MALVEZZI BONFIOLI, Alfonso
Nacque a Bologna il 24 febbr. 1730 da Giuseppe Ercole Malvezzi Locatelli Leoni, conte della Selva, di una delle più nobili famiglie bolognesi, e dalla contessa Anna Maria Pepoli.
Manifestò fin da giovane propensione agli studi matematici. Il suo biografo F. Tognetti indica tra i suoi maestri F.M. Zanotti e V. Riccati per la filosofia e le matematiche, F. Ghedini per la retorica e P. Fantoni per le scienze delle acque; tra i condiscepoli, L. Savioli, G. Saladini e G.F. Malfatti. A soli 18 anni, l'11 genn. 1748, il M. fu nominato socio dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna. Tuttavia tale ammissione non fu per lui l'unica occasione di partecipazione alla vita culturale e politica della città; in quegli anni, infatti, venne aggregato alle accademie bolognesi dei Difettuosi (1748), degli Inestricati (1750) e degli Ardenti (1753); fu anche nominato dal Senato cittadino sergente generale, ossia capo delle milizie cittadine e provinciali (1753).
Due avvenimenti, tra 1754 e 1756, segnarono la sua vita: il cardinale Vincenzo Malvezzi, fratello del padre, divenne arcivescovo di Bologna (1754); nel maggio del 1756, inoltre, morì senza discendenti diretti il senatore L. Bonfioli, imparentato con i Malvezzi della Selva. Quale primogenito della famiglia, egli fu chiamato a raccogliere l'eredità di Bonfioli, con l'obbligo di assumerne il cognome. Il ricco patrimonio acquisito comprendeva, tra l'altro, una prestigiosa raccolta di quadri e disegni di artisti quali i Carracci, Guercino, Palma il Vecchio, Raffaello, Leonardo e Nicolò Abbati.
Nel 1757 il M. compì un breve viaggio a Roma e a Napoli. Nella città partenopea - visitata una seconda volta nel 1766 - strinse amichevoli rapporti con A. Genovesi. Comunque la sua principale occupazione rimase lo studio: il 7 apr. 1768 presentò all'Accademia delle scienze bolognese una prima dissertazione sul principio di minima azione di P.-L. Moreau de Maupertuis, dapprima stampata a parte e quindi nei Commentarii dell'Accademia (De Maupertuisiano minimae actionis principio, Bononiae 1771, poi in De Bononiensi scientiarum et artium Instituto atque Academia Commentarii, VI [1783], pp. 315-343).
Il M., tuttavia, si trovò ben presto a dover affrontare altri e più consistenti impegni. Nel marzo del 1768 fu chiamato a occupare il seggio senatoriale che era stato di Bonfioli e, nel terzo trimestre del 1770, fu nominato gonfaloniere di Giustizia.
Nell'autunno del 1771, desideroso di allargare i propri orizzonti culturali, intraprese un tour per l'Europa. Traversata la Germania, visitò il Belgio e l'Olanda, giungendo nel maggio del 1772 in Inghilterra.
In questo primo tratto del viaggio rivolse la sua attenzione non solo alle bellezze artistiche, ma anche agli stili di vita e alle condizioni politico-economiche dei Paesi attraversati. Sul finire dell'estate del 1772 lasciò l'Inghilterra alla volta di Parigi. I privilegi di nascita e la formazione culturale gli consentirono di accedere alla vita mondana parigina e soprattutto di annodare relazioni con alcuni tra i più prestigiosi intellettuali francesi dell'epoca, tra cui A. Caritat de Condorcet, A. Portal, J. d'Alembert e Ch. Bossut; conobbe inoltre J.-J. Rousseau, D. Diderot, J.-J. de Lalande e frequentò i salotti di madame Anne-Marie Du Boccage e di mademoiselle Julie de Lespinasse. Come costumava per i savants stranieri in visita a Parigi, il M. venne anche invitato all'Académie des sciences e la stima che seppe conquistarsi gli valse la nomina a socio dell'Académie come corrispondente di Condorcet per la matematica e la fisica (15 maggio 1773).
Prima di rientrare in Italia, decise di sostare a Ginevra e di visitare alcune città della Svizzera. A Berna si intrattenne con A. Haller sulla questione dell'irritabilità e sull'ipotesi della preesistenza dei germi; a Basilea, con J. e D. Bernoulli, discusse di applicazioni pratiche del calcolo delle probabilità; frequentò la casa di Ch. Bonnet a Genthod e non mancò di recarsi a Ferney, dove fu ricevuto per ben due volte da Voltaire.
