ASTURARO, Alfonso
Nato il 17 ag. 1854 a Catanzaro, si laureò in filosofia a Pisa con F. Fiorentino. Col maestro mantenne anche in seguito stretti rapporti, collaborando intorno al 1879 al Giornale napoletano di filosofia, lettere e arti, fondato dal Fiorentino e da C. M. Tallarigo nel 1872. Diresse per alcuni anni la scuola tecnica della sua città natale, sino al 1886, quando vinse la cattedra di filosofia morale presso l'università di Genova, dove egli insegnò per il resto della sua vita.
Nel frattempo dalle posizioni neokantiane dei maestro era passato alla filosofia positivista: i Saggi di filosofia morale che gli avevano valso la cattedra di Genova erano ispirati, infatti, a Stuart Mill, Comte, Lombroso, Ferri. Ma il suo passaggio al positivismo è di data più antica se il Gentile lo poteva accusare di e-sere un "piccolo positivista" che crede di nso.kvere tutti i problemi con la verga magica dell'evoluzione, attaccando particolarmente un suo articolo Egoismo e disinteresse ossia Bentham e Kant, apparso nella Rivista di filosofia scientifica nel 1882-1883. Oltre ai corsi di filosofia morale, nel 1888, ebbe anche l'incarico di tenere delle conferenze filosofiche nella scuola di magistero di Genova e, nel 1891-92, essendosi resa vacante la cattedra, tenne un corso di filosofia teoretica presso l'università.
Un nuovo spostamento negli interessi dell'A. si manifesta intorno al 1892, quando egli diventa libero docente di sociologia e a questa scienza, allora tenuta in scarsa considerazione negli ambienti universitari italiani, si dedica quasi esclusivamente. Le sue lezioni dovettero ottenere un particolare successo se il ministero della Pubblica Istruzione istituì per lui l'incarico di sociologia, sia pure come corso complementare, negli anni che vanno dal 1906 al 1908-09. Il corso fu in seguito soppresso assieme.con altri corsi complementari per un mutamento di politica del ministero. I suoi meriti di sociologo ebbero, inoltre, un riconoscimento ufficiale dalla R. Accademia di lettere e scienze di Napoli che, nel 1896, gli conferì un premio per il suo libro: La sociologia, i suoi metodi e le sue scoperte (Genova 1896).
Fin da giovane si era iscritto al partito socialista, ma la sua partecipazione alla vita politica attiva fu molto limitata: per qualche tempo fu consigliere comunale della città di Chiavari, dove egli abitava stabilmente. Il suo contributo al movimento socialista consisté, più che altro, nella sua opera di diffusione della cultura popolare per mezzo di conferenze in circoli giovanili e operai e presso università popolari.
Malgrado il Michels lo annoveri tra gli intellettuali che più hanno onorato e reso noto il socialismo italiano, l'A. si mantenne sempre su posizioni critiche rispetto al marxismo: nella sua opera Il materialismo storico e la sociologia in generale (Genova 1903) avvertiva la necessità di superare il materialismo storico (che egli identificava col determinismo economico), "ultimo, più positivo, ma sempre insufficiente tentativo fatto dal pensiero filosofico per spiegare i fatti sociali...". Al di là del materialismo storico c'è la "sociologia generale umana", che ha come basi la "psicologia generale" e la "sociologia zoologica generale". La sua adesione al socialismo, come quella di tanti intellettuali dell'epoca, che le dottrine di Marx conoscevano poco e male, è, quindi, più una adesione sentimentale che ideologica.
Morì a Chiavari il 15 dicembre 1917.
Opere principali: oltre a quelle ricordate, Saggi di filosofia morale, Napoli 1881; Una vecchia questione. La libertà del volere, ibid. 1881; Gli ideali del positivismo e della filosofia scientifica (discorso inaugurale dell'anno accademico 1891-92 nella università di Genova); La sociologia e le scienze sociali (prelezione al corso di sociologia, Genova 1892-1893); Le idealità sociali, in Nel 70° anniversario di R. Ardigò, Torino 1898; La sociologia morale, Chiavari 1900; Sociologia politica (lezioni tenute nelle università popolari di Genova, Sestri Ponente e Rivarolo), Genova 1911. Numerosi saggi dell'A. furono pubblicati nella Rivista di filosofia scientifica, nella Rivista moderna di cultura e nella Rivista italiana di sociologia.
L'A. scrisse anche prefazioni ai Saggi di sociologia di A. Groppali (Milano 1899), alla Sociologia estetica di A. Baratono (Civitanova 1899), alla Sociologia giuridica di C. Nardi-Greco (Torino 1907).
Bibl.: A. Loria, La sociologia, Padova 1901, p. 141; B. Croce, La letteratura della nuova Italia, IV, Bari 1915, p. 276; A. Ferrari, In memoria di A. A., in Annali dell'Università di Genova, 1918-19, pp. 35-46; R. Michels, Storia critica del movimento socialista in Italia, Firenze 1926, p. 193; G. Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia, II, I positivisti, Firenze 1957, pp. 333-35; G. Alliney, I pensatori della seconda metà del sec. XIX, Milano 1942, V. 145; L. Bulferetti, Le ideologie socialistiche in Italia nell'età del positivismo evoluzionistico, Firenze 1951, pp. 15, 134; A. Labriola, Lettere a Engels, Roma 1949, p. 197.