WAELHENS, Alphonse de
Filosofo belga, nato ad Anversa l'11 agosto 1911, morto a Lovanio il 22 novembre 1981. Dal 1946 fu professore all'università di Lovanio. In Italia tenne lezioni su psicanalisi e fenomenologia e prese regolarmente parte ai convegni annuali sulla demitizzazione organizzati da E. Castelli. Nel 1961 divenne membro dell'Institut international de philosophie.
La tesi di aggregazione su La philosophie de Martin Heidegger (Lovanio 1942), le traduzioni in francese di opere heideggeriane (in collaborazione con W. Biemel), il corso alla Sorbona donde nacque Phénoménologie et vérité. Essai sur l'évolution de l'idée de vérité chez Husserl et Heidegger (1953) illustrano la funzione di tramite che de W. ebbe tra la fenomenologia tedesca e quella francofona. Amico personale di M. Merleau-Ponty (sul quale scrisse Une philosophie de l'ambiguïté. L'existentialisme de Maurice Merleau-Ponty, 1951), trovò particolarmente nel pensiero di lui l'ispirazione per quel raccordo dell'analitica esistenziale con la dimensione corporale e antropologica che caratterizza la fase più personale della sua produzione (La philosophie et les expériences naturelles, 1961). In tal modo de W. fu portato a impegnarsi sul terreno della psichiatria e della psicoanalisi (collaborazione ai lavori della clinica psichiatrica di Lovenjoel, pubblicazione di La psychose. Essai d'interprétation analytique et existentiale, 1972, ecc.). Queste esperienze si riflettono nella decifrazione dell'opera del duca di Saint-Simon, cui de W. consacrò gli ultimi anni di vita (Le duc de Saint-Simon. Immuable comme Dieu et d'une suite enragée, 1981).