SWINBURNE, Algernon Charles
Poeta, nato a Londra il 5 aprile 1837, ivi morto il 10 aprile 1909. Discendeva da antica e nobile famiglia del Northumberland che fino alla fine del Settecento ebbe stretti contatti con la Francia. Ebbe grande influenza su di lui il nonno, sir John Edward Swinburne, che, educato in Francia e simile in apparenza a un nobile francese (come può vedersi da un ritratto del Gainsborough), pose fine alla tradizione cattolica e giacobita della famiglia facendosi protestante. Il padre dello Sw., Charles Henry, ufficiale di marina, sposò nel 1836 una cugina in secondo grado, lady Jane Henrietta, figlia del conte di Ashburnham, che era stata educata in parte in Francia e in Italia e amava la letteratu̇ra di questi paesi, amore che doveva trasfondere nel figlio fin dalla fanciullezza. Lo Sw. passò i primi anni a Bonchurch, nell'isola di Wight, dove la famiglia risiedeva abitualmente: la passione pel mare istillatagli da questo soggiorno doveva rimanere uno dei motivi fondamentali del poeta. Cominciò gli studî a Eton (dal 1849 al 1853), ove diede i primi saggi della sua abilità nell'assimilare lingue straniere, vincendo il premio del principe consorte per le lingue moderne (nell'età matura lo Sw. scrisse eleganti versi anche in francese, in latino e in greco). Già nel 1849 la lettura dei cupi drammi elisabettiani gli suggeriva una cruenta tragedia di soggetto cristiano, The Unhappy Revenge, dove i personaggi esaltano la voluttà del martirio; i sistemi disciplinari di Eton (flagellazione) dovevano molto contribuire a orientare la speciale sensibilità del poeta. Studiò poi privatamente, e dopo aver chiesto invano ai genitori di arruolarsi (gli avvenimenti della guerra di Crimea e specialmente la carica di Balaklava l'avevano fortemente impressionato), entrò a Balliol College, Oxford, nel gennaio del 1856. A Oxford lo Sw. fece parte d'una società di studenti, "Old Mortality", di cui era anima John Nichol, repubblicano che aveva seguito con fervore le rivoluzioni italiana e ungherese del 1848, e aveva incontrato Mazzini e Kossuth: costui infuse nello Sw. un entusiasmo destinato a durare tutta la vita. La prima manifestazione di quest'entusiasmo fu l'Ode to Mazzini, composta tra la fine del 1856 e il principio del 1857. Alla fine del 1857 "Old Mortality" ebbe un organo nella rivista Undergraduate Papers: a questa lo Sw. collaborò con un articolo che rifletteva le idee politiche del Nichol, contro la Chiesa sostenitrice del secondo impero, Church Imperialism, e soprattutto con un poema, Queen Iseult, Canto I, e un saggio su The Early English Dramatists, che riflettevano una ben diversa influenza, quella dei preraffaelliti, coi quali lo Sw. era venuto in contatto nel frattempo (subì dapprima sopra tutto l'influsso di William Morris [v.]). Sebbene lo Sw. desse tali prove di maturità intellettuale e vincesse anche la Taylorian Scholarship per il francese e l'italiano (aveva regolarmente seguito le lezioni di Aurelio Saffi a Oxford), trovò difficoltà a superare esami di legge e di storia, e lasciò l'università nel giugno del 1859 senza conseguire diploma. Non è da escludersi che l'abbandono dell'università fosse dovuto all'intervento delle autorità universitarie, poiché lo Sw., sviluppando rapidamente al contatto dell'ambiente artistico preraffaellita tendenze sensuali che portava in sé, dava scandalo con l'irregolarità dei suoi costumi e delle sue opinioni. Nel 1858-59 dava libera espressione alla sua sensibilità algolagnica in un dramma di tipo elisabettiano (che non fu pubblicato), Laugh and Lie Down, ove col personaggio d'Imperia appare il tipo della donna scostumata, imperiosa e crudele, destinato a dominare nell'opera del poeta. Nel 1861 Richard Monckton-Milnes rivelava allo Sw. l'opera del marchese di Sade; in questo torno di tempo confluivano insieme, a dare definitivo carattere all'ispirazione dello Sw., l'influsso del cruento Rinascimento dei drammaturghi elisabettiani, quello del cruento Medioevo dei preraffaelliti, quello dell'orgiastica antichità di Théophile Gautier e della torva modernità di Baudelaire, l'Ate delle tragedie greche, l'implacabile dottrina del Vecchio Testamento, e il truce edonismo nichilista del de Sade.
