LUXORO, Alfredo
Nacque a Genova il 10 ott. 1859 da Tammar e da Angela Latini. Avviato presto dal padre, pittore e figura di spicco della cultura artistica cittadina, alla pittura dal vero, dopo gli studi classici si iscrisse all'Accademia ligustica di belle arti, dove fu allievo di Raffaele Granara.
In contatto con i maggiori esponenti della pittura di macchia, esordì nel 1877 alla mostra della Promotrice fiorentina con Al mare. Nel 1879 espose alla stessa Promotrice Bassa marea. Dal 1878 iniziò a partecipare regolarmente alle mostre della Promotrice genovese presentando Fra gli scogli di Quinto. Interessato a farsi conoscere anche al di fuori dell'ambito strettamente locale, partecipò nel 1880 a Torino alla IV Esposizione nazionale, dove si distinse con due dipinti legati alla vita di mare: A prua e A poppa, quest'ultimo già apparso a Genova nel 1879. Nel 1881 inviò all'Esposizione nazionale di belle arti di Milano una mezza figura di Cipollaro e una marina, Nettuno, anch'essa già presentata a Genova l'anno prima. Un dipinto analogo, Nettuno: spiaggia romana, fu inviato anche alla XLI Promotrice torinese nel 1882. Nel 1883 partecipò a Roma all'Esposizione nazionale di belle arti con La conchiglia e Alla marina. Altri quadri, legati ai ripetuti soggiorni compiuti dal L. nella capitale per continuare gli studi, apparvero alla XXXII e XXXIII Promotrice genovese: Terme di Nerone a ponte d'Anzio, nel 1883; e Porta S. Giovanni, Via ss. Giovanni e Paolo, Le mura e Via Sacra, nel 1884.
L'influenza della tradizione pittorica romana, allora centro riconosciuto dell'arte classica italiana, spinse il L. a sperimentare la tecnica dell'affresco e a cimentarsi con la pittura di argomento storico-religioso, tanto che realizzò per la nuova chiesa genovese di S. Maria Immacolata, ultimata dall'architetto M. Dufour in stile neoquattrocentista, due tele con S. Margherita Alacoque e S. Teresa per la cappella del Sacro Cuore e tre pale d'altare con S. Giuseppe ispirato dalla Vergine con il Bambino, Il venerabile Pompilio Pirotti da Moncalvo e Il venerabile Glicerio da Cristo per la cappella di S. Giuseppe Calasanzio disegnata e decorata da G.B. Villa (1885 circa). A metà degli anni Ottanta la sua ricerca era, comunque, saldamente improntata a un verismo di lirica partecipazione al motivo naturale e sensibile alla luminosità ambientale, in sintonia con le esperienze della Scuola grigia di Carcare e della Scuola di Rivara. Significative, in tal senso, sono le opere Grigio, inviata a Torino nel 1884, e Tempo grigio, esposta a Genova nel 1886 insieme con un gruppo di dipinti di soggetto ligure (La stazione e La piazza della chiesa a Sestri Levante, Sestri Levante dal porto, Il colle di Carignano, Ship-light) e a due Studi a pastello. Nel 1887 ottenne una certa notorietà alla V Esposizione nazionale artistica di Venezia con il dipinto Spes. Ispirata alla poesia di L. Stecchetti (pseudonimo di O. Guerrini) Spes ultima dea che nel 1879 P.F. Tosti aveva musicato e tradotto in romanza, l'opera, oggi di ubicazione ignota, fu acquistata dalla Repubblica Argentina e più volte riprodotta in litografia.
Nel 1888 fu chiamato a realizzare tre affreschi con Storie del Battista nella nuova chiesa parrocchiale di Carcare dedicata a S. Giovanni Battista (1888-91). A questi stessi anni si può far risalire anche la produzione ritrattistica del L., come testimoniano le effigi conservate nella Galleria d'arte moderna di Genova-Nervi del padre Tammar Luxoro e del pittore Nicolò Barabino: quest'ultima, commessagli dal Municipio di Sampierdarena e presentata all'Esposizione Colombiana italo-americana del 1892 in occasione delle celebrazioni per il quarto centenario della scoperta dell'America.
