BONACCIOLI, Alfonso
Nacque a Ferrara nel 1502 da Alessandro e Girolama Bendedei. Niente è noto né dei suoi anni giovanili, né dei suoi studi, umanistici ed eruditi, che compì nella città natale, dove sentì certamente le suggestioni del vivace ambiente culturale erniliano del suo tempo: riuscì così ad acquistare una buona conoscenza della lingua greca e della cultura classica. Entrato al servizio della casa d'Este, occupò l'ufficio di primo scalco sotto il duca Ercole II, il quale si servì di lui per una ambasciata a Carlo V e gli concesse onori e notevoli ricompense. Nel 1559, alla morte del duca, non trovò altrettanto favore presso il successore Alfonso II e quindi accettò l'invito del cardinale Ercole Gonzaga, che lo aveva chiamato a Mantova, non si sa con quali precisi incarichi, ma probabilmente come precettore dei giovani nipoti, dei quali il cardinale era tutore, dopo la morte di suo fratello Ferrante Gonzaga. Pur impegnato in questi uffici, non abbandonò lo studio dei classici greci e latini, alcuni dei quali tradusse in italiano curandone anche la pubblicazione.
Morì a Viadana (Mantova) il 12 giugno del 1581.
Alla tarda maturità e al periodo mantovano spetta nella sua totalità la produzione letteraria del Bonaccioli. Cominciò col dare alle stampe: La prima parte della Geografia di Strabone di greco tradotta da A. B. gentiluomo ferrarese, con due copiosissime tavole, l'una de' nomi antichi e moderni, l'altra di tutti i nomi e cose notabili che in questo libro si contengono (in Venezia, Francesco Sanese, 1562). Questo libro porta la dedica al suo mecenate, il card. Gonzaga. La seconda parte uscì tre anni più tardi, nel 1565, pubblicata a Ferrara per Valente Panizza. Il ritardo fu certo causato dalla morte del cardinale, avvenuta nel 1563: questo avvenimento indusse l'autore a far uscire la continuazione della sua opera a Ferrara, con una dedica ad Alfonso II d'Este "per riconoscimento al discendente di chi gli havea dati diversi honori et cariche d'importantissime ambascierie". Quest'opera di diligente erudizione ottenne molte lodi per l'efficace contributo dato alla conoscenza della geografia antica: Apostolo Zeno riconosceva al B. il merito d'aver tradotto direttamente dal greco.
Abbiamo notizia che il B. nel 1570 stava traducendo i diciassette libri dei De usu partium corporis humani di Galeno, ma quest'opera, se pur condotta a termine, rimase inedita ed è probabilmente perduta. Dopo molti anni di silenzio il B. pubblicò la versione di una opera latina: Le nozze di Mercurioe di Filologia di Martiano Cappella,tradotte dal latino (in Mantova, appresso Francesco Osanna, 1578). Questo volume fu dedicato a "Maria Bonaccioli degli Aliprandi nobildonna mantovana", nipote dello stesso B., la quale, morto lo zio a Viadana nel giugno 1581, lo fece seppellire nella chiesa di S. Nicola e sulla tomba fece incidere un'iscrizione, nella quale il B. è celebrato come "bonarum artiuni graecaeque et latinae linguae peritissimus". L'ultima opera del B. usci postuma col titolo: Descrittione delle Grecia di Pausania. Nella quale si contiene l'origine d'essa, il sito, le città, la religione antica, i costumi e le guerre fatte da que' popoli ecc. tradotta dal greco in volgare da A. B. (in Mantova, per Francesco Osanna, 1593). Un'edizione identica a questa, mutato soltanto l'anno, porta la data del 1594: entrambe hanno la dedica dello stampatore ad Alfonso II d'Este. La versione di Pausania, anche se ottenne le lodi dei contemporanei, dovette risentire della mancanza dell'ultima revisione da parte dell'autore, perché è certo meno fedele ed accurata di quella di Strabone, tanto che l'Hoffmann disse: "Interpres linguae graecae cognitione destitutus fuit quare versionern non laudabili modo conficere potuit".
Fonti e Bibl.: A. Libanori, Ferrara d'Oro, Ferrara 1674, parte 3, p. 27; G. M. Mazzuchelli, Gli Scritt. d'Italia, II, 3, Brescia 1762, pp. 15301531; L. Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi, I, Ferrara 1804, p. 72; G. Baruffaldi, Continuazione delle Memorie istoriche di letterati ferraresi, Ferrara 1511, pp. 228-233. Sulle traduzioni. B. Ricci, Epistolarum Familiarium, Bononiae 1560, p. 112 (l'epist. 24 è inviata al B.); I. A. Buoni, Del terremoto: dialogo, Ferrara 1571, p. 18 n. 126; 1. Paitoni, Biblioteca degli autori antichi volgarizzati, III, Venezia 1767, pp. 101-102 e 199; G. Fontanini, Biblioteca dell'eloquenza italiana con Annot. di A. Zeno, II, Parma 1804, p. 306; S. F. G. Hoffmann, Lex. bibl., III, Lipsiae 1836, pp. 207 e 646.