Nel 1860 appariva il primo volume dello Sw., The Queen Mother and Rosamond (due drammi); nel 1861 il poeta visitava la Riviera e l'Italia settentrionale; di ritorno, si stabiliva a Londra, e viveva in stretto contatto coi preraffaelliti (nel 1863 abitava a Tudor House in Chelsea, insieme con D. G. Rossetti e con il Meredith); nel 1862, aveva luogo un episodio che segna il momento critico nella vita sentimentale dello Sw.: il suo amore, respinto, per Jane Faulkner, che ispira al poeta una delle sue liriche maggiori, The Triumph of Time, patetico addio all'intravveduta vita normale. Nella primavera del 1863 lo Sw. si recava a Parigi col Whistler e incontrava Manet e Fantin-Latour; nell'estate dello stesso anno, trovandosi nell'isola di Wight, perdeva la sorella favorita, Edith, e sotto l'impressione dell'acuto dolore scriveva i primi versi di Atalanta in Calydon; nei primi mesi del 1864 viaggiava di nuovo sul continente e a Firenze aveva un memorabile incontro con W. S. Landor, ammirato dallo Sw. per i suoi ideali pagani e repubblicani. Verso la fine dell'ottobre 1864 Atalanta era finita; pubblicata nel 1865, codesta tragedia a imitazione dei Greci otteneva grande successo; il Ruskin la definiva "la più magnifica cosa che giovane abbia mai fatto: per quanto egli sia un giovane demoniaco"; al trionfo del giovane poeta s'aggiungeva lo stesso anno una nota piccante con la pubblicazione della tragedia Chastelard, ove il delirio erotico del protagonista, anelante a immolarsi alla fatale Maria Stuarda, dava perfetta espressione alla sensibilità dello Sw. Al trionfo seguiva un successo di scandalo nel 1866 con la pubblicazione dei Poems and Ballads, prima serie, raccolta dominata dalla figura dell'idolo sanguinario e implacabile del poeta, cantato come Venere (Laus Veneris), come Faustina (Faustina), come Erodiade, Cleopatra, e le altre lussuriose regine orientali che sfilano nel Masque of Queen Bersabe, infine soprattutto come Dolores, Nostra Signora dello Spasimo dei Sensi (Dolores), che il poeta invoca in una litania che è tutta una profanazione sadica: litania che poi i giovani, in reazione alla società vittoriana, che aveva trovato il suo ideale in Tennyson, declameranno a sfida.
La libidine algolagnica trovava espressione soprattutto nell'ardito canto messo in bocca a Saffo, Anactoria; ancor più sottilmente era analizzata nel romanzo che lo Sw. scrisse tra il 1864 e il 1867 (non pubblicato), Lesbia Brandon. Intorno al satanismo di Sw. si formò una leggenda, che il poeta stesso prese gusto ad accreditare; ma d'altronde la teoria, una volta corrente, che nei Poems and Ballads lo Sw. non incorporasse alcuna esperienza personale, ma solo una sfida alla società contemporanea, non è più sostenibile dopo recenti rivelazioni sui rapporti del poeta con S. Solomon, con G. E. J. Powell, sulla sua frequentazione di locali speciali, ecc. Nel 1867 il Rossetti tentò di ricondurre sulla via della normalità lo Sw. favorendo una sua relazione intima con la cavallerizza Adah Menken; tuttavia il poeta era già riuscito a distrarre la sua ispirazione da temi morbosi riprendendo il giovanile interesse per la causa repubblicana e la rivoluzione, e volgendosi all'Italia e a Mazzini. Karl Blind preparò un incontro fra lo Sw. e Mazzini il 30 marzo 1867, e il giovane poeta fu solennemente investito della missione di aedo della libertà. Pare che questo incontro fosse suggerito dai familiari del poeta, preoccupati di deviare i suoi ardori e di secondare le tendenze di sublimazione che si erano rivelate in lui. A Mazzini lo Sw. lesse il suo Song of Italy, infiammato ditirambo in lode dell'Italia e delle sue città; vi fece seguito con i Songs before Sunrise (canti prima dell'alba: dell'alba della libertà), ispirati agli avvenimenti italiani di quegli anni (p. es., Blessed Among Women per la signora Cairoli, Mentana: first anniversary, The Halt before Rome, sull'arresto di Garibaldi il 24 settembre 1867), agli ideali repubblicani (come la bella poesia su Siena), e a concezioni metafisiche (come A Hymn of Man, Hertha, inno al principio vitale della materia, secondo gli insegnamenti della filosofia di Auguste Comte). I Songs before Sunrise, preceduti da una dedica in versi al Mazzini, furono pubblicati nel 1871.
