allentare
Esclusivo della poesia, è adoperato in vari significati. Vale "rallentare ", in Pg V 11 l'andare allenti, e in Rime CIII 34 la morte... ogni senso / co li denti d'Amor già mi manduca: ciò è che 'l pensier bruca / la lor vertù, sì che n'allenta l'opra (" sì da rallentarne le operazioni ", Pazzaglia). È usato in senso proprio, contrapposto a ‛ tirare ' (cfr. Frate Ubertino In gran parole 41), nell'immagine della lira le cui corde la destra del cielo allenta e tira (Pd XV 6) per accordare lo strumento, come intendono quasi tutti i commentatori (cfr. Landino: " le quali corde la grazia dello Spirito Santo tempera, tirando le corde troppo lente e allentando le troppo tirate, come a lui piace "); per " suonare ", come oggi Mattalia: " allenta e tira: fa vibrare... la vibrazione della corda si ottiene prima ‛ tirandola ', e poi ‛ allentandola ', liberandola dalla tensione ". È anche adoperato in senso assoluto: Pg XXXI 21 scoppia ' io... / fuori sgorgando lagrime e sospiri, / e la voce allentò per lo suo varco, " venne meno a traverso la bocca, mi morì sulle labbra " (Casini-Barbi, che citano a questo proposito, come lo Scartazzini, i versi di Virgilio Aen. XI 150 ss. " lacrimansque gemensque, Et via vix tandem voci laxata dolore est "). Con analogo significato di " scemare ", " diminuire d'intensità " (cfr. Chiaro Donna, la disïanza 54) in Pd XXXI 129 quella pacifica orïafiamma / nel mezzo s'avvivava, e d'ogne parte / per igual modo allentava la fiamma, dove, contrariamente agli altri commentatori, il Chimenz dà al verbo valore transitivo considerandone oriafiamma soggetto e fiamma oggetto. Vale infine " attenuarsi ", " addolcire ", con costrutto intransitivo pronominale, detto della strada in salita, in Pg XII 106 s'allenta la ripa che cade / ... da l'altro girone.