ALFONSO IV d'Aragona, III di Catalogna, detto il Benigno
Successe a suo padre Giacomo II nel 1327. Ma già prima, ancora infante, aveva condotto a termine la conquista della Sardegna, col mezzo di una formidabile flotta e con l'appoggio della Santa Sede e dei Guelfi italiani (1323). Tuttavia, il suo dominio nell'isola non incontrò il favore degli abitanti. Cominciarono ben presto quelle rivolte accanite che per un pezzo non dovevano più cessare: famosa quella di Sassari, scoppiata nel 1329 a istigazione dei Genovesi. Il sovrano la represse duramente, uccise, esiliò i ribelli, e si proponeva di popolare l'isola di Catalani e di Aragonesi. La guerra seguitò con Genova, sia per mare, sia nei confini dell'isola, la quale cadde in buona parte in potere dei Genovesi. Frattanto l'attenzione di A. veniva attratta dagli avvenimenti che si svolgevano in Italia, ove l'intervento di Ludovico il Bavaro pareva rialzasse le sorti del partito ghibellino. Ma egli non riuscì a indurre suo zio, il re Federico di Sicilia, a schierarsi dalla parte del Bavaro, divenuto scismatico. Questa politica d'invadenza e di scarsa fortuna nelle cose d'Italia non gli fece abbandonare il proposito d'intraprendere la conquista di Granata. A tal uopo, A. strinse alleanza con il re di Castiglia, ne sposò, in seconde nozze, una sorella e gli mandò in aiuto alcune navi. La guerra interessò anche principi stranieri, tra i quali Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia, e il re di Francia, i quali chiesero di partecipare alla crociata che il conte-re veniva allestendo. Lunghi furono in proposito i negoziati, ma non approdarono a nulla, non certo per colpa di Alfonso. D'altra parte, la tregua accordata al nemico dal re di Castiglia violava i patti da questo stabiliti con il conte-re, e, più ancora che non gli stessi affari di Sardegna, fece perdere un'occasione propizia per liberare la penisola dai Musulmani. Prode guerriero nella sua gioventù, A. ebbe carattere bonario, e troppo piegò alle esigenze della sua seconda moglie. Le molte donazioni fatte al figlio avuto da lei, Ferdinando, contrarie allo statuto giurato a Daroca il quale vietava di alienare i beni della corona, furono causa di gravi perturbazioni nei suoi stati. Nato nel 1299, morì, ancora giovane, a Barcellona, il 24 gennaio 1336.
Bibl.: B. Sánchez Alonso, Fuentes de la historia española e hispanoamericana, 2ª ed., Madrid 1927, nn. 1711-1825 e 2205-2210. V. specialmente J. de Zurita, Anales de la Corona de Aragón, Saragozza 1562-80, VII; J. Miret y Sans, Itinerario del Rey Alfonso III de Cataluña, IV en Aragón, el Conquistador de Cerdeña, in Boletin de la R. Academia de buenas letras de Barcelona, V, pp. 3-15, 57-71, 114-123; J. Miret y Sans, Negociacions diplomátiques d'Alfons III de Catalunya-Aragó ab el rey de França per la croada contra Granada (1328-1332), in Anuari dell'Institut d'Estudis Catalans, II, pp. 265-336; su Alfonso e la Sardegna veggasi lo stesso Miret, Saqueig de Sasser en 1329, in Bol. de la R. Acad. de buenas letras de Barcelona, IV, pp. 429-447; A. Solmi, Nuovi documenti per la storia della conquista aragonese, in Archivio storico sardo, V (1909), pp. 142-155.