A pochi mesi dal rientro a Bologna (settembre 1773), il M. fu invitato a Roma dallo zio, il cardinale Malvezzi, il quale, nominato da Clemente XIV responsabile della Dataria apostolica, intendeva avviare il nipote al sacerdozio. Dopo tormentate riflessioni, il M. decise di accettare; si trasferì pertanto a Roma e, ultimati gli studi di prammatica, ricevette gli ordini (agosto 1774). Tuttavia, quando nel 1775 il cardinale G.A. Braschi assurse al soglio pontificio come Pio VI, Malvezzi scelse di rientrare a Bologna, e con lui anche il M., che, nuovamente nella sua città, si dovette dimettere dal Senato per incompatibilità con lo stato sacerdotale.
Dopo un periodo trascorso a curare i postumi di una grave malattia, tornò ai prediletti studi matematici, allargando il raggio dei propri interessi alla fisica, alla chimica e alle scienze naturali e presentando all'Accademia delle scienze bolognese due memorie. Nella prima (6 marzo 1777), Su certo vapore infiammabile di Pietramala, rimasta manoscritta, riprese studi di Francesco Fontana sulla "vis electrica" e la sua applicazione alla medicina; nella seconda (9 dic. 1779), stampata poi come lettera a Malfatti, intervenne nel dibattito storico sulla cinematica galileiana, polemizzando con le posizioni di J. Andres (Ad Io. Franciscum Malfatti in Universitate Ferrariensi matheseos professorem epistola de Galilei demonstratione a cl. Andres exposita, in De Bononiensi scientiarum et artium Instituto atque Academia commentarii, VII [1791], pp. 231-240).
Tra il 1779 e il 1780, quando Bologna fu colpita da un intenso terremoto, il M. organizzò, con colleghi dell'Istituto, una serie di esperimenti in base ai quali giunse a negare che il "fuoco elettrico" fosse l'elemento scatenante dei terremoti (Ristretto delle sperienze fatte da mons. Bonfioli Malvezzi nell'occasione de' passati tremuoti della città di Bologna, in C. Sarti, Saggio di congetture su i terremoti, Lucca 1783, pp. 189-200). La ricerca fu apprezzata dal p. G.B. Beccaria, un'autorità in materia, in una lettera al M. del 20 sett. 1780 (Lettera del p. Beccaria delle Scuole pie indirizzata a mons. B. M. e Risposta di mons. Bonfiglioli Malvezzi alla lettera ricevuta da p. Beccaria, ibid., pp. 201-222). Inoltre, su sollecitazione dell'Académie des sciences, il M. trasmise a Condorcet un lungo scritto sul sisma, accompagnato da un lavoro intitolato Prospetto de' fenomeni osservati nell'atmosfera e de' fenomeni terrestri nell'occasione de' terremoti di Bologna; al Prospetto allegò osservazioni di S. Canterzani, P. Matteucci, G. Veratti, F. Malvezzi e G. Saladini. Tutte queste relazioni furono presentate all'Académie nelle sedute dell'8 aprile e 6 maggio 1780, rispettivamente da Condorcet e dal duca d'Ayen.
Nel 1781, alla morte del padre, il M. ne raccolse l'eredità, e gli succedette come XIII conte della Selva. Costretto da vari malanni a ridurre il tempo da dedicare allo studio, tornò a dibattere in Accademia due volte: il 6 maggio 1784, presentando la memoria De Pisano coelo simplex et sincerum iudicium; e il 18 maggio 1786, con la dissertazione Sopra la maniera di spiegare i terremoti mediante l'accensione dell'aria infiammabile nascosta nelle caverne sotterranee. In quel periodo pubblicò un Elogio di mons. L. Beccadelli (Bologna 1790; vedi il giudizio di G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, VII, 1, Venezia 1796, p. 373) e dispensò insegnamenti e consigli a giovani ricercatori, alcuni dei quali, come P. Colliva, G. Aldini, G. Guglielmini e F. Tognetti, destinati a occupare una posizione di rilievo nella vita culturale bolognese. Nel rimanente tempo si dilettò a scrivere componimenti poetici di gusto arcadico (fu aggregato all'Arcadia nel 1794), a intrattenere rapporti epistolari con L.M. Caldani e Bonnet e a riflettere su temi di filosofia morale.
Particolare interesse riveste la corrispondenza tra il M. e Bonnet, protrattasi dal 1773 al 1788, che riprese le coordinate del dibattito sull'embriologia che vedeva impegnati, in tutta Europa, scienziati e medici, filosofi e letterati, schierati, con innumerevoli distinzioni, nei due opposti campi degli epigenisti e dei preformisti. Come Bonnet - difensore della preesistenza dei germi - anche il M. si dichiarò convinto di avere una missione da compiere: quella di spiegare il problema dell'origine della vita con il soccorso congiunto della religione e della scienza. Ribadì tale orientamento in uno scritto, Pignus amoris, in cui intervenne nell'intricata controversia sollevata dalla philosophie sulle moeurs e i loro valori. A suo giudizio, la conquista di un'autentica felicità dipende non tanto dal soddisfacimento di artificiosi bisogni, ma da una predisposizione naturale e razionale alla virtù, frutto di una conciliazione armonica tra la via tutta umana della ragione e quella soprannaturale della fede.
