NADDEO, Alighiero
– Nacque a Roma il 18 agosto 1930 da Giuseppe Osvaldo, impiegato bancario, e da Paola Gelanzé, insegnante.
Studiò presso l’Università di Roma La Sapienza conseguendo la laurea in legge nel 1952 e in scienze statistiche nel 1953. Giovanissimo, iniziò a lavorare come impiegato all’ENI, ma già nel 1954 fu richiamato dal suo maestro, Marcello Boldrini, statistico e politico, come assistente alla facoltà di scienze statistiche, ruolo che svolse fino al 1961. Con Boldrini fu coautore di Le statistiche empiriche e la teoria dei campioni (Milano 1957).
Nel 1960, a soli 30 anni, vinse il concorso per la cattedra di statistica e alla fine del 1961 fu nominato professore di statistica presso l’Università di Trieste: passò poi a Venezia, dove fu preside della facoltà di economia e commercio dal 1968 al 1974, fornendo prova di non comuni doti di coordinatore e organizzatore, quindi a Napoli e, infine, a Roma. Durante il periodo di docenza a Venezia insegnò anche a Trento, presso l’Istituto universitario di scienze sociali, nato pochi anni prima e all’avanguardia per gli studi sociologici e le rivolte studentesche.
Il 20 aprile 1960 sposò Maria Teresa Patriarca, studentessa di statistica, con la quale ebbe due figli, Stefania (1961), docente del Dipartimento di metodi quantitativi dell’Università di Siena, e Federico (1963).
Nel 1977 iniziò l’insegnamento presso la facoltà di economia e commercio dell’Università La Sapienza, che tenne fino alla morte, ottenendo la medaglia d’oro di benemerito della scuola. Dal 1979-80 al 1982-83 fu direttore dell’istituto di statistica, influenzando l’orientamento degli studi statistici nella facoltà, consigliando alcune linee di ricerca e indicando vie didattiche maggiormente attente agli aspetti metodologici. Si distinse inoltre per il deciso e concreto impegno per la fondazione del dipartimento di studi geoeconomici, statistici e storici per l’analisi regionale nel 1983, nel momento in cui l’assetto dipartimentale andava affermandosi nell’università italiana. Del dipartimento, proprio pochi mesi prima di morire, fu eletto direttore, il secondo dalla sua istituzione. Negli ultimi anni insegnò anche presso la LUISS di Roma.
Con «brillanti intuizioni, fervida creatività, mente rigorosamente logica» (Herzel 1989, p. 17), Naddeo si occupò soprattutto di statistica metodologica, ma anche di statistiche applicate e di demografia. Particolarmente feconda fu la sua produzione nel campo dell’induzione statistica che annovera un originale test di normalità, l’incisiva collaborazione al volume Critical analysis of Ian Hacking’s book ‘Logic of statistical inference’, pubblicato con Amato Herzel e Giampiero Landenna a cura della Società italiana di statistica (SIS; Roma 1981), e il significativo Inferenza statistica (ibid. 1987), ultimo dei nove libri che scrisse. Di particolare rilievo fu anche il testo Statistica di base. Con temi di approfondimento e di ricapitolazione (ibid. 1981), nel quale i problemi e i metodi della statistica elementare sono esposti in una visione coerente, ampia e approfondita.
Nell’acuta relazione Impostazione dei problemi di inferenza statistica classica al convegno I fondamenti dell’inferenza statistica tenuto al dipartimento statistico-matematico dell’Università di Firenze nell’aprile 1977 (Atti, Firenze 1978), a testimoniare il suo vivo interesse per gli aspetti puramente concettuali, Naddeo giudicava «necessario distinguere le due forme di conoscenza, e cioè quella dal contenuto culturale [...] da quella in cui predomina il contenuto economico»; e «per stabilire un punto di frontiera» escludeva dalla prima, poiché estranei, «tutti i criteri decisionali che si fondano su funzioni di perdita. L’esclusione – precisava – è motivata da un intento di chiarezza, per evitare cioè confusioni tra finalità ben diverse del processo inferenziale» e per enucleare gli «strumenti metodologici [...] rivolti alla pura finalità scientifica di calibrare, cogliere o respingere un modello teorico, trascurando di considerare le possibili azioni che in seguito alle conclusioni possono essere intraprese anche perché, in molti casi, non c’è alcuna azione da intraprendere». Nella discussione alla tavola rotonda che concluse il convegno, Naddeo disse: «Dovendo esprimere in modo molto drastico [...] la mia impressione è che l’atteggiamento dei neobayesiani nella statistica inferenziale sia ispirato a un eccessivo materialismo che aspira a monetizzare tutto lo scibile». Perché «qui si confonde [...] tra conclusione e decisione. Ci sono conclusioni che portano a decisioni e conclusioni che non portano a decisioni» (in Scardovi, 2004, p. 224 s.).
