Alfrico
Fecondo scrittore anglosassone nato intorno alla metà del 10° secolo. Nel 989 entrò a far parte come monaco della nuova fondazione benedettina di Cerne Abbas nel Dorset. Ad A., oltre a un modesto Colloquy contenente riferimenti all'artigianato contemporaneo, è stata attribuita una versione in inglese antico, tuttora conservata, dei primi sei libri della Bibbia, unico tentativo di tradurre una parte consistente dell'Antico Testamento in inglese prima del 14° secolo. In realtà si tratta di un testo posteriore, che si avvale semplicemente di alcune traduzioni di A. stesso. Di questo Esateuco, con sontuose illustrazioni, rimane una copia anglosassone (Londra, BL, Cott. Claud. B. IV) corredata da 394 immagini che fu eseguita verso la metà del sec. 11°, probabilmente nel monastero di St Augustine a Canterbury, forse come esemplare di una 'edizione' preparata per i laici. Alcune parti, rimaste in fasi di elaborazione diverse, offrono un eccellente esempio dei procedimenti con cui a quell'epoca in Inghilterra venivano miniati i manoscritti. Il fatto che le illustrazioni seguissero scrupolosamente il testo in inglese antico - che variava talvolta dalla Vulgata - dimostra anche che la maggior parte di esse veniva creata dagli artisti e non copiata pedissequamente da modelli preesistenti.
La componente di originalità contenuta nell'opera è notevole e l'iconografia di Mosè con le corna ha origine proprio in questo particolare manoscritto. Le illustrazioni raffigurano la storia di Israele in termini che riflettono il periodo anglosassone e per questo motivo esse costituiscono una fonte importante per uno studio visivo delle condizioni sociali dell'epoca.
Bibliografia
G. N. Garmonsway, Aelfric's Colloquy, London 1947 (19672).
D. Whitelock, s.v. Aelfric, in EB, I, 1962, p. 220.
C. R. Dodwell, P. Clemoes, The old English illustrated hexateuch, Kobenhavn 1974.
P. E. Szarmach, J. Pinborg, s.v. Aelfric (grammaticus), in Lex. Mittelalt., I, 1977, coll. 180-181.