Ayer, Alfred Jules
Filosofo inglese (Londra 1910- ivi 1989). Fu prof. di filosofia e di logica all’univ. di Londra, poi (dal 1959) a Oxford. Con la prima opera (Language, truth and logic, 1936; trad. it. Linguaggio, verita e logica) cercò di conciliare alcune conclusioni del neopositivismo del Circolo di Vienna con la tradizione antimetafisica dell’empirismo anglosassone. Il principio di verificabilità viene così assunto nell’ambito della distinzione humeana tra proposizioni che enunciano relazioni tra idee e proposizioni fattuali, la cui verità o falsità risulta accertabile mediante osservazioni empiriche. Secondo A., peraltro, la validità di queste ultime non è riconducibile a enunciati protocollari (i punti terminali del processo di controllo empirico postulati dai neopositivisti), e deve quindi limitarsi a una verifica non assoluta (criterio di verificabilità debole). Sulla base di questa distinzione, A. cerca di salvaguardare l’autonomia e la rispettiva validità della filosofia (che si basa su proposizioni analitiche) e della scienza, laddove giudica come prive di significato le asserzioni della metafisica, che non esprimono relazioni tra idee né ipotesi empiriche. Dopo gli anni Quaranta, con l’intensificarsi delle ricerche nell’ambito dell’analisi del linguaggio, grazie all’insegnamento di Moore, Ryle e soprattutto del secondo Wittgenstein, A. si distacca dalle posizioni dell’empirismo logico per avvicinarsi alle tesi sostenute a Oxford e a Cambridge dagli analisti del linguaggio comune. La sua produzione successiva viene dedicata, attraverso una coerente utilizzazione dei metodi della filosofia analitica, alla determinazione della natura della conoscenza (The foundation of empirical knowledge, 1940; The problem of knowledge, 1956, trad. it. Il problema della conoscenza) e a un tentativo di superamento del solipsismo e dello scetticismo (Philosophical essays, 1954, trad. it. Saggi filosofici; The concept of a person, 1963, trad. it. Il concetto di persona), non mancando di far valere un peculiare interesse per i problemi epistemologici e per una ricostruzione critica delle varie tappe del pensiero filosofico del 20° sec.: Thinking and meaning, 1947; The origins of pragmatism, 1968; Metaphysics and common sense, 1969; Russell and Moore: the analytical heritage, 1971; Probability and evidence, 1972; The central questions of philosophy, 1973; trad. it. Bilancio filosofico.