allergometria
Metodo di valutazione quantitativa dello stato allergico verso una determinata sostanza. Storicamente la prima a. è la determinazione del grado di allergia tubercolinica, mediante inoculazione intracutanea di dosi scalari di tubercolina fortemente diluita: si ottiene una serie di zone cutanee infiammatorie circoscritte, dalle quali si stabilisce la massima diluizione capace di determinare una reazione locale e si valuta così il grado di allergia. Anche per molti altri allergeni si valuta il grado di allergia mediante l’inoculazione sottocutanea di quantità minime e diluite di essi (prick-test): dopo alcuni minuti si valuta la grandezza e l’intensità dell’eritema o del pomfo reattivo alla presenza nella cute dell’allergene. Dagli ultimi decenni del 20° sec. l’a. si avvale tuttavia di metodiche diverse: prevalgono le diagnosi allergometriche tramite cerotto-reazione (patch-test) e si utilizza il dosaggio delle IgE totali (PRIST), nonché di quelle specifiche per determinati allergeni (RAST).