Nominato accademico di merito della Ligustica (1893), fu chiamato dalla fabbriceria della chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta di Rossiglione per realizzare un affresco con L'Assunzione della Vergine nella navata centrale (non eseguito: la fotografia dello studio preparatorio è conservata presso l'Archivio parrocchiale di Rossiglione) e altri nella zona absidale con il Transito di s. Giuseppe, I Genovesi rendono omaggio a s. Bernardo nella badia di Tiglieto, la Fede, la Speranza, la Carità. L'intervento del L. non piacque, però, ai committenti, tanto che i tre affreschi delle Virtù teologali furono coperti e in seguito ridipinti da R. Gambini.
Partecipe, attraverso il padre, dell'attività di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, svolta dalla Commissione conservatrice dei monumenti, nel 1896 ricevette l'incarico di effettuare con il restauratore V. Bigoni alcuni saggi degli affreschi settecenteschi scoperti nel complesso di S. Andrea destinato alla demolizione (Dufour Bozzo - Marcenaro, p. 39). A questi interessi rispondono alcuni dipinti esposti nel 1897-98 a Genova e alla LVII Promotrice torinese, raffiguranti luoghi caratteristici del territorio ligure come La grotta di lord Byron (forse identificabile con Grotta a Portovenere del 1896, già a Roma, collezione Saverio Kambo) e La chiesa di S. Pietro a Portovenere, le Vecchie mura di Genova e l'Interno del duomo di S. Lorenzo, il cui restauro era allora al centro di un'accesa discussione.
Nel 1899 succedette al padre nella direzione dell'Accademia ligustica nonché della scuola di paesaggio da questo fondata all'interno del medesimo istituto, proseguendone l'insegnamento basato sullo studio del motivo en plein air. Contemporaneamente portò a compimento, sotto la direzione di Dufour, gli affreschi della volta della cappella del Crocifisso nella chiesa genovese di S. Carlo (1890-98). Negli anni a cavallo tra i due secoli continuò la sua attività di frescante eseguendo diverse pitture nella villa di Rapallo acquistata dal banchiere C. Andreae.
Nello stesso periodo, in seguito al rientro in Italia della collezione d'arte orientale dell'incisore E. Chiossone, destinata con legato testamentario all'Accademia ligustica (1898), il L. ricevette l'incarico di catalogare e allestire nelle sale al terzo piano dell'istituto il consistente patrimonio, riordinato da O. Kakuzo e comprendente dipinti, disegni, incisioni, ma anche porcellane, lacche e oggetti d'arte raccolti dal Chiossone durante i ventitré anni di permanenza in Giappone in qualità di fondatore e direttore dell'Officina carte e valori del ministero delle Finanze a Tokyo. Fu probabilmente per adempiere a tale incarico che il L. passò "intensi anni di studio [(] specialmente a Parigi" (Rocchiero, p. 223), dove l'arte dell'Estremo Oriente era già ben conosciuta attraverso i lavori di E. De Goncourt e T. Duret. Il nuovo museo fu inaugurato nel 1905 alla presenza del re Vittorio Emanuele III (Pica).
In qualità di studioso di archeologia e storico dell'arte il L. iniziò a collaborare con la rivista Arte italiana decorativa e industriale (Un'officina artistica genovese, X [1901], 11, pp. 85-87; Gli stalli del coro nel duomo di Genova, XI [1902], 11, pp. 85-87; Le opere di Perin del Vaga e di Gian Bologna in Genova, XIV [1905], 2, pp. 13-16; La facciata posteriore del palazzo di S. Giorgio a Genova e il pittore L. Tavarone, XX [1911], 5, pp. 37-39) e con la Nuova Antologia.
