ARINOS, Alfonso
Romanziere e giornalista brasiliano, nato a Paracatú nello stato di Minas Geraes il 1° maggio 1868, morto a Barcellona il 19 febbraio 1916. Lasciò le opere seguenti: Pelo sertão, Historias e paizagens (novelle); Mestre de Campo, Ouro! ouro! (romanzi); O contratador dos diamantes (dramma); Lendas e tradicões, Unidade da patria (conferenze); Notas do dia (cronache). Sebbene formato nello studio assiduo dei classici, fu schiettamente moderno e americano di sentimento e di spirito; cosmopolita per studî e per educazione (trascorse all'estero lunghi anni della sua vita), fu non di meno uno dei rappresentanti più puri delle tradizioni nazionali. Il contatto frequente, anzi, negli ultimi anni quasi continuo, di genti e civiltà varie, contribuì soltanto a moltiplicare le sue esperienze intellettuali e ad affinare la sua cultura, ma lasciò inalterata la sostanza della sua arte. Nel centro della sua opera fu sempre difatti soltanto il Brasile; più ancora, la sua provincia, con i suoi vasti paesaggi incolti e con le rustiche nomadi consuetudini di vita dei suoi uomini. Sobrî, limpidi, classicamente equilibrati, i suoi racconti sui sertanejos (abitanti del sertão, regione stepposa dell'interno del Brasile) sono quasi tutti piccoli capolavori. Burity perdido, breve ma intenso poema in prosa, nel quale egli evoca simbolicamente la grandezza e la tristezza di una vecchia palma isolata da secoli nella solitudine di un'immensa pianura, è, meritatamente, una delle composizioni più popolari della letteratura brasiliana. E anche i due romanzi hanno spesso un'eguale forza: violente passioni ed emozioni vi sono espresse con schietta semplicità di parola. Nel Contratador dos diamantos, il dramma scoppia improvviso tra i dialoghi graziosi e le molli eleganze di un salone dell'alta società settecentesca del Tijuco; e il contrasto conferisce al dramma un risalto ancora più forte.