TAYLOR, Alfred Edward
Filosofo, nato il 22 dicembre 1869 a St Andrews (Scozia). Educato al New College (Oxford) insegnò a Montreal e a Edimburgo, fece parte del Merton College (Oxford), è membro dell'Accademia Britannica.
Tormentato fin da ragazzo dal dubbio solipsistico e successivamente dal timore che tutte le distinzioni fra bene e male non fossero per avventura soltanto infondate e soggettive, studiò, in seguito, Berkeley, Platone, Aristotele e Kant, Hegel, i grandi filosofi del seicento, e, dei contemporanei, Green, Bradley, Alxeander, Ward e Varisco. Preoccupato del problema morale e religioso, cercò nella filosofia un'arma di difesa contro le influenze deleterie dell'empirismo e della biologia e asserì la completa indipendenza dell'etica dalla metafisica: "non già nelle teorie filosofiche intorno alla natura dell'assoluto o alla costituzione dell'universo se ne debbono cercare le basi, bensì nei fatti empirici della vita umana quali ci si rivelano nella concreta quotidiana esperienza del mondo e dell'umanità, vagliati e sistemati dalle scienze psicologiche e sociali". Pose inoltre in rilievo sulla moralità un irriducibile dualismo di motivi egoistici e altruistici. Ma la fama del T. si può considerare fondata soprattutto sulle opere intorno alla filosofia antica.
Scritti principali: The problem of Conduct, Londra 1901; Elements of Metaphysics, ivi 1903; Plato, ivi 1911; Varia Socratica, Oxford 1911; The Platonic Biography of Socrates, in Proccedings of the British Academy, 1916-17; Aristotle and his predecessors; Platonism and its influence, Londra, 1925; Plato, the Man and the Work, Edimburgo, 1926; A Commentary on Plato's Timaeus-, Oxford 1928.