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Lamartine, Alphonse de

di Remo Ceserani - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Lamartine, Alphonse de

Remo Ceserani

Poeta francese (Mâcon 1790-1869). Benché abbia spesso parlato e scritto di D., e ne abbia letto l'opera con più impegno e attenzione di tanti altri scrittori del tempo, il L. non può essere definito un ammiratore di D.: il suo gusto, tendente a un classicismo patetico e dolce, lo spingeva semmai a preferire, fra i poeti italiani, Petrarca e Tasso.

Il nome di D. compare già nella prefazione alle Méditations del 1820, ma l'ispirazione dell'opera è più petrarchesca che dantesca. Esso ritorna, appaiato con quello del Petrarca, in Philosophie (1821; cfr. Oeuvres poétiques complètes, a c. di M.-F. Guyard, Parigi 1963, 56-57): " Oh! qui m'emportera vers les tièdes rivages, / Où l'Arno... / semble, au bruit flatteur de son onde plus lente, / Murmurer les grands noms de Pétrarque et du Dante? ", e anche, sempre accanto a quello del Petrarca, in Jocelyn (1836; ibid., p. 753). Scarse le allusioni dirette nelle altre opere poetiche: un accenno al sale " de l'exil amer " nell'Adieu a Marsiglia (1832; ibid., p. 539) e un'eco del dolore di Francesca in La Vigne et la Maison: " Des bonheurs disparus se rappeler la place, / C'est rouvrir des cercueils pour revoir des trépas ! " (1856; ibid., p. 1488). Si è parlato, anche dallo stesso L., d'ispirazione dantesca per la materia di altre opere, come La chute d'un ange (1839), ma in nessun caso si avvertono influssi precisi. Appaiato al nome dell'Alfieri, quello di D. fu fatto invece dal L. in occasione delle polemiche scoppiate a Firenze nel 1825-27, quando egli scrisse i versi famosi sull'Italia " terra dei morti " nel Dernier chant du pèlerinage d'Harold (1825, XIII; ibid., pp. 207-209); in seguito alla tempesta di risposte sdegnate e persino a una sfida a duello, il L. fece osservare di non essere stato il primo a scrivere tali invettive contro l'Italia: " Les poètes italiens eux-mêmes, Dante, Alfieri, avaient dit des choses aussi dures à leur patrie ".

Attraverso la lettura diretta del poema e i contatti che ebbe in Italia con la società dei commentatori di D., e anche attraverso gli stimoli e gl'insegnamenti che gli vennero dall'amico Artaud de Montor, il L. si formò una sua idea della poesia dantesca, che espose a più riprese in vari scritti: ne parlò nel 1830 nel Discours de réception à l'Académie française, nel 1855 nell'articolo Traducteurs et Commentateurs de D. (ristampato in Cours familier), nel 1856 in un articolo in " Le Siècle "; nel 1857, infine, riprendendo quanto aveva detto in " Le Siècle ", dedicò a D. due Entretiens (XVII e XX) del Cours familier de littérature. La tesi del L. è che la Commedia fosse essenzialmente un poema dell'odio politico, una " gazette florentine " e (ripetendo il giudizio famoso di Voltaire) un poema " bizarre ", un tempo certo comprensibile e popolare, ma ormai troppo oscuro: " pour comprendre D. il faudrait ressusciter toute la populace florentine de son époque ". Le proteste degli ammiratori e dei conoscitori di D. non smossero il L. da questo giudizio: l'uomo D. era grande, il suo stile (l'aveva detto anche l'amico Artaud de Montor) era forte e incisivo come il tratto di Michelangelo, alcuni episodi (Francesca, Ugolino, Pia, l'incontro con Beatrice, Cacciaguida) hanno un fascino eterno, ma il poema è nel complesso tenebroso e inesplicabile.

