COSSA, Alfonso
Nacque a Milano, da nobile famiglia, il 3 nov. 1833 da Giuseppe, possidente, e Giustiniana Magnocavallo.
Il padre, fine e colto paleografo, era allora bibliotecario a Brera; il fratello Luigi fu noto economista. Nel 1857 si laureò in medicina presso l'università di Pavia, ove rimase dapprima come assistente di materia medica e di botanica, poi come assistente di chimica generale, più tardi farmacista aggregato. Nel frattempo, infatti, si era sempre più orientato verso la chimica applicata all'agricoltura, attrattovi dai lavori di J. von Liebig, che proprio a quell'epoca chiariva e definiva alcuni importanti legami fra chimica e biologia vegetale.
Il C. intraprese lo studio della chimica sotto la guida del grande maestro A. Kramer, che era allora direttore della Scuola di chimica presso la Società d'incoraggiamento d'arti e mestieri in Milano. Esordi nell'allora incipiente settore della chimica agraria con la traduzione di due libri del Liebig, divenuti in seguito dei classici: Iprincipi fondamentali dell'agricoltura (Milano 1855) e La teoria e la pratica dell'agricoltura (ibid. 1857). Il C. contribuì in tal modo, per primo, a far conoscere in Italia i risultati scientifici e le teorie del grande chimico tedesco. Iniziava così a diffondersi nel pubblico il convincimento che l'arte della coltivazione agraria poteva progredire anche facendo assegnamento su sussidi chimici inorganici, non solamente quindi su quelli tradizionali, organici, come fino allora universalmente si riteneva.
Nel 1861 il C. divenne professore di chimica all'università di Pavia e preside del locale istituto tecnico. Benché assorbito dal duplice ufficio di docente e di direttore, non trascurò il lavoro chimico sperimentale, che inizialmente riguardò i settori della fisiologia vegetale e della chimica agraria.
Nel 1866 Q. Sella, che aveva avuto modo di apprezzarne le doti di ricercatore e di maestro, in qualità di commissario regio a Udine, lo invitò colà con l'incarico di fondare il locale istituto tecnico. Il C. eseguì il mandato con abilità, tatto e prontezza d'azione meritandosi, oltre alla gratitudine e all'ammirazione del Sella, la nomina a preside e docente dell'istituto di Udine, che portò alla fama di esemplare buon andamento e di accreditata produttività scientifica.
A Udine il C. rimase fino al 1872, quando fu incaricato di fondare la Scuola superiere di agricoltura in Portici, di cui fu direttore e professore per un solo anno (1872-73), essendo stato chiamato a Torino per dirigere la stazione agraria (1873-1882) e insegnare chimica agraria nel Museo industriale.
Infine, ritiratosi A. Sobrero (1882), il C. gli succedette nella cattedra di chimica docimastica e poi nella direzione della Scuola d'applicazione degli ingegneri di Torino, che tenne per quindici anni, fino alla morte, avvenuta a Torino il 23 ott. 1902. Fu sepolto nel cimitero monumentale di Milano.
Il C., avviatosi all'insegnamento giovanissimo, vi rimase per oltre quarant'anni. Nel corso di tale lunghissimo periodo, affascinato dalla genialità, dalla fermezza del carattere, nonché dalla grande bontà d'animo del Sella, mineralogista e cristallografo insigne, egli fu certamente influenzato a indirizzarsi verso gli studi di problemi chimico-mineralogici sia nel soggiorno di Udine sia più tardi a Torino nei nuovi incarichi cui fu chiamato, ove ebbe modo di conoscere anche l'illustre geologo B. Gastaldi. Tali studi assorbirono pressoché esclusivamente l'attività del C. scienziato e sperimentatore.
Nella sua evoluzione dalla fisiologia vegetale e dalla chimica agraria, attraverso la pedologia, alla mineralogia e alla petrografia, egli coltivò per un certo periodo (1867-1875) tutte queste discipline, volgendosi poi decisamente alla chimica mineralogica, che l'assorbì in maniera esclusiva fino al 1886. Gli anni successivi (1887-1897) videro un'ulteriore evoluzione verso la chimica inorganica e verso l'indagine puramente scientifica. La ricca produzioite del C. comprende pertanto pubblicazioni di chimica vegetale, agraria e pedologica (apparse in genere su Le Stazioni sperimentali agrarie ed effettuate soprattutto nel primo periodo torinese), di chimica mineralogica e di chimica inorganica; le pubblicazioni di questi ultimi due tipi videro la luce per lo più negli Atti della R. Acc. delle scienze di Torino, Atti della R. Acc. naz. d. Lincei, cl. di sc. mat. fis. e nat. e sulla Gazzetta chimica italiana. Nel primo gruppo sono da ricordare le ricerche sull'assorbimento delle radici (1859), sui semi di ricino (1863), sulle proprietà fisiche e chimiche delle terre coltivabili (1865), sulla composizione delle barbabietole da zucchero in differenti periodi del loro sviluppo (1871), sui semi di sorgo (1872), sulla formazione di asparagina nelle vecce (1872), sulla germinazione del frumento mediante il protossido d'azoto (1874), sulla composizione dei mosto d'uva nei diversi periodi della sua maturazione (1875).
