allucinazione
Fenomeno proprio, ma non esclusivo, di molti stati morbosi di competenza psichiatrica: un individuo, indipendentemente da uno stimolo esterno, avverte delle percezioni in tutto simili a quelle derivanti dalle consuete stimolazioni degli organi di senso.
Esistono tante categorie di a. quanti sono gli organi di senso: a. visive, a. gustative, a. olfattive, a. uditive. Da un punto di vista descrittivo le a. vengono dette semplici, complesse, combinate, a seconda che corrispondano a sensazioni elementari (fischi, ronzii), simulino percezioni più elaborate (audizione di parole, per le a. auditive), o il contemporaneo intervento di più organi di senso (a. visive e auditive quali le cosiddette immagini parlanti). Sono dette imperative se interferiscono in modo prepotente sul comportamento esteriore: in tal caso possono costituire un notevole pericolo. Casi particolari di a. sono: a. ipnagogiche, che si manifestano anche in soggetti normali negli stadi intermedi tra veglia e sonno; a. dismetroptiche, a. visive nelle quali l’oggetto riprodotto dal fenomeno appare deformato (ingrandito: macropsia; rimpicciolito: micropsia, a. lillipuziane; deformato: a. dismorfiche).
L’insorgenza di a. viene messa in rapporto con una intensificazione delle immagini rappresentative, o con un disturbo mentale fondamentale (automatismo mentale, stato crepuscolare, rilasciamento della coscienza) e, dai seguaci di un indirizzo organicistico, con un disturbo dei supposti centri delle immagini mnemoniche, dai quali partirebbe una stimolazione per i centri delle immagini attuali. Oltre alle malattie psichiatriche, alcuni stati patologici organici e funzionali possono dare a.: avvelenamenti, lesioni e tumori cerebrali, edema cerebrale, alcune forme di epilessia, disidratazione e disordini dell’equilibrio elettrolitico, ipo- e iperglicemia, iperosmolarità plasmatica, ipossia da altitudine. Alcune sostanze farmacologiche e di abuso (allucinogeni) danno allucinazione.