Almanio
Orefice di origine germanica che, stando all'epigrafe raccolta da Yepes (1617) "[...] Almanij decus artificis venerandi", nel 1054-1056 ca. firmò un paliotto, ormai scomparso, appartenente a Santa Maria la Real di Nájera (Spagna). I reali di Navarra, García ed Estefanía, citati nell'epigrafe come donatori, nel 1052 fondarono il monastero di Nájera, la cui chiesa venne consacrata nel 1056. Il loro figlio Sancio (1054-1076) donò alla stessa chiesa un altro paliotto, lavorato a sbalzo, con l'Annunciazione e la Visitazione, opera che si è supposto sia dello stesso artefice.
Il nome Almanius, fosse esso personale o gentilizio, è indice più che probabile della provenienza renana di questo 'venerabile artista', confermata da quel che si sa della materia e della lavorazione del pezzo che fu il suo ònore': figure a sbalzo su lamine d'oro, ventitré placche in smalto, perle e pietre preziose. D'altra parte, anche i nomi di Engelram e Rodolfo, artisti dell'avorio nel vicino monastero di San Millán de la Cogolla, e forse anche quello di Marguani, che in un documento del 1062 dello stesso monastero si firma come orafo, suggeriscono un'origine germanica. Di chiara filiazione renana sono poi i rilievi dell'arca di San Isidro di León (ante 1063) e un crocifisso d'oro conservato nella cattedrale di Santiago, eseguiti dalla stessa mano, che evidenziano affinità con la prima Croce di Matilde di Essen. Entrambi i pezzi sono legati alla committenza di Fernando I di León, presente alla consacrazione di Nájera, il quale dotò la chiesa di San Isidro di un paliotto d'oro e tre d'argento; emulo e successore di suo fratello García di Navarra nell'egemonia dinastica, egli lo fu anche nella predilezione per l'arte suntuaria prodotta al di là dei Pirenei. Il nome A. fornisce dunque la garanzia di un certificato di origine all'insieme di indizi che collocano un episodio, tanto tardivo quanto decisivo, della tradizione aulica ottoniana nei regni ispanici. La rinascita della scultura monumentale nel Midi francese e nel Nord della Spagna non dovette essere aliena a questa circolazione di artisti provenienti dai territori dell'Impero.
Bibliografia
Fonti:
A. de Yepes, Cronica general de la Orden de San Benito, VI, Valladolid 1617, c. 125.
Letteratura critica:
Adiciones al diccionario histórico de los más ilustres profesores de las Bellas Artes en España de D.J.A. Ceán Bermúdez, a cura del Conde de la Viñaza, I, Madrid 1889, pp. 11-12.
s.v. Almanio, in Thieme-Becker, I, 1907, pp. 326-327.
M. Gómez-Moreno, El arte románico español, Madrid 1934, pp. 32-33.
S. Alcolea, Artes decorativas en la España cristiana (Ars Hispaniae, 20), Madrid 1975, p. 119.
S. Moralejo, "Ars Sacra" et sculpture romane monumentale. Le trésor et le chantier de Compostelle, Cahiers de Saint-Michel de Cuxa 11, 1980, pp. 189-238: 198-200.
D. Perrier, Die Spanische Kleinkunst des 11. Jahrhunderts, Aachener Kunstblätter 52, 1984, pp. 29-150: 107.