Il 10 marzo 1867 il Mazzini, possibilmente a istigazione dei famigliari dello Sw., scrisse a costui una bella ed energica lettera che fu come uno squillo di tromba agli orecchi del poeta: "Mentre si combatte l'immensa, eroica, titanica battaglia, battezzata in ogni luogo dalle lacrime dei fervorosi e dal sangue dei prodi, tra il Giusto e il Torto, tra la Libertà e la Tirannia, la Verità e la Menzogna, Iddio e il Diavolo - con una nuova concezione della Vita, una nuova Sintesi religiosa, un nuovo mondo europeo che si sforza di sorgere dalle tombe di Roma, di Atene, di Bisanzio e di Varsavia, trattenuto da un pugno di miscredenti coronati e da un manipolo di mercenari - il poeta dovrebbe essere l'apostolo d'una Crociata, la sua parola, parola d'ordine per le nazioni combattenti, e canto funebre per gli oppressori. Non ci cullate con canti di amore egoistico e d'idolatria per la bellezza fisica: scuotete, rimproverate, incoraggiate, insultate, bollate i codardi, inneggiate ai martiri, diteci che abbiamo un gran Dovere da adempiere... Dateci una serie di "Liriche per la Crociata"... Voi lo potete, se lo volete". Il Mazzini assunse in un certo senso la direzione spirituale dello Sw., e non tralasciò mai di dare al poeta l'impressione di sorvergliarlo attentamente; comunicò col poeta, mentr'era all'estero, attraverso un intermediario, secondo i metodi misteriori di cospirazione che gli erano abituali; quell'intermediario fu di solito Emilia Venturi; tra costei e lo Sw. il Mazzini incoraggiò un'amicizia intima, conscio che lo Sw. "avrebbe potuto esser trasformato... meglio da una donna che gli volesse molto bene e al tempo stesso affermasse una superiorità morale su di lui" (lettera dell'aprile 1867).
Il Hymn of Man (during the Session in Rome of the Oecumenical Council) ha un retroscena interessante pei rapporti tra Sw. e l'Italia: nell'ottobre del 1869 il radicale G. Ricciardi decise d'inaugurare a Napoli un concilio anticattolico che avrebbe tenuto le sue sessioni durante il Concilio ecumenico, e tra l'altro avrebbe pubblicato lettere e manifesti di simpatizzanti incapacitati a intervenire. Lo Sw. e W. M. Rossetti decisero di mandare una lettera d'adesione al Ricciardi. Soppresso dalle autorità il concilio anticattolico, lo Sw. tentò di far stampare il manifesto da lui redatto col Rossetti, ma invano; pubblicò poi nei Songs before Sunrise quel Hymn of Man che avrebbe dovuto esser letto al concilio.
Nei tredici anni fra l'Atalanta in Calydon e la seconda serie di Poems and Ballads, lo Sw. visse quasi sempre a Londra (tra gli altri soggiorni, notevole quello dell'estate 1868 a Étretat, ove il poeta conobbe il Maupassant che doveva dare un pittoresco bozzetto dell'incontro nella prefazione alla versione francese di G. Mourey dei Poems and Ballads); la grande tensione di lavoro letterario e le intemperanze, soprattutto alcooliche, portarono accessi di depressione nervosa, che assunsero forma pericolosa nel 1879; intanto apparivano i primi sintomi della sordità che dopo il 1880 afflisse il poeta.
