MELTZER, Allan Harold
Economista statunitense, nato a Boston (Massachusetts) il 6 febbraio 1928. Laureatosi alla Duke University di Durham (North Carolina) nel 1948, nel 1958 ha conseguito il Ph. D. presso l'University of California di Los Angeles. È stato professore di importanti università statunitensi quali la Wharton School di Filadelfia e la Harvard University; attualmente è titolare della cattedra John M. Olin di Economia politica e finanza pubblica presso la Carnegie-Mellon University di Pittsburgh. È stato membro del comitato esecutivo della rivista Journal of Monetary Economy e direttore della rivista Carnegie Rochester Conference Series on Public Policy, Carnegie Papers on Political Economy.
Nei suoi lavori iniziali M. si è concentrato sullo studio sia del ruolo della moneta in un'economia di libero scambio sia delle funzioni di domanda e offerta di moneta. In accordo con la teoria classica, egli considera la moneta principalmente un mezzo di scambio. Rispetto alla domanda di moneta, riferendosi all'esperienza statunitense, ha sostenuto che l'elasticità della domanda di moneta rispetto al tasso d'interesse è significativamente elevata e che la ricchezza non umana è una variabile esplicativa della domanda di moneta migliore sia del reddito corrente sia del reddito permanente. M. ha individuato il nucleo della teoria dell'offerta di moneta nell'interazione fra le istituzioni monetarie, il settore finanziario e gli altri operatori economici nel contesto di un'analisi di equilibrio economico generale. In quest'ambito egli ha mostrato l'endogeneità dell'offerta di moneta, la complessività del meccanismo di trasmissione e la maggiore efficacia della base monetaria quale variabile strumentale rispetto alle riserve libere.
Successivamente M. ha introdotto nella sua analisi del meccanismo di trasmissione delle politiche macroeconomiche l'ipotesi delle aspettative razionali, differenziandosi tuttavia dagli economisti della nuova macroeconomia classica per aver assunto che gli operatori sostengano dei costi sia per inferire sulla natura della durata delle perturbazioni sia per rinegoziare i contratti salariali, cosicché né i prezzi né i salari monetari si aggiustano istantaneamente. Sulla base di tale modello M. ha dimostrato che, anche in presenza di aspettative razionali, le politiche macroeconomiche producono, almeno nel breve periodo, oscillazioni cicliche delle principali variabili economiche.
Tra i principali lavori si ricordano: The demand for money: the evidence from the time series, in Journal of Political Economy (1963); The place of financial intermediaries in the transmission of monetary policy, in American Economic Review (1963); A credit market theory of the money supply and an explanation of two puzzles in US monetary policy, in collaboraz. con K. Brunner, in Essays in honor of Marco Fanno (1966); The uses of money: money in the theory of an exchange economy, in collaboraz. con K. Brunner, in American Economic Review (1971); An aggregative theory for a closed economy, in collaboraz. con K. Brunner, in Monetarism, a cura di J. Stein (1976); The problem of inflation, in collaboraz. con K. Brunner, in Carnegie Rochester Conference Series (1978); Stagflation, persistent unemployment and the permanence of economic shocks, in collaboraz. con K. Brunner e A. Cukierman, in Journal of Monetary Economics (1980); Money, monetary policy and financial institutions, in collab. con K. Brunner, in Carnegie Rochester Conference Series (1983); Size, persistence and interrelation of nominal and real shocks: some evidence from four countries, in Journal of Monetary Economics (1986); Keynes' monetary theory. A different interpretation (1988); A political theory of government debt and deficits in a neo-ricardian framework, in collaboraz. con A. Cukierman, in American Economic Review (1989).