ALFONSO VIII il Nobile o de Las Navas, re di Castiglia
Nato nel 1155, successe, fanciullo, a suo padre Sancio III, rimanendo sotto la tutela di Gutierre Fernandez de Castro. La famiglia dei Lara, non vedendo di buon occhio la preponderanza dei Castro, provocò una guerra civile, durante la quale i Castro reclamarono l'intervento di Fernando II di León. Costui invase la Castiglia, e s'impadronì di Toledo, mentre il re di Navarra, Sancio VI, occupò altre città. Nel 1162 il re castigliano riuscì ad evadere da Soria, dove lo tenevano rinchiuso i Lara, e, aiutato da vassalli fedeli, riconquistò parte dei territorî usurpati e fu acclamato re a Toledo (1166). A 14 anni A. cominciò a governare da solo. Nel 1169 convocò un concilio (Cortes) a Burgos, in cui fu riconosciuta la maggiorità del giovane, e si dispose il suo matrimonio con Eleonora d'Inghilterra, figlia di Enrico II Plantageneto. Certe divergenze, sorte tra lui ed il conte-re di Catalogna-Aragona, furono risolte mediante un'alleanza offensiva e difensiva, stipulata a Sahagún. Di lì i due monarchi si recarono a Saragozza, dove furono celebrate le nozze di A. con la principessa inglese (1170). Forte di quell'alleanza, il re di Castiglia mosse guerra al re di Navarra, e riprese le città usurpategli. Quindi attaccò e vinse i Musulmani, ed espugnò, dopo forte assedio, la città di Cuenca (1177). Riconoscente per l'aiuto prestatogli dal conte-re, A. lo sciolse dal vassallaggio verso i re di Castiglia, nel quale i re di Aragona si trovavano. L'intesa fra i due sovrani durò ancora qualche tempo; anzi, nel 1179, furono stabiliti i limiti delle loro future conquiste sui Musulmani, e nel 1186 il conte-re aiutava il castigliano contro il signore di Albarracín, Pietro Ruiz de Azagra. Ma, in seguito, il re di Aragona, credendo che la politica seguita contro la Navarra e a favore della Castiglia arrecasse vantaggi solo a quest'ultima, cominciò a sentirsi a disagio nell'alleanza. Certo è che, verso il 1191, si formò, come ci riferisce lo Zurita, una vera coalizione di Navarra, León e Aragona contro il re di Castiglia. E fu grave danno per lo sviluppo della riconquista spagnuola; ché, proprio in quel tempo, A. lottava strenuamente contro i Musulmani, coprendosi di gloria, ma ricevendo una grave sconfitta nella battaglia di Alarcos (1195) per opera del sovrano almohade Abū Yūsuf Ya‛qūb al-Manṣūr. Momento critico, per le sorti della Castiglia, mentre era alle prese con tanti nemici!
Per fortuna in Aragona al conte-re Alfonso succedeva il figlio Pietro il Cattolico, il quale si affrettò a mutar politica e si unì al re di Castiglia, obbligando anche il re di León, Alfonso IX, a far pace con lui; l'accordo fu suggellato dalle nozze di quel re con Berenguela (Berengaria) figlia di Alfonso (1198). Peggior sorte toccò al navarrese, il quale perdette gran parte del suo territorio. Dopo qualche anno, A. iniziò una campagna per occupare il ducato di Guascogna, dote di sua moglie Eleonora; ma, dopo aver conquistata una parte del territorio, non riuscendo a prendere le principali città, abbandonò l'impresa (1204-1206). Più gravi cure assorbirono, negli anni successivi, l'attività militare e diplomatica di A. La valanga almohade di Abū ‛Abd Allāh Muḥammad an-Nāṣir, figlio del vincitore di Alarcos, minacciava di travolgere la Castiglia e arrestare per sempre l'opera di riconquista. Comprese A. la gravità del pericolo, e, mentre si preparava a sostenere il formidabile urto, procurava di costituire il fronte unico degli stati cristiani della penisola, e mandava l'arcivescovo di Toledo, Rodrigo Ximénez de Rada, in Francia, in Germania e a Roma, per domandare l'aiuto della cristianità. Innocenzo III concesse le indulgenze della crociata; agli eserciti dei re di Castiglia, Aragona e Navarra si unirono molti stranieri, con gli arcivescovi di Narbona e Bordeaux, il vescovo di Nantes, ecc. L'esercito cristiano partì da Toledo, avanzando vittoriosamente verso il S.; e, sebbene le sue file si assottigliassero per la diserzione di molti stranieri, pure ottenne vittoria completa nel luogo detto Las Navas de Tolosa (provincia di Jaén), il 16 luglio 1212. Questa vittoria, detta anche di Úbeda, seguita dalla presa di alcune piazze forti, come Úbeda e Baeza, segna una data memorabile nella storia della riconquista spagnuola. Alla gloriosa impresa cristiana e nazionale Alfonso meditava di dare ulteriore sviluppo, quando, in pieno fervore di attività contro i Musulmani, moriva in Åvila (5 ottobre 1214).
Con lui scomparve uno dei monarchi maggiori della Spagna cristiana, che lasciò un ricordo imperituro non solo d'indomito crociato, ma anche di abile uomo di governo. Largì privilegi a parecchie città, fondò la diocesi di Plasencia, e, secondato dal vescovo Tello Tellez de Meneses e dal famoso arcivescovo di Toledo, Ximénez de Rada (una delle grandi figure del suo tempo gran vescovo, gran guerriero e buono scrittore), fondò a Palencia la prima università. Il corpo di A. riposa nell'insigne monastero di Las Guelgas di Burgos, da lui fondato.
Bibl.: Fonte principale è la Historia Gothica dell'arcivescovo Rodrigo Ximénez de Rada, testimonio oculare della maggior parte dei fatti, in Schott, Hispania illustrata, II, e altrove. A lui si appoggia il marchese di Mondéjar, Memorias históricas... del rey Don Alfonso VIII, Madrid 1783; A. Nunez de Castro, Crónica de los reyes de Castilla Don Sancho el Deseado, Don Alonso el Octavo y Don Enrique el Primero, Madrid 1665; Fita, Elogio de la reina de Castilla y esposa des Alfonso VIII Doña Eleonor de Inglaterra, Madrid 1908. Per la battaglia di Las Navas de Tolosa, A. Huici, Estudio sobre la campaña de las Navas de Tolosa, Valenza 1916. Altra bibliografia in Ballesteros, Historia de España y de su influencia en la historia universal, II, Barcellona 1920, p. 264 segg.; P. Aguado Bleye, Manual de historia de l'España, 3ª ed., I, Bilbao 1922, p. 207; A. Sánchez Alonso, Fuentes de la historia espanola é hispanoamericana, 2ª ed., Madrid 1927, nn. 1170 e 1244-1268.