Alfonso X il Saggio, Re di Castiglia e di León
Nato nel 1221, fu uno dei personaggi più affascinanti della storia spagnola. Da un punto di vista politico il suo regno (12521284) fu caratterizzato da una serie ininterrotta di insuccessi e disfatte; egli non risolse infatti il conflitto con la crescente aristocrazia, né il dissidio con il figlio Sancio IV (1284-1295); non riuscì a sostenere le pretese su Guascogna, Navarra e Algarve e inoltre, dopo svariati e costosi tentativi, dovette rinunciare all'obiettivo principale perseguito durante tutto il suo regno: la corona imperiale. Dopo la morte di Corrado IV Hohenstaufen nel 1254, A. infatti - come figlio di Beatrice di Svevia, nipote di Federico I Barbarossa - rivendicò il titolo degli Hohenstaufen, ma nel 1275 fu persuaso dal papa a rinunciare alle sue pretese imperiali. A. non riuscì nemmeno a risolvere i problemi economici del suo regno, in particolare la continua crescente inflazione. Come legislatore, erudito promotore di scienze e arti, A. superò invece tutti gli altri governanti del suo tempo e come mecenate può essere accostato all'imperatore Federico II (1220-1250), al re di Francia Luigi IX il Santo (1226-1270) e a Enrico III d'Inghilterra (1216-1272), tutti peraltro legati a lui da vincoli di parentela.
A. riunì presso la sua corte i personaggi più eruditi del mondo cristiano, arabo ed ebraico, storici e poeti del suo tempo; sotto la sua guida e con la sua partecipazione, tutt'altro che irrilevante, fu costituito un patrimonio inestimabile di conoscenze scientifiche e storiche, di testi legislativi aggiornati e opere poetiche, musicali e artistiche. I fattori e le ragioni che portarono all'improvvisa fioritura culturale sotto A. vanno ricercati sia nell'oggettiva situazione storica, sia nel carattere e nelle naturali inclinazioni del sovrano. Il suo regno ebbe inizio dopo una poderosa espansione territoriale, attuata dai suoi predecessori, i quali in mezzo secolo, con la Reconquista, avevano ampliato del cinquanta per cento il territorio cristiano, riducendo quello dei Mori al piccolo regno di Granada; le risorse accumulate fino ad allora si resero così disponibili per altri scopi di carattere non solo politico, ma anche artistico. Il modello culturale seguito da A. era dato dalle attività letterarie e scientifiche di Federico II e della sua cerchia siciliana, nonché dallo 'stile cortese' sviluppatosi nella Francia di Luigi il Santo nell'ambito dell'architettura e della miniatura. A. si era già distinto come giovane principe con alcune poesie di carattere profano in portoghese antico (galego ovvero galaico-portugués, la lingua poetica maggiormente usata all'epoca presso la corte di Castiglia) e in seguito, come sovrano, collaborò di persona alla maggior parte delle opere letterarie e scientifiche prodotte presso la sua corte. Le sue tendenze e capacità letterarie ed estetiche erano tuttavia accoppiate ad altrettanta palese incapacità in campo politico: predominavano in lui il dubbio e l'indecisione, la magnanimità dovuta a debolezza d'animo e soprattutto l'attaccamento poco realistico al troppo ambizioso sogno imperiale. A. doveva confrontarsi inoltre con i successi politici del padre, Ferdinando III il Santo (1217-1252). Le frustranti disfatte in campo politico furono compensate incrementando le già intense attività culturali; è certo significativo il fatto che proprio negli ultimi anni del suo regno, quelli contrassegnati dalle più dure sconfitte e dai più aspri conflitti (1275-1284), siano stati realizzati i più preziosi codici illustrati alfonsini.
Le più importanti realizzazioni artistiche sostenute dal mecenatismo di A. sono individuabili nei manoscritti miniati dallo scriptorium di corte (forse a Siviglia). Infatti quasi tutte le opere poetiche, storiche, astronomico-astrologiche e giuridiche prodotte sotto la direzione e con la partecipazione attiva di A. erano riccamente illustrate, con carattere talora di vere e proprie edizioni di lusso. È questo soprattutto il caso dei due preziosi manoscritti delle Cantigas de Santa María (raccolta di leggende e canti mariani), realizzati intorno al 1281-1284 e oggi conservati all'Escorial (Bibl., T.I.1) e a Firenze (Bibl. Naz., B.R. 20): ognuna delle 400 strofe mariane delle Cantigas è illustrata da una o due miniature a tutta pagina composte di sei od otto figure (complessivamente quasi 1800 illustrazioni). Il Libro de ajedrez del 1283 (Escorial, Bibl., T.I.6), il più importante libro sul gioco degli scacchi di tutto il Medioevo, è anch'esso riccamente illustrato con centocinquanta figure relative alle più disparate varianti nel gioco degli scacchi e nei giochi di scacchiera. Anche i manoscritti astronomici e astrologici di A. - come i Libros del saber de astronomía del 1256-1277 (Madrid, Bibl. Univ., 156) e soprattutto il Lapidario del 1276 (Escorial, Bibl., h.I.15) - furono illustrati con numerose raffigurazioni di costellazioni e diagrammi. La componente decorativa delle opere storiche e giuridiche di A. si limita invece ai ritratti del re come autore e sovrano (Primera Partida, Londra, BL, Add. Ms 20787; Primera Crónica General, Escorial, Bibl., Y.I.2; Grande e General Estoria, Roma, BAV, Urb. lat. 539).
A. fu inoltre committente di opere edilizie, di scultura monumentale e di vetrate dipinte. Sotto il suo regno furono infatti in gran parte compiute le cattedrali di Burgos e di León, con il contributo di donazioni reali e con i proventi delle tasse. Anche la decorazione scolpita e le vetrate di queste due cattedrali risalgono in parte all'epoca di A.: egli si fece infatti rappresentare su una vetrata della navata della cattedrale di León come imperatore fra papa Gregorio X (1271-1276) e il vescovo di León Martín Fernández, principale committente della cattedrale e amico personale del sovrano. Accanto alle importanti cattedrali di Castiglia e León, durante il regno di A. furono erette anche numerose parrocchiali nei territori di recente conquista dell'Andalusia, soprattutto a Siviglia, Cordova e Jerez de la Frontera. Queste chiese, in particolare quella di San Miguel a Cordova (iniziata intorno al 1260) e Santa Ana a Siviglia (iniziata intorno al 1276-1280), sono notevoli per il perfetto accordo tra forme architettoniche del primo Gotico e forme decorative islamico-spagnole, secondo lo stile mudéjar, e questo vale anche per i vasti palazzi fatti erigere da A. all'interno degli alcazar di Siviglia e Cordova. La perfetta simbiosi tra forme gotico-francesi e islamico-spagnole nell'architettura andalusa, ma anche nelle miniature di A., testimonia il rispetto e la stima tributati dal sovrano alla cultura musulmana: egli vietò infatti l'abbattimento del poderoso minareto - la notissima Giralda (costruita alla fine del sec. 12° per l'emiro almohade Abū Ya῾qūb) - della antica moschea di Siviglia.
Bibliografia
Fonti:
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Edizioni in facsimile:
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El Primer Lapidario de Alfonso X El Sabio. Edición facsímil del Ms. h.I.15 de la Biblioteca de El Escorial, a cura di M. Brey Mariño, J.L. Amorós Portolés, A. Domínguez Rodríguez (Códices artísticos, 5), 2 voll., Madrid 1982.
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