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All Quiet on the Western Front

di Roy Menarini - Enciclopedia del Cinema (2004)
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All Quiet on the Western Front

Roy Menarini

(USA 1930, All'Ovest niente di nuovo, bianco e nero, 141m a 24 fps, 107m nell'edizione sonora); regia: Lewis Milestone; produzione: Carl Laemmle Jr. per Universal; soggetto: dal romanzo Im Westen nichts neues di Erich Maria Remarque; sceneggiatura: Dell Andrews, Maxwell Anderson, George Abbott; fotografia: Arthur Edeson; montaggio: Edgar Adams, Milton Carruth; scenografia: Charles D. Hall, William R. Schmidt; musica: David Broekman.

Nel pieno della Prima guerra mondiale, in un villaggio tedesco, alcuni studenti ascoltano con emozione il loro professore, che pronuncia accesi discorsi nazionalisti e li spinge ad arruolarsi per dimostrare il loro eroico patriottismo. Alcuni giovani, compreso il timido Behm, accolgono l'invito e si fanno mandare al fronte. Prima, però, devono affrontare il duro addestramento, dove ritrovano anche Himmelstoss, il postino del paese che ora, come sergente, assume atteggiamenti crudeli e punitivi. Al fronte, già la prima missione appare suicida: si tratta, infatti, di svolgere il filo spinato intorno alle trincee. I bombardamenti si moltiplicano e alcuni dei soldati muoiono. È solo il prologo di un periodo bellico sanguinoso e senza esclusione di colpi. La vita dei commilitoni si degrada via via. A battaglie violente e disu-mane ‒ durante le quali i cadaveri rotolano nelle trincee decapitati o mutilati, i nemici vengono abbattuti come mosche, gli scontri corpo a corpo non si contano ‒ si alternano momenti di pace apparente, salvo che l'assenza di cibo e acqua rende gli uomini ogni giorno più animaleschi. Le reazioni si fanno isteriche: è difficile rimanere calmi dopo aver visto i compagni morire o il proprio plotone decimato. La battaglia è sempre a singhiozzo, fuori e dentro la trincea, ma i momenti di scontro a campo aperto risultano fatali ai più. Durante una delle avanzate contro i francesi, Paul ‒ il protagonista ‒ lotta duramente contro un nemico e lo accoltella, ma è costretto a rifugiarsi con il soldato agonizzante nella buca prodotta da una bomba. Qui, divorato dai sensi di colpa e fraternizzando con lo sconosciuto francese, gli promette di scrivere alla moglie e gli chiede perdono. L'uomo muore di fronte ai suoi occhi. Ferito, Paul ottiene una licenza, ma cerca di nascondere ai famigliari, tra cui la vecchia madre malata, l'orrore di ciò che sta vivendo. Non manca, però, di tornare al suo vecchio liceo, dove il professore di un tempo è ancora intento ad arringare i giovani innocenti: Paul, accolto dal docente come un eroe, grida invece il suo disprezzo per la guerra e ammonisce gli alunni a non fidarsi delle vuote e sciocche parole di propaganda. Tornato al fronte, si fa uccidere nell'intento di cogliere un fiore, gesto che lo espone fuori dalla trincea al tiro di un cecchino.

Insieme a Paths of Glory di Stanley Kubrick, All Quiet on the Western Front è probabilmente il più importante film di guerra di tutti i tempi e il più celebre manifesto dell'antimilitarismo novecentesco. Il regista, Lewis Milestone, girò il film in due diverse versioni, una muta sonorizzata e una sonora. La storia dell'opera è, del resto, particolarmente accidentata. Al suo apparire, il film provocò scandalo a causa dei suoi contenuti e della brutalità con cui rappresenta il conflitto bellico. Su richiesta della Germania e di parte dell'Europa, i produttori della Universal tagliarono più di trenta minuti di pellicola, oggi presenti soltanto nella versione muta. In generale, il film subì diversi tagli a seconda delle successive apparizioni, così da creare una grande confusione dal punto di vista filologico. Inoltre, relativamente alla circolazione in Europa, la Germania di Hitler e l'Italia di Mussolini finirono col rifiutare integralmente il film, poiché portava un messaggio palesemente contrario allo spirito nazionalista e guerrafondaio su cui si stavano cementando i coevi totalitarismi.