Naddeo lavorò molto in collaborazione con l’amico e collega Herzel, che lo descrisse come un uomo «schivo e solitario, ma volitivo e alieno da compromessi: una vita dedita al lavoro, talvolta in condizioni di salute precarie» (Herzel 1989, p. 18), spesso vittima della depressione. In tema d’inferenza Naddeo e Herzel, seguendo l’impostazione degli statistici della Scuola britannica Jerzy Neyman ed Egon Pearson, dedicarono gran parte delle loro ricerche alla teoria dei test d’ipotesi, convinti che quella teoria potesse risolvere le ambiguità e le contraddizioni contenute nelle altre proposte. Tuttavia Naddeo ammise: «Avrei desiderato inquadrare in modo compatto le varie metodologie inferenziali della scuola classica e approfondirne la ratio sottostante. Ma al momento di concretare quest’intenzione per i problemi specifici della stima e della verifica di ipotesi mi sono trovato di fronte a una pluralità di criteri di ottimizzazione difficilmente unificabili. E quando ho voluto esplorare la filosofia ispiratrice di questi criteri, ho dovuto ripiegare su parole come ‘ragionevole’, ‘giustificabile’ che non avrei mai voluto usare perché non mostrano alcun carattere di necessità logica» (Impostazione dei problemi di inferenza statistica classica, cit.; Monari 2004, p. 333). Pur oggettivista convinto, sosteneva posizioni divergenti in alcuni punti dalla teoria neymaniana del campionamento ripetuto, a riprova di un’indipendenza di pensiero. Nella relazione Metodi e tecniche di campionamento da popolazioni finite, alla XXXII Riunione scientifica della SIS (Sorrento 1984, Atti, I, p. 187-210), sottopose ad analisi critica i più recenti indirizzi di teoria dei campioni. Non meno importanti furono i suoi contributi nel campo della statistica descrittiva: si occupò con risultati notevoli degli indici di variabilità relativa e mise in luce i legami tra l’analisi delle componenti principali e altri metodi di analisi multivariata.
Nel 1985 per celebrare il centenario della fondazione dell’International institute of statistics (ISI), la SIS propose di presentare alla 46a sessione ISI, in programma a Tokyo nel 1987, un testo basato su una revisione in inglese dei principali contributi italiani alla statistica del 20° secolo. Naddeo fu il coordinatore del progetto al quale parteciparono molti eminenti statistici italiani e che produsse il libro Italian contributions to the methodology of statistics (Padova 1987), con contributi riesaminati, integrati e sistematizzati da Herzel.
Non ancora docente, Naddeo aveva svolto indagini di parapsicologia e comunicazione del pensiero: in una ricerca sulla percezione extrasensoriale condotta su 500 studenti concluse che i risultati corretti erano più alti dell’aspettativa casuale. La sua versatilità lo portò infine ad affrontare studi su fecondità e mortalità e a condurre indagini per l’elaborazione di modelli econometrici per la domanda di trasporti.
Morì improvvisamente il 2 settembre 1989, a Roma. È sepolto nel cimitero del Verano.
Opere: La mortalità in Italia dopo il 1950, Roma 1959; La teoria dei test statistici, Milano 1963; Metodi statistici nella ricerca scientifica, 1, Il risultato sperimentale come entità casuale; 2, Il risultato sperimentale come elemento campionario, con G. Landenna, ibid. 1966; Presentazione a E. Burger, Introduzione alla teoria dei giochi. Con esempi di applicazioni a problemi economici, aziendali, sociologici e di analisi statistica, ibid. 1967; Min-max rule for multiple statistical decision problem, con M. Di Bacco e F. Giannessi, Pisa 1973; Domanda di viaggiatori a lunga distanza, con M. Del Viscovo, Roma 1976; Modelli econometrici per la domanda di trasporto, con M. Del Viscovo, ibid. 1986.
Fonti e Bibl.: A. Herzel, In ricordo di A. N., in Bollettino SIS, dicembre 1989, 16-17, p. 17-18; L. Spence, Encyclopedia of occultism and parapsychology, p.te 2a, Whitefish 2003, p. 635; I. Scardovi, Presentazione, in Statistica, LXIV (2004), 2, numero speciale dedicato ad A. Naddeo e A. Herzel, p. 223-225; G. Leti, The international activities of Italian statisticians prior to the Second World War, ibid., pp. 317-331; P. Monari, Il controllo delle ipotesi statistiche: teorie a confronto, ibid., p. 333-344; La Facoltà di Economia: cento anni di storia, 1906-2006, a cura di R. Cagiano De Azevedo, Soveria Mannelli 2006.