DE ANTONI (De Antonio), Alfredo
Nacque ad Alessandria il 14 luglio 1875 da Giovanni e Francesca Pronzati. A diciotto anni abbandonò gli studi di ragioneria ai quali era stato avviato dai genitori, per entrare come redattore-caricaturista nel giornale a diffusione provinciale D'Artagnan. Ma la forte attrazione che egli sentiva per il teatro lo portò, nel 1895, a Livorno dove entrò nella piccola compagnia diretta da O. Bonfiglioli. Nel 1896 era l'attore giovane della compagnia di L. Ferrati, nel 1897 in quella di Pia Marchi Maggi, nel 1898 con C. Moritrezza e G. Brignone, nel 1899 con Teresa Maraini. Durante questi anni il D. ricoprì sempre ruoli secondari diventando un buon caratterista. Negli anni 1900-1906 raggiunse l'apice della sua modesta carriera teatrale con la compagnia diretta da Virgilio Talli.
Fu proprio il Talli che, ammirando la carica comunicativa e recitativa del D., decise di affidargli il personaggio del "primo mietitore" ne La figlia di Yorio di G. D'Annunzio; questi, presente in sala la sera della prima rappresentazione, avvenuta a Milano il 2 marzo 1904, definì formidabile l'interpretazione del De Antoni.
Nel 1908 passò alla compagnia stabile del teatro Argentina di Roma diretta da E. Boutet e F. Garavaglia e proprio a questo il D. successe nella parte di Marco Gratico, protagonista, a fianco di Evelina Paoli, de La nave di G. D'Annunzio. Nel 1909 la prima rappresentazione italiana de La cena delle beffe di Sem Benelli offrì al D. la possibilità di "inventare" e "creare" il personaggio di Giannetto.
Consistente e attiva fu la partecipazione del D. sui palcoscenici italiani del primo Novecento, ma mai il suo apporto si rivelò geniale. La sua recitazione era tecnicamente perfetta, egli fu senz'altro un serio professionista, ma non riuscì a raggiungere la popolarità presso il grosso pubblico e anche per questo decise di aprire una lunga parentesi cinematografica che andò dal 1912 al 1928 e che sembrò offrirgli la possibilità di rendersi maggiormente conosciuto.
Il bacio di Margherita da Cortona nel 1912 segnò il suo debutto nel cinema non solo come attore, ma anche come regista; in seguito fu l'interprete di numerosi film fra cui, nel 1916, La cieca di Sorrento, La perla del cinema, Fedora, questi ultimi due a fianco della diva per antonomasia del periodo, Francesca Bertini. Il D. diresse la Bertini in Frou Frou nel 1918 e con lei, sempre nel 1918, apparve in Tosca. Del 1919 sono Nanù e Le tre primavere; del 1920-21 La bambola e l'amore, Il mercante di emozioni, Dietro la maschera e Tristano e il sogno. Dal 1921 lavorò sempre più saltuariamente: nel 1924 diresse Fronda di ulivo e nel 1928 Boccaccesca.
Profondamente deluso per l'abbandono progressivo e poi definitivo da parte delle case di produzione cinematografica, nel 1929 decise di tornare al suo primo amore, il teatro, partecipando alle messinscene di opere di L. Pirandello e G. Forzano; ma il suo rientro passò quasi inosservato e a parte qualche buona critica, il suo nom e non riuscì ad imporsi e fu solo e sempre uno fra i tanti degli attori secondari. Un po' per Volta le sue apparizioni si diradarono fino a scomparire nel 1940.
Il D. morì a Roma il 3 dic. 1953.
A riprova di quanto il suo talento, per ragioni inspiegabili, sia stato misconosciuto riportiamo le parole che Silvio D'Amico scrisse in occasione dell'annuncio della morte del D.: "... è possibile che, ai giovani d'oggi il suo nome suoni come quello di uno sconosciuto. A noi esso riporta l'eco di un'età non dimenticata; le esequie di lui, annunciate per oggi, saranno una volta di più quelle di un lembo della nostra giovinezza".
Fonti e Bibl.: Necrol. in Teatro-scenario, VII-VIII (1953); Il Tempo, 4 dicembre 1953; L'Illustrazione ital., 6 marzo 1904; D. Oliva, Cronache, Bologna 1911, pp. 162-172; Id., Note di uno spettatore, Bologna 1911, pp. 393, 406; Regia e registi nel decennio 1915-1925, in Bianco e nero (num. unico), Roma 1952, pp. 3-30; Cinquant'anni di teatro in Italia, Roma 1952, p. CXLIII; R. Simoni, Trent'anni di cronaca drammatica, Torino 1955, pp. 329, 484, 544; S. D'Amico, Cronache del teatro, Bari 1963, p. 311; Enc. d. Spett., IV, coll. 273 s.; Diz. letter. Bompiani, App., p.150.