Effettivamente, anche se rivisto con gli occhi di oggi, All Quiet on the Western Front lascia esterrefatti per l'eloquenza della posizione pacifista e la decisione nel mostrare la follia della guerra. Il romanzo di Remarque, a sua volta censurato in vari paesi, viene per una volta interpretato con acutezza e, se non rispettato alla lettera, certamente espresso nella sua autenticità, quando non addirittura superato per forza espressiva. L'epopea dei giovani protagonisti, dai banchi di scuola al macello del fronte occidentale, mostra con estrema franchezza il clima di insana euforia che circolava in Europa prima del conflitto e la terribile scoperta che si sarebbe trattato del più grande eccidio del secolo.

Ci sono, però, motivi pienamente cinematografici che permettono di considerare All Quiet on the Western Front uno dei capolavori del cinema americano. Milestone, infatti, decise di restituire l'angoscia e lo straniamento dell'esperienza bellica attraverso alcuni procedimenti, quali arditi movimenti di macchina, ambigui stacchi di montaggio, rotture delle convenzioni rappresentative e cura maniacale del dettaglio sonoro (tutto il film è commentato incessantemente da fragori, scoppi e sibili). In questo modo, la cosiddetta guerra moderna trova nel cinema il mezzo atto a rappresentarla, privilegiando, come faranno in seguito Kubrick e Spielberg, lo sperdimento del singolo nella battaglia e la rapidità illogica del morire. Tra le sequenze più celebri bisogna senza dubbio annoverare quella in cui la carrellata della macchina da presa corrisponde al punto di vista delle mitragliatrici, per cui lo spettatore, trovandosi in una sorta di soggettiva dell'arma, vede i soldati nemici cadere colpiti di fronte a sé.

All Quiet on the Western Front venne insignito dell'Oscar per il miglior film e la miglior regia proprio nel 1930. Alla sua prima proiezione berlinese i nazisti gettarono topi morti in platea. Il mondo si apprestava a conoscere un'altra tragedia e avrebbe avuto bisogno di altri film antimilitaristi.

Interpreti e personaggi: Lew Ayres (Paul Bäumer), Louis Wolheim (Katczinsky), John Wray (Himmelstoss), Raymond Griffith (Gerard Duval), George Slim Summerville (Tjaden), Russell Gleason (Müller), William Bakewell (Albert), Scott Kolk (Leer), Walter Rogers (Behm), Ben Alexander (Franz Kemmerick), Owen Davis Jr. (Peter), Beryl Mercer (Mrs. Bäumer), Edwin Maxwell (Mr. Bäumer), Harold Goodwin (Detering), Pat Collins (Bertinck), Vince Barnett (cuoco), ZaSu Pitts (Mrs. Bäumer ‒ nella versione muta).

Bibliografia

M. Carné, Films de guerre, in "Ciné-Magazine", 1930.

G.J. Mitchell, Making 'All Quiet on the Western Front', in "American Cinematographer", n. 9, September 1985.

A. Kelly, 'All Quiet on the Western Front': Brutal Cutting, Stupid Censors and Bigoted Politicos (1930-1984), in "Historical Journal of Film, Radio and Television", n. 2, June 1987.

J.W. Chambers II, 'All Quiet on the Western Front' (U.S., 1930): The AntiWar Film and the Image of the Modern War, in World War II. Film and History, a cura di J.W. Chambers, D. Culbert, Oxford 1996.

A. Kelly, Filming 'All Quiet on the Western Front', London 1998.

G. Alonge, Cinema e guerra, Torino 2001.

Vedi anche
Lewis Milestone Milestone ‹màilstoun›, Lewis. - Regista cinematografico, il cui cognome originario era Milstein (Kišinëv, oblast´ di Odessa, 1895 - Los Angeles 1980); laureatosi in ingegneria a Gand, entrò nel cinema come montatore. Passato alla regia, ha diretto: The garden of Eden (1928); The racket (1929); Betrayal ... guerra Fenomeno collettivo che ha il suo tratto distintivo nella violenza armata posta in essere fra gruppi organizzati. ● Le trasformazioni cui è stata soggetta la guerra tradizionale nel 20° sec. vanno portando a un profondo ripensamento di tutte le categorie con le quali tradizionalmente gli studiosi delle ... Prima guerra mondiale Conflitto di dimensioni intercontinentali, combattuto dal 1914 al 1918. Innescata dalle pressioni nazionalistiche e dalle tendenze imperialistiche coltivate dalle potenze europee a partire dalla seconda metà del 19° sec., coinvolse 28 paesi e vide contrapposte le forze dell’Intesa (Francia, Gran Bretagna, ... romanzo In linguistica e in filologia, lo stesso che neolatino (➔ neolatine, lingue); filologia romanzo, quella che ha per oggetto di studio, soprattutto comparativo, i testi letterari, antichi ma anche moderni, redatti nelle lingue romanze, e la cultura che essi esprimono.
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