ALGERI
Capitale della Repubblica democratica popolare di Algeria. La città fu fondata verso la metà del X sec. sul luogo dell'antica Icosium. Il nome è tratto da alcune isolette riunite alla città mediante un molo di difesa del porto.
Museo. - Il primo museo di A. fu organizzato, insieme alla biblioteca, da A. Berbrugger nel 1835. Fin dall'inizio furono qui raggruppati oggetti provenienti da diverse parti dell'Algeria insieme a qualche pezzo proveniente dalla Tunisia. Nel 1897 un nuovo locale è stato inaugurato a Mustapha-supérieur (attuale Parco della Libertà).
I documenti relativi al periodo pre-romano non sono molto numerosi; i più importanti sono le stele con iscrizioni libiche che provengono dalla Grande Kabilia e, in particolare, la stele di Abizar trovata nel 1858, sulla quale si vede un personaggio a cavallo, con uno scudo rotondo e tre lance, col braccio destro alzato. Interessanti sculture di arte locale testimoniano influenze puniche: sono le stele a frontone della vecchia Arzeu, l'antica Portus Magnus, talvolta decorate dal segno di Tanit; più spesso vi è rappresentato un personaggio con le braccia aperte. Alcune di queste stele presentano delle iscrizioni puniche.
Da Cherchel (v. vol. ii, p. 543-545) sono state qui trasportate numerose repliche di opere greche. Tra queste le più importanti sono un torso di Venere, replica dell'Afrodite Gnidia, un Nettuno e una delle figure femminili drappeggiate (che si sono anche identificate con cariatidi o con una Demetra), che derivano da un originale della metà del V secolo.
Anche altre copie di opere greche e sculture romane sono riunite ad A., come il sarcofago di Port Gulydon, con il mito di Bellerofonte, e il sarcofago cristiano di Dellys, col Cristo docente e scene di miracoli.
L'arte africana di epoca romana è mal rappresentata; sono solo da segnalare le molto espressive stele di Saturno che sono state trovate a Beni Fouda, presso Setif, le stele funerarie, tra cui quelle di Cherchel. Numerosi bronzi meritano di essere segnalati, come il Fanciullo con l'aquila da Lambesi, suppellettili religiose tra le quali frammenti di un altare isiaco dal medesimo luogo, inoltre opere di grande forza espressiva come la maschera da Grimidi o la testa di giovinetta da Timgad.
Numerosi pavimenti a mosaico sono stati riuniti al museo di A.; tra questi segnaliamo il mosaico di Ulisse, da Tipasa, il mosaico funerario di Lambiridi, la Nereide di La Kalaa da Beni Hammad e ancora alcuni frammenti di iscrizioni cristiane, come i mosaici della basilica di Alessandro e della basilica di Salsa a Tipasa. Numerose iscrizioni funerarie cristiane sono inoltre esposte nelle sale del museo (per esempio quella di Mastiés che proviene da Arris).
Il museo possiede infine materiali particolarmente importanti per la storia del periodo tardoantico; il tesoro di oreficeria trovato a Ténès, e le tavolette di legno di epoca vandala, note come le Tavolette Albertini.
Bibl.: A. Berbrugger, Bibliothèque-Musée d'Alger, livret explicatif des collections diverses de ces deux établissements, Algeri 1861; G. Doublet, Musée d'Alger, Parigi 1893; G. Marie e J. Wierzerjski, Musée National des Antiquités algériennes, catalogue, Algeri 1899; P. Wuilleumier, Musée d'Alger supplément, Parigi 1928. Per le più recenti acquisizioni del museo: Ch. Courtois, L. Leschi, Ch. Perrat, Ch. Saumagne, Tablettes Albertini, Parigi 1952; J. Heurgon, Le Trésor de Ténès, Parigi 1958.