Si dovette all'intervento di Theodore Watts-Dunton se lo Sw. ricuperò la salute: i due intimi amici andarono a vivere in una villa a Putney (Londra), "The Pines", e da questo sereno, per quanto urbano romitaggio, lo Sw., libero da ogni noia e da ogni responsabilità grazie all'assistenza gelosa del Watts, continuò a diffondere poemi, drammi e critiche fra il crescente disinteressamento del pubblico, fino alla morte, avvenuta per polmonite.
Nelle opere del periodo che va da circa il 1870 alla morte, il poeta, pur ampliando e raffinando le sue impressioni di fronte alla natura (p. es., in A Forsaken Garden della seconda serie di Poems and Ballads, 1878, che contiene anche un magnifico lamento per la morte di Baudelaire, Ave atque Vale; in Songs of the Springtides e Studies in Song, 1880, ispirati dall'oceano; in Poems and Ballads, serie 3ª, 1889, in Astrophel and other Poems, 1894; in A Channel Passage and other Poems, 1904), e perfezionando le sue qualità di drammaturgo sui modelli elisabettiani (come nella seconda e terza parte della trilogia di Maria Stuarda, Bothwell, 1874, Mary Stuart, 1881) o greci (Erechtheus, 1876), e provandosi nel poema cavalleresco (Tristram of Lyonesse, 1882), e soprattutto scrivendo pagine di critica spesso ispirata, ma di solito più eloquente che acuta (Essays and Studies, 1875, A Study of Victor Hugo, 1886 - per l'Hugo lo Sw. nutriva profonda devozione -, Studies in Prose and Poetry, 1894, Charles Dickens, 1902, un altro degl'idoli dello Sw., The Age of Shakespeare, 1908, ecc.), di divertente polemica (Under the Microscope, 1872, risposta all'attacco di R. W. Buchanan contro i preraffaelliti, The Fleshly School of Poetry), e di parodia (The Heptalogia, 1880) - non diede nulla che per intensità possa reggere al confronto con le opere giovanili - soprattutto l'Atalanta in Calydon e la prima serie di Poems and Ballads - che resero celebre il poeta.
A queste ultime opere si raccomanda la sua fama. Il cerchio d'ispirazione dello Sw. è assai limitato, e coincide con la sua speciale sensibilità nei suoi aspetti immediati o sublimati (come nei Songs before Sunrise): poiché la dea Libertà adorata dal poeta non è che una sublimazione del suo tipo di donna; una divinità insofferente di freni e di leggi (ipostasi della donna scostumata), fatale e crudele nell'esigere il sacrificio di vite umane (ipostasi dell'algolagnia). Le teorie anarchiche del Sade e di William Blake (su cui lo Sw. scrisse un notevole studio nel 1868) fornirono allo Sw. il sostrato filosofico. Anche come adoratore di quella Mater Dolorosa e Mater Triumphalis che è per lui la Libertà, egli è sempre, in fondo, the powerless victim of the furious rage of a beautiful woman, secondo la formula da lui data del suo ideale erotico. Nella sensibilità dello Sw. è la chiave dell'enigma della sua complessa natura, combattuta tra una tendenza alla sottomissione (culto idolatra per Mazzini, Hugo, Landor) e una tendenza alla rivolta, misto di qualità infantili, di perversioni inquietanti, e di dignità ed equilibrio virili.
