ANDREOZZI, Alfonso
Nato a Firenze nel 1821, studiò legge a Pisa, dove si fece notare per il suo atteggiamento ribelle d'ispirazione democratica. Subì, infatti, varie persecuzioni e, nel 1842, fu allontanato per un anno dall'università; ritornato, dopo un breve soggiorno a Parigi, nel 1844, concluse gli studi e si dedicò all'avvocatura e al giornalismo. Negli anni 1848-49, ebbe dapprima l'incarico di consigliere di prefettura a Pisa, ma, in seguito, per avere partecipato a una manifestazione ostile contro G. Prati, venne espulso dalla Toscana e si recò di nuovo a Parigi, rientrando in Italia nel 1850. È di quest'anno la pubblicazione, a Torino, di una sua Vita di Carlo Alberto dedicata al Guerrazzi. A Parigi si era avviato allo studio della lingua e della cultura cinese, sotto la guida di Stanislas Julien, e continuò poi questa sua attività per tutta la vita, alternandola a quelle di avvocato e di giornalista. Nel 1852-53 fece parte della difesa nella causa di lesa maestà contro F. D. Guerrazzi (Difesa fatta dall'avv. A.A. nella causa di lesa maestà contro F. D. Guerrazzi ed altri, Firenze 1853, e Appendice alla difesa..., Firenze 1853).
Dopo avere partecipato nel 1855 a un fallito tentativo di rivoluzione in Toscana, nel 1859 prese una posizione fortemente ostile al Ricasoli; nell'ottobre di quell'anno venne fatto arrestare perché coinvolto in una trama a carattere reazionario e granduchista. Sembra anche che l'A. fosse tra gli ispiratori del giornale Il Contemporaneo, che uscì per la prima volta l'8 maggio 1860, con tendenze reazionarie. Nel 1869 l'A. difese, e fece poi assolvere in appello, Cristiano Lobbia dall'accusa di simulazione di aggressione seguita al suo violento intervento parlamentare a proposito della Regia dei tabacchi. Nel 1876-77 fece parte della difesa nel processo per diffamazione intentato da G. Nicotera alla Gazzetta d'Italia. Ma in tutti questi anni non aveva smesso di occuparsi di sinologia; aveva insegnato per qualche tempo il cinese presso il circolo filologico di Firenze, era divenuto membro della Società asiatica di Parigi e, soprattutto, si era dedicato alla lettura e alla traduzione di opere cinesi.
Testimoniano la sua attività la pubblicazione di alcuni opuscoli di vario argomento, tra cui quelli Sopra il dizionario enciclopedico della lingua cinese di Callery, Torino 1850; Sulla cura preventiva del vajolo, Firenze 1862; e Sulle cavallette, Firenze 1870; la traduzione, pubblicata solo in piccola parte sotto il titolo Il dente di Budda, Firenze 1883 (rist. Milano 1885), del famoso romanzo cinese Shui-hu-chuan, attribuito a Shih Nai-an (epoca mongola), che narra le imprese mezzo storiche e mezzo leggendarie di un gruppo di fuorilegge dell'epoca Sung; infine, la composizione del volume su Le leggi penali degli antichi cinesi, Firenze 1878, che resta la sua pubblicazione più interessante.
L'opera comprende, oltre la traduzione di alcuni brani di fondamentali testi giuridici cinesi, tra i quali il più importante è la sezione Hsing-fa chih della storia degli Han o Han-shu, un lungo Discorso proemiale, che serve a illuminare non solo la conoscenza dell'A. nei riguardi della storia e dei diritto cinesi, ma anche il suo intento nella composizione del lavoro. Egli, infatti, non si proponeva tanto di fare della pura sinologia, quanto di portare un contributo allo studio del diritto comparato; così in queste pagine, scritte negli anni in cui si preparava il nuovo codice italiano, l'A. prendeva posizione contro la pena di morte e contro l'ergastolo, si orientava decisamente verso il concetto di emenda del delinquente, e da questi punti di vista prendeva in esame i principi del diritto cinese.
Nella traduzione, l'A. cercò di mantenersi letteralmente fedele all'originale; tentò anche una sua personale trascrizione fonetica, riconoscendola, tuttavia, non priva di difetti.
Morì a Firenze il 29 maggio 1894. Lasciò un ampio schedario, poi acquistato dall'Istituto orientale di Napoli, e una notevole quantità di manoscritti inediti.
Bibl.: Resoconto del processo per diffamazione promosso da S. E. il ministro dell'interno G. Nicotera contro S. Visconti gerente della Gazzetta d'Italia, Firenze 1877; A. S., Le leggi penali degli antichi cinesi... dell'avv. A. A., in Bollett. ital. degli Studi orientali, n.s., XV (1877-1882), n. 3, p. 48 (recensione); Necrologio in L'Illustrazione italiana, XXI(1894), I sem., p. 355, e in L'Oriente, I(1894), p. 200; G. Rosadi, Di G. Carmignani e degli avvocati letterati del suo tempo, in La Toscana alla fine del Granducato, Firenze 1909, p. 100; F. Martini, Due dell'estrema, Firenze 1920, pp. 21 s.; Gli studi orientali in Italia negli ultimi cinquanta anni (1861-1911), VIII, Asia Orientale, in Riv. degli studi orientali, V(1927), p. 276; G. Sonnino, Un fallito tentativo rivoluzionario in Toscana nel 1855, in Rass. stor. del Risorgimento, XXIII(1936), pp. 1409 s.; M. Puccioni, Giornali toscani del Risorgimento, in Camicia Rossa, XIII(1937), p. 58; E. Michel, Maestri e scolari dell'Università di Pisa nel Risorgimento Nazionale, (1815-1870), Firenze 1949, pp. 137, 147, 151, 157; L. Lanciotti, Il diritto cinese ed i suoi interpreti italiani nel 1800, in Cina, IV(1958), pp. 65-69.