Antropologo statunitense (Hoboken, New Jersey, 1876 - Parigi 1960). Ritenuto uno dei fondatori dell'antropologia culturale, diede sostanziali contributi a questa disciplina sia a livello teorico, elaborando un concetto di "cultura" che pur prendendo le mosse da un approccio di tipo scientista si opponeva drasticamente al riduzionismo delle spiegazioni biologiche del comportamento umano, sia a livello empirico, raccogliendo imprescindibili dati etnografici su alcuni gruppi nativi delle Americhe. Tra le sue opere principali occorre citare Cultural and natural areas of native North America (1939) eThe nature of culture (1952; trad. it. 1976), in collab. con C. Kluckhohn.
Fu il più illustre degli allievi di F. Boas; nel 1901, conseguito il dottorato in etnologia alla Columbia University, si trasferì a insegnare a Berkeley, ove collaborò alla fondazione del Museo e del dipartimento di antropologia. Uomo di vastissima erudizione, attribuì sempre grande importanza alla ricerca sul campo, effettuando numerose indagini etnografiche tra gli Indiani della California e del SO degli Stati Uniti, nonché ricerche archeologiche in Messico e in Perù. Sin dai suoi primi studî, rivelò particolare interesse per la componente estetica delle civiltà umane, ognuna delle quali sarebbe caratterizzata da un insieme di elementi e ricorrenze che, concentrandosi in misura variabile nel tempo e nello spazio, darebbero vita a sempre nuove e irripetibili "configurazioni". Centrale nel suo pensiero è il concetto di "cultura", che egli non volle contrapporre, come invece C. Lévi-Strauss in seguito, alla "natura": K. considerò infatti i fenomeni culturali come appartenenti alla natura, situandoli però in una dimensione separata (quella del "superorganico"), autonoma dai fenomeni fisici e chimici (l'"inorganico") così come da quelli biologici e psichici (l'"organico"). La cultura possiederebbe perciò una natura ipostatica che trascende la stessa coscienza e volontà dell'individuo. Nel suo monumentale impegno di raccolta, classificazione e analisi dei fatti culturali, K. formulò e adoperò i concetti di "area culturale", "intensità", "climax", "modello", poi variamente ripresi e sviluppati dagli antropologi della scuola di "cultura e personalità".
Oltre a quelle già citate, occorre segnalare tra le sue molte pubblicazioni: Anthropology (1923, ed. riveduta e ampliata 1948); Handbook of the Indians of California (1925); Configurations of culture growth (1944); Culture: A critical review of concepts and definitions (1952).