ALONSO di Cartagena (noto pure con il nome di Alonso o García de Santa Maria di Cartagena)
Figliuolo dell'ebreo convertito Paolo di Santa Maria, vescovo di Burgos, gli successe in quella diocesi (1435). Fu consigliere del re Giovanni II e suo ambasciatore in diversi paesi, ed emerse fra i padri riuniti al concilio di Basilea, meritando un bell'elogio da Enea Silvio Piccolomini. Ricca la sua produzione letteraria. Tra le opere in latino e castigliano, in gran parte ancora inedite, ve n'ha di poetiche, teologiche, morali, giuridiche, esegetiche, storiche. Degna di menxione l'Anacephalaeosis, genealogia dei re di Spagna, imperatori romani, re di Francia, papi, vescovi di Burgos, ecc., che ebbe molta fortuna. Tradusse Seneca, Cicerone e Quinto Curzio. Completò la versione del De casibus virorum illustrium (Cayda de Príncipipes) del Boccaccio, che aveva cominciata Pietro Lopez de Ayala (Siviglia 1495; Toledo 1511; Alcalà 1552). È sepolto nel duomo di Burgos.
Bibl.: Fernando del Pulgar, Claros Varones de Castilla, ed. La Lectura, Madrid 1923, pp. 137-140; Florez, España Sagrada, XXVI, pp. 388-402; M. Martinez Añibarra y Rives, Intento de un diccionario... de autores de la provincia de Burgos, Madrid 1889, pp. 88-115; J. Cejador y Frauca, Historia de la lengua y literatura castellana, Madrid 1915, I, pp. 283-286.