a reggere la legazione di Pietroburgo, nel quale ufficio dimostrò capacità e operosità. Tornato a Torino, fu nel 1827 nominato primo scudiere di Carlo Alberto, ma visse varî anni tra i libri, coltivando specialmente le scienze sociali. Più tardi s'interessò alla cosa pubblica: nel 1836 fu a capo in Torino della "Maternità":, nel 1838 firmò con altri l'istanza a Carlo Alberto per la legale istituzione delle scuole infantili di Torino; l'anno dopo fu membro della commissione per l'ordinamento della statistica; nel 1840 fu chiamato a presiedere l'Associazione agraria, palestra di discussioni, dove si addestravano i migliori ingegni aperti alle novità dei tempi.
Nel 1844, come magistrato della Riforma, ristorò gli studî, creando scuole superiori di metodo per giovare all'istruzione elementare, migliorò l'istruzione superiore, istituendo nuove cattedre e chiamando a coprirle uomini insigni. Nel 1847, in qualità di primo Ministro della pubblica istruzione, sostenne con larghezza di idee il suo rinnovato ufficio; nel 1848 sospinse, cogli altri, Carlo Alberto alla concessione dello Statuto: firmatolo, si dimise. Dopo i disastri della prima guerra dell'indipendenza e dopo l'armistizio di Salasco, accettò, per cartà di patria, la presidenza del nuovo ministero, proponendosi, nel programma del 19 agosto, il riordinamento dell'esercito, il rispetto dell'armistizio, l'accettazione della mediazione della Francia e dell'Inghilterra; ma formidabili furono pel nuovo ministero gli ostacoli interni ed esterni: due mesi dopo, allegando ragioni di salute, l'A. si dimetteva dall'alta carica.
Senatore del regno, godette di somma autorità, partecipando attivamente ai lavori del Senato e tenendo per cinque anni, dal novembre 1855 al dicembre 1860, con grande senno e dignitá, il seggio presidenziale. Nel 1865 volle seguire il suo re nella nuova capitale, ma gli ultimi anni trascorse infermo.
Morì il 16 aprile 1869 a Firenze, lasciando grandissim0 e largo rimpianto per le qualità dell'ingegno e dell'animo e per i grandi servigi resi al paese.
Bibl.: G. Briano, Cesare Alfieri di sostegno, Torino 1860 e in Rivista universale, Genova 1869; D. Berti, Cesare Alfieri, Roma 1877; A. Romizi, Il Ministero della pubblica istruzione, in Rivista storica del Risorgimento italiano, I (1895-1896), pp. 917-929.