Alfonso X (detto il Saggio)
(detto il Saggio) Re di Castiglia e di León (Toledo 1221-Siviglia 1284). Figlio di Ferdinando III cui successe nel 1252, combatté contro i musulmani e le tendenze disgregatrici della nobiltà, agevolate dall’impegno con cui A. mirò, invano, alla corona imperiale, contro Riccardo di Cornovaglia (1275) e Rodolfo d’Asburgo (1273), assumendo il titolo di re dei romani, cui rinunziò nel 1274. Le sedizioni si aggravarono quando, morto il figlio primogenito, Fernando de la Cerda (1257), A. propose che la successione spettasse al secondogenito Sancho, a danno dei figli del primo, protetti dal nonno Filippo III di Francia. Poi, d’accordo con questi, A. divise il regno provocando la ribellione di Sancho (1282). Il vecchio re, nonostante l’anatema di Martino IV contro Sancho e tardivi soccorsi francesi, morì nell’abbandono. Le sue tendenze universalistiche, frustrate nell’attuazione della sua politica, ebbero invece sfogo felice in una sorta di illuminato imperialismo culturale. La produzione realizzata o guidata da A. è vastissima ed è compendio delle molteplici aspirazioni culturali dell’epoca. Le Siete Partidas sono un tentativo di sistemazione del diritto romano; la Grande e General Estoria (1272-84), incompiuta, è la narrazione del cammino dell’uomo sulla terra sin dal suo primo apparire (principale fonte di ispirazione fu la Bibbia); la Primera Crónica general de España narra gli avvenimenti della storia di Spagna dai primi abitatori della penisola a san Fernando. Altre opere, scritte con intendimenti scientifici o divulgativi (Libros del saber de Astronomía, Lapidario, Libro de Acedrez, Dados et Tablas) contribuirono a dare al re fama di sapiente. Numerose anche le traduzioni realizzate sotto l’impulso del suo spirito eclettico e ricettivo. Le Cantigas de santa María, più di 400 componimenti poetici in gallego, sono la sua opera più personale, in cui la rielaborazione di leggende medievali si alterna all’espressione puramente lirica del canto in lode alla Vergine.