ALOISIO da Carcano (Alevigo, Aluysio; in Russia Aleviz, talvolta con aggiunto l'appellativo Frjazin, cioè straniero, Italiano; o milanec, milanese)
Nei documenti è detto genericamente "milanese"; il luogo di provenienza può essere Carcano nella regione comasca, presso Erba (ma Carcano potrebbe anche essere un cognome, del resto assai frequente a Milano). Già nel 1493 doveva godere di una certa fama, dato che venne richiesto a Mosca per mezzo dell'ambasceria inviata in Italia dal granduca Ivan III, in persona di Manuil Angelov e Danijl Mamyrov; questo fatto si collega probabilmente con la morte avvenuta a Mosca nel maggio 1493 dell'architetto granducale, Pietro Antonio Solari, che lasciò incompiuti i lavori di fortificazione del Cremlino. A. ricevette la nomina ad architetto granducale durante il soggiorno degli inviati in Italia, poiché viene così nominato nel contratto concluso da loro a Milano il 6 dic. 1493 con il "pichaprede" Bernardino di Borgomanero, assunto, assieme al fabbro Michele Parpaione, dalla stessa ambasceria. I tre giunsero a Mosca nel 1494. In una lettera del 19 nov. 1496 A. scrisse ai suoi compatrioti che godeva il favore di Ivan III e che si accingeva a edificare per lui un palazzo simile a quello milanese. Il contratto sopra citato, la lettera di A. e un'altra lettera, indirizzata a Ludovico il Moro dal segretario della cancelleria ducale, datata anch'essa 19 iiov. 1496, furono pubblicati da L. Beltrami nel 1925 (v. bibl.). Nel 1499 A. incominciò nel Cremlino il palazzo ducale preso la cattedrale dell'Annunciazione e il muro fra il palazzo e la torre Borovickaja (non più esistenti).
Non si conoscono, in seguito, fatti e date che possano riferirsi sicuramente a lui e tutto ciò che gli si attribuisce può essere opera di Aloisio Nuovo, col quale A. da Carcano venne identificato fino alle precisazioni di N. Ernst (1928, v. bibl.).
Bibl.: N. P. Sobko, Slovar' russkich chudožnikov, I, St. Peterburg 1893, pp. 70-78; A. Pavlinov, Istorija russkoj architektury, Moskva 1894, p. 136; V. Suslov, Pamjatniki drevnego russkogo zodčestva, V, St. Peterburg 1900; M. Krasovskij, Očerk istorii moskovskogo perioda drevnerusskogo cerkovnogo zodčestva, Moskva 1911, pp. 77-85; I. Grabar, Istorila russkogo iskusstva, II, Moskva s. d., pp. 18 s., 24-26; I. Bartenev, Bol'šfoj Kremlevskij dvorec. Dvorcovye cerkvi i pridvornye sobory, Moskva 1916; L. Réau, L'an russe...,I, Paris 1921, pp. 238-244; L. Beltrami, Artisti italiani a Mosca al servizio di Ivan III, in Atti d. soc. piemontese d'archeologia e belle arti, X (1925), p. 8; N. Ernst, Bachčisarajskij chanskij dvorec i architektor velikogo kmiazja Ivana III. Friazin Aleviz Novyj, Simferopol, 1928; L'Opera del genio ital. all'estero, E. Lo Gatto, Gli artisti italiani in Russia, I, Roma 1934, pp. 24-27, 81-84, 175 s., 189 e passim; V. Lasareff, Le opere di Pietro Antonio Solari in Russia ed i rapporti artistici italo-russi nel tardo Quattrocento, in Arte e artisti dei laghi lombardi, I, Architetti e scultori del Quattrocento, Como 1959, pp. 432 s., 435, 439; J. Meyer, Allgem. Kiinstler-Lexikon, p.519 (sub voce Alvise); U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 331; Encicl. ital., II, p. 585.