ALLOCUZIONE (lat. adlocutio)
Forma solenne di discorso tenuto dagl'imperatori romani ai pretoriani, in occasione di festività solenni, come l'inizio del regno, l'adozione di un principe, ecc.; o ai soldati in campo, sia all'arrivo presso l'esercito, come saluto, sia alla partenza, come commiato, sia dopo una grande battaglia, per elogio alle truppe e conferimento degli onori. A Lambaesis, in Algeria, è stato trovato il testo di una allocuzione, incisa sul piedestallo d'una colonna monumentale. Si può quindi presumere che le allocuzioni venissero anche diramate alle truppe che non avevano potuto sentirle dalla viva voce dell'imperatore; il quale pronunciava l'adlocutio, come risulta dai monumenti, salendo sopra il suggestum, circondato del suo seguito e avendo innanzi la truppa schierata in grande parata, i soldati con scudo, lancia ed elmo, appiedata la cavalleria. L'allocuzione dell'imperatore alle truppe veniva rappresentata spesso su monete o sui rilievi delle colonne (es. colonne Traiana e Antoniniana).
Il termine allocuzioni fu poi usato in linguaggio ecclesiastico per designare i discorsi pontifici tenuti in adunanze ufficiali di vescovi o cardinali, specialmente nei concilî ecumenici e nei concistori. Oggi si parla quasi soltanto di allocuzioni concistoriali, che il papa suole tenere nel concistoro segreto alla presenza dei soli cardinali, vestiti in cappa, e adunati nella sala concistoriale. All'Extra omnes, intimato dal cerimoniere pontificio, tutti gli altri componenti della corte pontificia che hanno accompagnato il papa o i cardinali nell'aula ne escono, e il Sommo Pontefice sedutosi in trono legge la allocuzione, già preparata. Oltre a colmare i vuoti verificatisi nell'episcopato e nel collegio cardinalizio, il papa coglie l'occasione per manifestare il suo pensiero circa particolari difficoltà sorte nel frattempo nelle relazioni con stati e nazioni, o nel campo dottrinale o disciplinare, oppure per annunziare speciali propositi o iniziative da lui prese nel governo della Chiesa. Sebbene si dicano segrete pel rito con cui sono pronunziate, pure ordinariamente vengono pubblicate, con la stessa data, negli Acta Apostolicae Sedis: solo qualche volta restano del tutto segrete (cfr. Acta, 1 aprile 1920, p. 97, ove si legge semplicemente: Postea Sanctissimus Pater Cardinales allocutus est). Le allocuzioni non sono discorsi ex cathedra, quindi né in diritto né in fatto involgono l'infallibilità pontificia; sono però gravissimi documenti e non di rado preludono ad atti di più grave autorità. Cfr. p. es. la raccolta ufficiosa delle allocuzioni di papa Pio IX che prepararono la redazione del Sillabo.