ACTON, Alfredo
Nacque a Castellammare di Stabia il 12 sett. 1867 dal barone Ferdinando. Nel 1884 uscì guardiamarina dalla Scuola di marina di Genova. Prese parte all'occupazione di Massaua (1885), all'azione anglo-franco-italiana nell'insurrezione di Creta (1897) e alla campagna della nave "Marco Polo" in Estremo Oriente all'epoca della rivolta dei boxers (1900-1901). Capitano di vascello, comandò la nave da battaglia "Vittorio Emanuele" nella guerra italo-turca del 1911-12, prendendo parte al bombardamento dei forti esterni dei Dardanelli e all'occupazione dei porti sulle coste libiche e delle isole del Dodecanneso. Promosso contrammiraglio, gli fu affidato, nel 1916, il comando della divisione esploratori operante nel basso Adriatico. Dal febbraio 1917 al marzo 1918 fu comandante superiore delle forze navali dislocate nella base di Brindisi. Ebbe il comando tattico delle forze ango-franco-italiane uscite da Brindisi per contrastare la più importante fra le incursioni effettuate dalla marina austro-ungarica nel canale d'Otranto con forze navali di superficie provenienti da Cattaro (15 maggio 1917).
L'A., che alzò la sua insegna sull'incrociatore inglese "Dartmouth", diresse l'inseguimento delle navi austriache fino a che, avendo queste ricevuto il rinforzo di altre unità, non credette opportuno ripiegare su Brindisi. Tale condotta fu in seguito molto discussa, perché, secondo notizie di fonte austriaca, la capacità offensiva delle navi alleate avrebbe consentito un maggior sfruttamento del successo inizialmente riportato. Il combattimento, comunque, fruttò all'A, decorazioni inglesi e francesi, oltre che italiane.
Promosso vice ammiraglio il 1 apr. 1918, l'A. ebbe il comando della piazza di Taranto, e fu poi capo di Stato Maggiore della marina, dal dicembre 1919 al febbraio 1921, riassumendo quindi il comando del dipartimento marittimo di Taranto prima, del basso Tirreno poi. Partecipò come delegato alla conferenza di Washington per la limitazione degli armamenti navali (novembre 1921-febbraio 1922), e alla sua opera fu principalmente dovuto il riconoscimento del diritto alla parità navale dell'Italia con la Francia. Dal 1925 fu nuovamente capo di Stato Maggiore della marina fino al dicembre 1927, epoca in cui divenne presidente del Comitato degli ammiragli. Promosso ammiraglio d'armata il 1 luglio 1926, nel 1930 fu delegato italiano alla conferenza di Londra per la l'imitazione degli armamenti navali. Fu collocato in posizione ausiliaria nel 1932. II 18 dic. 1927 era stato nominato senatore del Regno. La nomina a ministro di stato, conferitagli il 10 febbr. 1934, precedette di poche settimane la morte, avvenuta a Napoli il 26 marzo 1934.
Bibl.: G. Roncagli, Guerra italo-turca. Cronistoria delle operazioni navali, I, Milano 1918, p. 63; C. Manfroni, Guerra italo-turca, Cronistoria delle operazioni navali, II, Roma 1926, p. 113; H. Sokol, La guerra marittima dell'Austria-Ungheria 1914-18, III, Roma 1932, pp. 55-64; G.Fioravanzo, La guerra sul mare e la guerra integrale, II, Torino 1931, pp. 175-185; R. Castex, Théories stratégiques, III, Paris 1931, p. 448; necrologio in Riv. marittima, LXVII, 2 (1934), pp. 113-119; C. Manfroni, Storia della marina italiana durante la guerra 1914-18, Bologna 1936, pp. 153, 163-165,186-187; Ufficio Storico della R. Marina, La Marina italiana nella grande guerra, IV, Firenze 1938, pp. 518-571; R. Battaglia, La prima guerra d'Africa, Torino 1958, pp. 81, 85.