Nel 1910 tornò a esporre regolarmente. Nel 1911 partecipò a Roma, in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario dell'Unità d'Italia, all'Esposizione artistica degli indipendenti (Iamensis a Portovenere, Ritratto). Alle Promotrici genovesi dei primi anni Dieci fu presente con vedute e paesaggi della Val Trebbia (1910, 1912, 1913), di Recco, Quarto, delle isole Eolie (1914) ora caratterizzati, pur sempre all'interno del linguaggio pittorico macchiaiolo, da una più sciolta grammatica segnica e coloristica, già rintracciabile in opere precedenti come Il golfo della Spezia visto da Portovenere del 1898 (già Roma, collezione Saverio Kambo). Ricevuto dal Municipio della città l'incarico di documentare le fortificazioni delle colonie genovesi nel Mar Nero, tra il 1913 e il 1914 eseguì una nutrita serie di dipinti (1913: Fortificazioni genovesi a Caffa in Crimea, Balaclava in Crimea, L'ingresso dei Dardanelli, Coste della Crimea, Torre genovese a Caffa; 1914: Costantinopoli: la porta di S. Sofia, Mar Nero: studio) finalizzata alla realizzazione di dodici pannelli decorativi di gusto esotico presentati nel 1914 all'Esposizione "Marina e igiene marinara". Tra questi si ricordano: Porto di Scio (1914: già Roma, collezione Saverio Kambo), Castello e fortificazioni genovesi sul Bosforo, Fortificazioni genovesi in Crimea, La colonia genovese di Pera, La colonia genovese di Galata, Le rive della Crimea (Genova-Nervi, Galleria d'arte moderna). L'anno successivo prese parte all'Esposizione universale di San Francisco con il grande dipinto Lo scoglio di Quarto, che donò all'incrociatore italiano omonimo, e alla LXI Promotrice genovese dove espose due dipinti, una scena di genere e un paesaggio, rappresentativi della sua ultima produzione. Il primo, Il medico e la suora (già Roma, collezione Saverio Kambo), "notevole per tonalità di luci e di bianchi" (Catalogo della successione(, p. 22 n. 390) era caratterizzato da una ricerca tonale memore delle esperienze impressioniste francesi, sperimentata dall'artista in Bambina in bianco del 1903 (già Roma, collezione Saverio Kambo) e poi sviluppata nei bianchi in controluce del Ritratto di giovinetta all'aperto del 1916 (ibid.). Il secondo, In porto (1914: Genova-Nervi, Galleria d'arte moderna), contrassegnato da moderati accenti sulla via del divisionismo, testimonia invece il duraturo legame del L. con un soggetto tipico del paesaggio e della storia di Genova, ripreso attraverso una visione ravvicinata e intima mutuata dall'inquadratura fotografica (Fanale galleggiante: Genova-Pegli, Museo navale; Bacino galleggiante nel porto di Genova: Genova-Nervi, Galleria d'arte moderna). Continuò a partecipare alle mostre annuali della Promotrice fino al 1918, anno a cui risale anche il dipinto Polizia del mare (già Roma, collezione Saverio Kambo) raffigurante un episodio della guerra allora in atto.
Il L. morì a Genova il 10 giugno 1918.
Fonti e Bibl.: Rapallo, Arch. privato Alessandro Andreae; V. Pica, Il Museo Chiossone a Genova, in Emporium, XXII (1905), pp. 473-476; Catalogo della successione del dottor professore Saverio Kambo. Vendita all'asta, Roma 1934, pp. 5, 7, 10, 12, 15, 17, 20, 22, 25, 27, 33, 36, 38, 41, 43, 46, 48, 50, 53; Mostra di pittori liguri dell'Ottocento (catal.), Genova 1938, pp. 16 s., 108; A. Cappellini, La pittura genovese dell'Ottocento, Genova 1938, p. 127; F. Boggero, Chiesa di S. Maria Immacolata, Genova 1979, p. 14; V. Rocchiero, Scuole, gruppi, pittori dell'Ottocento ligure, Roma 1981, pp. 223 s.; G. Bruno, La pittura in Liguria dal 1850 al divisionismo, Genova 1982, pp. 47 s., 456; C. Dufour Bozzo - M. Marcenaro, Medioevo demolito. Genova 1860-1940, II, Genova 1990, pp. 39, 54, 91, 115, 300; M.F. Giubilei et al., La pittura di paesaggio in Liguria tra Otto e Novecento. Collezionismo pubblico e privato nelle raccolte della Galleria d'arte moderna di Genova, Genova 1990, p. 150; R. Beccaro, in La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, II, pp. 888 s.; A.M. Comanducci, Diz. dei pittori, scultori e incisori italiani(, Milano 1972, pp. 1776 s.