Gli ultimi anni di vita del M. furono segnati dall'irruzione delle armate napoleoniche in territorio italiano. Poco dopo l'entrata dei Francesi a Bologna (giugno 1796), quando Bonaparte propose di dotare la città di un'autonoma costituzione che salvaguardasse le antiche tradizioni di libero Comune, su indicazione del Senato egli venne chiamato a far parte della giunta incaricata di scriverla. Da conservatore illuminato, caldeggiò l'opportunità di un compromesso tra le esigenze dei nobili - che riteneva più idonei al comando per educazione e tradizione - e le rivendicazioni democratiche della borghesia, a suo giudizio ancora troppo invadente e ignorante. La costituzione bolognese, approvata il 4 dic. 1796, non trovò tuttavia pratica applicazione; nel frattempo, il decreto dell'11 marzo 1797, che soppresse i feudi ancora esistenti nel territorio bolognese, privò il M. della contea della Selva.
Dopo l'occupazione austriaca di Bologna (giugno 1799) e il successivo rientro in città dei Francesi (giugno 1800), egli fece un'ultima apparizione sulla scena politica come membro del corpo dei Municipalisti (22 giugno 1802). Motivi di salute lo indussero a rassegnare le dimissioni dall'ufficio dopo pochi mesi.
Il M. morì a Bologna il 30 genn. 1804.
Del M. ricordiamo il Viaggio in Europa e altri scritti, a cura di S. Cardinali - L. Pepe, Ferrara 1988 (l'opera raccoglie buona parte degli inediti, in particolare il resoconto del Viaggio in Europa, pp. 1-175, nonché i seguenti scritti: Corrispondenza di A. B. M. con G. Malfatti: la curva cassiniana, a cura di M.T. Borgato, pp. 179-200; Corrispondenza con Condorcet e scritti sul terremoto di Bologna, pp. 203-234; Corrispondenza con L.M. Caldani, pp. 267-278; Lettera sul progetto di un piano di filosofia morale scritta al signor dottor Sarti. Pignus amoris, pp. 287-295; Pensieri sulla Costituzione di Bologna del 1796, pp. 297-305); Viaggio in Europa, a cura di S. Cardinali, Palermo 1991.
Fonti e Bibl.: Tutti i manoscritti relativi al M. si conservano nella Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna (Fondi speciali, Malvezzi Bonfioli Alfonso, cartoni I e II). Sulla famiglia e la biografia: F.M. Toselli, Memorie d'alcuni uomini illustri della famiglia Malvezzi per lo primo gonfalonierato di A. B. nato M., Bologna 1770; Viro excelso co. Alphonso Bonfiolio, a cura di G.A. Giandolini, Bononiae 1770; F. Tognetti, Vita di A. B. nato M., in Collezione scelta dei monumenti sepolcrali del comune cimitero di Bologna, a cura di N. Salvardi, Bologna 1825; G. Fornasini, Breve cenno storico genealogico intorno alla famiglia Malvezzi, in Album delle nozze Malvezzi -Sacchetti, Bologna 1927; L. Pepe, Una biografia di A. B. M., in A. Bonfioli Malvezzi, Viaggio in Europa, cit., pp. VII-XXX; S. Cardinali, Un nobile bolognese nell'Europa dei Lumi, ibid., pp. XXXI-LV. Sui lavori scientifici: L. Neri, Mechanica, in Anatomie accademiche, II, L'Enciclopedia dell'Accademia delle scienze di Bologna, a cura di W. Tega, Bologna 1987, pp. 180 s. Per un elenco dei componimenti letterari: La colonia Renia, profilo documentario e critico dell'Arcadia bolognese, I, a cura di M. Saccenti, Modena 1988, p. 112. Inoltre L. Frati, La raccolta Bonfiglioli, in Rass. d'arte antica e moderna, VIII (1921), pp. 208-210; S. Cardinali - L. Pepe, Les rapports de Condorcet avec l'Institut de Bologne et A. B. M., in Condorcet: mathématicien, économiste, philosophe, homme politique, a cura di P. Crépel - C. Gilain, Paris 1989, pp. 443-449; Biologia e religione nel Settecento europeo: la corrispondenza tra A. M. e Ch. Bonnet (1773-1788), a cura di S. Cardinali, Ferrara 1998.