Il secondo gruppo, che è il più numeroso, inizia con la pubblicazione Ricerche di chimica mineralogica (Torino 1869), seguita poi da molte altre, fra cui ricordiamo quelle sull'idrozincite di Aronzo (1871), sulla lerzolite di Locana (1874), sulla sienite del Biellese (1875 e 1877), sulla predazzite periclasifera del monte Somma (1876), sulla diorite quarzifera porfiroide dei Biellese (1876), sulla molibdenite del Biellese (1877), su minerali e rocce dell'isola di Vulcano (1878), sulla diabase peridotifera di Mosso nel Biellese (1878), sul serpentino di Verrayes in Vai d'Aosta (1878), sulla cenere dell'Etna (1879), sull'eufodite dell'isola d'Elba (1880), su alcune rocce del periodo silurico nel territorio d'Iglesias (1881), su alcune rocce della Valtellina (18811), sulla tormalina cromica degli Urali (1882), sull'idocrasia della Valle di Susa (1883), sulla colombite di Craveggia (1887), sulla savite di Montecatini (1888). Alcune pubblicazioni riguardano minerali contenenti elementi delle terre rare: cerio, ittrio, "didimio". Particolare menzione merita la pubblicazione Sulla Hieratite, nuova specie mineralogic.a (in Atti d. R. Acc. d. Lincei, Trans., s. 3, VI [1882], pp. 141 s. e 181 s.; Comptesrendus de l'Académie des sciences, XCIV[1882], pp. 457 s.), un fluosilicato di potassio rinvenuto dal C. nelle fumarole dell'isola di Vulcano. Con tale imponente mole di lavoro costellato di contributi di prim'ordine il C. si collocò certamente fra i più accreditati e benemeriti cultori della chimica mineralogica nel tempo del maggior sviluppo della cristallografia. Ne è prova il fatto che un minerale delle Alpi Occidentali (Borgofranco presso Ivrea, Vai di Susa), da lui studiato per primo, costituente una varietà compatta o squamosa di paragonite, minerale appartenente al gruppo delle miche, serie muscovite, è noto col nome di "cossaite", si distingue dalla muscovite per la presenza del sodio al posto del potassio.
La maggior parte delle ricerche mineralogiche del C. è raccolta in Ricerche chimiche e microscopiche su roccie e minerali d'Italia (Torino 1875-1881), volume al quale è collegata la preziosa raccolta di circa novecento grandi sezioni sottili di roccia conservate nel Museo geomineralogico presso la scuola di ingegneria di Torino nel castello del Valentino.
Le ricerche di chimica inorganica dei primo periodo riguardano il magnesio (1867), lo zolfo (1867 e 1870), il solfuro d'idrogeno (1872), l'alluminio (1870); più importanti quelle, datate dal 1887, sui complessi ammoniacali del platino, che culminarono nella pubblicazione Sulla costituzione delle combinazioni di platosemiammina (in Atti d. R. Acc. delle scienze di Torino, XXXII [1896], pp. 388-394; Gazzetta chimica italiana, XXVII [1897] 2, pp. 11-18; Zeitschrift für anorganische Chemie, XIV[1897], pp. 367-373).La platosemiammina fu preparata per la prima volta dal C. e da lui a lungo studiata, tanto da essere nota come "base di Cossa".
Fra le pubblicazioni didattiche è da ricordare, oltre alle già citate traduzioni di due opere del Liebig e a quella della Chimica industriale di J.R. Wagner (due edizioni, Torino 1873 e 1883-1885), il manuale Prime nozioni fondamentali di elettrochimica (Milano 1901), uno dei primi sull'argomento. Scrisse inoltre saggi biografici, molto apprezzati per la fedeltà storica e scientifica, su L.V. Brugnatelli, G. Codazza, R. Piria, Q. Sella e A. Sala. Da ricordare infine un suo rapporto sulla celebre macchina cernitrice elettromagnetica per l'arricchimento dei Minerali, macchina che era stata ideata e costruita dal Sella.
Nell'attività didattica, come in quella di conferenziere, riuscì in modo eccellente grazie all'estesa erudizione, al senso dell'osservazione e all'arguzia con la quale sapeva esporre fenomeni concreti della chimica mediante numerose felici osservazioni ed utili richiami.
Il C. fu membro di numerose istituzioni culturali italiane e straniere, fra cui l'Accademia dei Lincei (dal 1877)e l'Istituto lombardo di scienze e lettere; fu presidente della R. Accademia delle scienze di Torino, del cui comitato geologico fece parte.
I pubblici poteri fecero continuamente affidamento sulla sua opera e sui suoi consigli per numerosi problemi riguardanti l'istruzione pubblica, l'industria, l'agricoltura e la legislazione, in particolare quella doganale.
Fonti e Bibl.: Nel volume In memoria di A. C. nel primo anniversario della sua morte, ed. dalla famiglia (Torino 1903) sono riportate le celebr. tenute da A. Piccini alla R. Accad. dei Lincei, da L. Gabba alla Società chimica di Milano, da E. D'Ovidio alla R. Accad. d'agricoltura di Torino, da I. Guareschi alla R. Accademia delle scienze di Torino; tali celebrazioni sono pubblicate anche negli Atti delle relative accademie. Un elenco quasi completo delle opere si trova in calce alla biografia di G. Provenzal, in Profili bio-bibliogr. di chimici italiari, Roma s.d. [1938], pp. 221-229. Breve ma densa la biografia di A. Coppadoro in I chimici ital. e le loro associazioni, Milano 1961, pp. 207 ss.; cfr. anche Enc. Ital., XI, sub voce.