Bibl. - V. alla voce FRANCIA (particolarmente i contributi di Counson, Mengin, Bisi, Noli, Maugain, W.P. Friederich, Lugli, Vallone, Jan, Cattaui, Pézard, Beyer, Wais). E inoltre: F. De Sanctis, Saggi critici, a c. di L. Russo, II, Bari 1965, 78-104; F. Abate, D. dans les impressions de L., Messina 1875; G. Cenzatti, A. de L. e l'Italia, Livorno 1903; A. Pirazzini, The Influence of Italy on the literary career of A. de L., New York 1917; A.R. Pugh, Possible verbal reminiscences of the " Paradiso " in one of Lamartine's " Méditations ", in " Revue Littér. Comp. " V (1925) 152-156; J. Baillou-E. Harris, État présent des études lamartiniennes, Parigi 1933; L.F. Benedetto, Uomini e tempi, Napoli 1942, 319-330; Marquise de Luppé, Les Travaux et les Jours d'A. de L., Parigi 1942; Bibliothèque Nationale, Lamartine. Le poète et l'homme d'État, ibid. 1969.

Vedi anche
Vittorio Alfièri Alfièri, Vittorio. - Poeta (Asti 16 genn. 1749 - Firenze 8 0tt. 1803). Scrittore di alti ideali, ha precorso le istanze politiche e morali del Risorgimento. Autore di numerose raccolte di versi (Rime, 1804) e di un'autobiografia (Vita), dal 1776 al 1786 compose diciannove tragedie in endecasillabi sciolti, ... Victor-Marie Hugo Scrittore francese (Besançon 1802 - Parigi 1885), figlio di Joseph-Léopold-Sigisbert (v.), che egli seguì da bambino nei suoi spostamenti (Corsica, Calabria, Spagna). Già nel 1818 e nel 1819 fu premiato nei "giochi floreali" di Tolosa: alla poesia si dedicò fin dalla prima adolescenza, durante gli studî ... Joseph de Maistre Pensatore e diplomatico (Chambéry 1753 - Torino 1821). Fu aspramente critico verso la Rivoluzione francese e l'Illuminismo. Rintracciò le radici della mentalità razionalistica e individualistica dei philosophes nel 'libero esame' dei protestanti e interpretò il Terrore come il castigo che la Provvidenza ... Gino Cappóni Cappóni, Gino. - Storico, pedagogista e uomo politico (Firenze 1792 - ivi 1876). Figura di grande rilievo per la storia della cultura toscana, rappresentante del pensiero politico moderato, fu senatore e presidente del Consiglio del granducato di Toscana e poi senatore del Regno. Tra gli scritti, il ...
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  • Lamartine, Alphonse-Marie-Louis Prat de
    Dizionario di Storia (2010)
    Poeta e politico francese (Mâcon, Saône-et-Loire, 1790-Parigi 1869). Esponente del Romanticismo, ebbe incarichi diplomatici a Napoli (1820) e a Firenze (1825). Dopo la Rivoluzione di luglio si schierò all’opposizione e alla caduta di Luigi Filippo (1848) fu ministro degli Esteri nel governo provvisorio. ...
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    Enciclopedia on line
    Poeta francese (Mâcon 1790 - Parigi 1869). Esponente del romanticismo, nelle Méditations poétiques (1820) fuse la tradizione elegiaca dell'ultimo Settecento con le nuove aspirazioni del lirismo romantico. Il poema Jocelyn (1836), concepito all'interno di un vasto disegno epico e religioso incompiuto ...
  • LAMARTINE, Alphonse-Marie-Louis de
    Enciclopedia Italiana (1933)
    Pietro Paolo Trompeo Nato a Mâcon il 10 ottobre 1790, morto a Parigi il 28 febbraio 1869. La sua famiglia paterna era stata nobilitata verso la metà del sec. XVII. Suo padre, Pierre de Lamartine cavaliere de Pratz, ufficiale di cavalleria, fu ferito il 10 agosto 1792 nella difesa delle Tuileries, imprigionato ...
Vocabolario
de
de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
de auditu
de auditu locuz. lat. – Espressione corrispondente all’ital. «per sentito dire»: riferire de auditu. Anche, «per avere udito direttamente», nell’espessione giuridica testimone de visu et de auditu (v. de visu).
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