Servendoci della terminologia nietzschiana, possiamo definire lo Sw. come un artista in cui il momento dionisiaco e il momento apollineo non sono bene equilibrati: in lui riscontriamo appunto quell'esasperazione che il Nietzsche diee propria del momento dionisiaco. Nelle opere dello Sw. troviamo spesso un residuo di passionalità astratta, di volontà insoddisfatta, non ancora assurta a espressione musicale, né ancora placata nella contemplazione: onde quel girare attorno a un centro potenziale, senza raggiungerlo, così caratteristico di questo poeta. Musica pura la sua arte non può essere, perché il suo fervore passionale non si è universalizzato; pura poesia non può essere se non quando l'aspirazione musicale riesce a tradursi in calmi simboli ideologici: "astrazione" è dunque troppo spesso la parola che la contraddistingue: arte che resta a mezz'aria, tentando di surrogare la non raggiunta espressione musicale eol meccanismo delle assonanze e delle allitterazioni, cercando di sostituire la non raggiunta espressione poetica con preziosità d'immagini e con artifizî retorici. Nei casi migliori quest'arte riesce in impressionismo e simbolismo, cioè come tentativo di suggerire l'inapparente per mezzo dell'apparente. Di rado, quindi, lo Sw. ci dà opere perfette, ma quando ce le dà esse non possono essere che opere di poesia, e non opere d'un nuovo genere di musico-poesia, come si è suggerito da alcuni critici desiderosi di difendere l'astratta e spesso vuota musicalità dei suoi versi. Ad appoggiare questa concezione dello Sw. come d'un poeta iperdionisiaco - per definir così quella patologia che tutti sentono nel suo stile - si può riferire quel che i contemporanei ci narrano del suo aspetto fisico: Sw. ci vien descritto come un essere irrequieto, che passeggiava a un ritmo di danza, che, pur seduto, vibrava di continuo, quasi battesse il tempo, con un celere moto delle mani e spesso anche dei piedi, come sotto l'impulso d'un'eccitazione essenziale. Il dionisiaco Sw. è un ossessionato, cioè un passivo; non domina il suo mondo dal centro, ma è dominato dalla sua ebbrezza irrefrenabile; in lui è la possibilità di ricevere multiformi impressioni, ma con scarso o nessun potere selettivo; in lui è entusiasmo, ma entusiasmo formale, vagabondo. Ecco perché si è notata in lui (da Coventry Patmore) "una sproporzione tra il suo potere di dir le cose e le cose che ha da dire"; ecco perché fu definito (dal Tennyson) "una zampogna attraverso cui tutto si converte in musica". Mentre l'ossessione nei poemi sensuali trova nell'aspirazione alla morte la sua chiusa naturale (in questo senso The Triumph of Time è forse il capolavoro dello Sw.), nei canti politici questa secondo momento è eluso con espedienti retorici: onde la minor spontaneità e la frequente inefficacia di questi ultimi.
Bibl.: Works: Bonschurch Collected Edition, in 20 volumi, Londra 1926-27; in questa è ripubblicata la biografia di E. Gosse, la cui prima ediz. è del 1917; T. J. Wise, A Bibliography of Sw., voll. 2, Londra 1918-19; v. anche la bibliografia in M. Praz, Poeti inglesi dell'Ottocento, Firenze 1925. In quest'ultimo volume figurano tradotte alcune poesie dello Sw.; altre versioni han dato E. Teza, S. Menasci, G. Chiarini, L. Siciliani, e soprattutto G. Celenza, Atalanta in Caidone, Firenze 1922, con prefaz. di E. Cecchi. Per le imitazioni di E. Nencioni e di G. d'Annunzio, vedi M. Praz, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Milano-Roma 1930; ivi pure per l'algolagnia swinburniana, sulla quale vedi, per maggiori particolari: G. Lafourcade, La Jeunesse de Sw., Parigi 1928; id., L'algolagnie de Sw., in Hippocrate (Revue d'humanisme médical) 1935. Del Lafourcade è anche l'ottima biografia, Sw., a literary biography, Londra 1932. Tra i molti studî, notevoli quelli di P. E. Thomas, Londra 1912, T. E. Welby (nella seconda ediz., Londra 1926) e C. K. Hyder, Sw.s Literary Career and Fame, Durham N. C. (America) 1933. Per le relazioni con l'Italia, oltre al Lafourcade, vedi L. Richter, Sw.s Verhältnis zu Frankreich u. Italien, in Münchener Beiträge, fasc. 51, e A. Galimberti, l'Aedo d'Italia, Palermo 1925, con bibliografia (incompleta) di saggi e versioni italiane; M. Praz, Le tragedie "greche" di A. Ch. Sw. e le fonti dell'"Atalanta in Calydon", in Atene e Roma, luglio-settembre 1922: id., Swinburne, in La cultura, 15 ottobre 1922: id., Il manoscritto dell'"Atalanta in Calydon", ibid., luglio 1929.