allattamento
Il sistema di nutrizione dei cuccioli dei Mammiferi dalla nascita fino a quando non diventano autosufficienti. Il latte passa dal capezzolo alla bocca del cucciolo con la suzione, un riflesso presente fin dalle prime ore di vita. Nei Mammiferi che allattano sott’acqua come le balene, i muscoli che circondano il capezzolo della nutrice, si contraggono quando il cucciolo tocca il capezzolo, spruzzando il latte direttamente nella sua bocca. La durata dell’a. varia, a seconda delle specie, dai 10÷12 giorni di alcuni roditori, fino ai due anni del tricheco. La composizione del latte in genere si modifica nel corso dell’a. in relazione alle mutevoli esigenze nutrizionali del cucciolo in via di sviluppo.
Secondo l’OMS l’ a. al seno è esclusivo quando il bambino riceve solo latte materno dal seno della madre o di una balia, o spremuto, senza nessun altro alimento liquido, o semisolido o solido. L’a. al seno è predominante quando il bambino riceve anche acqua o bevande a base di acqua, ma la fonte principale di nutrimento è il latte materno. Si definisce alimentazione complementare quella del bambino che riceve latte materno e altri alimenti liquidi, solidi o semisolidi. Si definisce non a. al seno quello del bambino che non riceve latte materno (a. artificiale).
È l’alimento più appropriato per il neonato. È sempre disponibile alla temperatura giusta, è dotato di tutti i nutrienti necessari in quantità adeguata, tranne forse la vitamina K, il fluoro e la vitamina D, comunque somministrabili a parte. I principali macronutrienti del latte materno sono lattosio, altri oligosaccaridi, grassi (trigliceridi, colesterolo, fosfolipidi, ormoni steroidei), proteine (caseine, alfa-lattoalbumina, lattoferrina, IgA secretorie, lisozima), minerali (sodio, potassio, cloro, calcio, magnesio, fosforo), componenti cellulari (macrofagi, linfociti B e T, neutrofili, cellule epiteliali). La sua composizione relativa varia durante il corso della giornata e anche durante il corso della poppata, in relazione alle richieste metaboliche del bambino. Il latte materno è privo di batteri contaminanti ed è anzi protettivo contro i comuni patogeni, grazie agli anticorpi e ai componenti cellulari che contiene.
Alla fine della gravidanza molte donne producono già il colostro, un liquido che precede il latte maturo, dura fino a 72 ore dopo il parto ed è ricco di nutrienti, particolarmente adatti alle esigenze del bambino nelle prime ore di vita. Tra il 2° ed il 7° giorno dopo il parto l’aumento di prolattina, cortisolo, ormoni tiroidei ed insulina ed il calo di progesterone in circolo inducono la montata lattea. La produzione di latte materno si mantiene poi grazie al regolare svuotamento della mammella e alla stimolazione del capezzolo con la suzione. Si attiva così il rilascio dal lobo anteriore dell’ipofisi di prolattina (che stimola la produzione di latte), e di ossitocina dal lobo posteriore dell’ipofisi, che favorisce la spremitura della ghiandola mammaria e la fuoriuscita del latte, per contrazione dei muscoli attorno agli alveoli. Se il latte non viene rimosso regolarmente dalla ghiandola mammaria, il suo ristagno provoca il rilascio di un fattore di inibizione della lattazione e, nel lungo periodo, stimola l’involuzione della ghiandola mammaria.
Un a. materno ben instaurato ha vantaggi pratici e psicologici per la madre e per il bambino, sia a breve, sia a lungo termine. Nel bambino favorisce sviluppo fisico, neuro-intellettivo e immunitario ottimali e un minor rischio di allergie, obesità e di infezioni (soprattutto respiratorie e intestinali). Nella madre favorisce la riduzione del rischio di tumori al seno e alle ovaie e la possibilità di fronteggiare meglio l’osteoporosi in età senile. Inoltre la relazione fisica e affettiva che si crea tra madre e figlio in questa fase è alla base di uno sviluppo equilibrato della personalità futura del bambino. Una madre personalmente coinvolta nella nutrizione di suo figlio si sente gratificata per il fatto di essere essenziale al suo sviluppo psico-fisico.
Se il latte materno non è disponibile o è controindicato, è possibile alimentare il neonato con latte artificiale. Le controindicazioni al latte materno sono rare, le principali riguardano il caso di madre sieropositiva all’HIV o con cancro al seno. In passato si usava il latte di mucca parzialmente adattato con aggiunta di acqua, zucchero e carboidrati in proporzioni variabili, a seconda dell’età del bambino; questa si è rivelata tuttavia una soluzione non ideale per la sua scarsità in ferro e la presenza di proteine eterologhe, non denaturate e potenzialmente allergizzanti. Oggi sono disponibili in commercio latti formulati per i primi mesi, e di proseguimento dopo il 6° mese di vita. Sono derivati del latte di mucca trasformati, adattati e integrati per renderli il più possibile simili al latte materno. Esistono in commercio anche altri tipi di formule (latti di soja, di riso, idrolisati, alimenti ipoallergenici, formule fortificate per prematuri, ecc.).