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ALPI COZIE, provincia romana delle

di Pietro Baroccelli - Enciclopedia Italiana (1929)
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ALPI COZIE, provincia romana delle

Pietro Baroccelli

Col nome di Alpes Cottiae i Romani designarono il tratto della catena alpina dal Monviso (Mons Vesulus) al Moncenisio. In esso si apriva un valico alpino già menzionato da Polibio (cfr. Strabone, Geogr., IV, 6, 12). Quale fosse la divisione, durante la Repubblica, fra la provincia Citeriore e l'Ulteriore, non è noto: forse il sommo spartiacque; divisione però esistente più di nome che di fatto, per la poca importanza che aveva allora questa regione alpina, scarsamente abitata da popolazioni dette Liguri. Al principio dell'Impero, con diverso ordinamento amministrativo, il limite dell'Italia si poneva ancora geograficamente allo spartiacque stesso (Plinio, Nat. hist., III, 4, 31; Strabone, Geogr., IV, 1, 3, p. 179).

La via che dai Taurini, per la valle della Duria Minor (Dora Riparia) nel territorio dei Segusini (Susa) e per il valico del Mons Matrona (Monginevro), scende nella valle della Druentia (Durance) in quel dei Caturiges, servì a Pompeo quando con un esercito si recò in Ispagna (74 a. C.), e ripetutamente a Giulio Cesare durante le guerre galliche. La provincia Citeriore terminava allora ad Ocelum, presso Avigliana, allo sbocco cioè della Dora nella pianura dei Taurini. Il valico alpino del Mons Matrona cominciò con Cesare ad essere molto frequentato: la sua importanza è provata dai rapporti di amicizia che intercedettero fra Donno, regolo dei Segusini, e Cesare, e dalla cittadinanza romana concessa alla famiglia di Donno. Cozio, figlio di Donno, prese il nome di M. Iulius Cottius.

I Segusini e altre civitates, le cui sedi nelle Alpi Cozie per lo più non si possono identificare con precisione e che sono nominate nella iscrizione dell'arco onorario di Augusto a Segusio (Susa) eretto l'anno 9 a. C. (Corp. inscr. lat., V, 7321), durante le guerre di Augusto contro i popoli alpini non presero le armi contro Roma: furono invece ribelli gli Adanates, i Caturiges, gli Ecdinii, i Medulli, i Veaminii ed i Vesubiani, menzionati non solo nella predetta iscrizione, ma anche in quella del trofeo della Turbia (Corpus inscr. lat., V, 7817). Le civitates nominate nell'iscrizione dell'arco di Susa, verisimilmente tutte sotto M. Iulius Cottius, non più re ma praefectus romano, costituivano la provincia Alpium Cottiarum che fu istituita da Augusto, probabilmente per ragioni di sicurezza, fra la regione XI augustea (Transpadana) e la provincia Narbonese, nello stesso tempo della finitima provincia Alpium Maritimarum (v. alpi marittime). La provincia delle Alpi Cozie, di cui verosimilmente era capoluogo Segusio, abbracciava quindi i due versanti alpini, da Ad Fines (presso Avigliana), sede di una stazione della legione quadragesima Galliarum (Corp. inscr. lat., V, 7209, 7211, 7213, 7214), a tutto il territorio dei Caturiges. Il territorio di Forum Vibi (Caburrum) verosimilmente, come quello cui già da Cesare era stata data la cittadinanza romana (tribù Stellatina), dovette sempre fare parte della reg. XI. Mancano dati per determinare esattamente i limiti settentrionali e meridionali della provincia.

Una delle prime cure dei Romani fu la sistemazione della via (Ammiano, XV, 10, 2). Nella provincia ebbe sede un corpo di truppe (Svetonio, Tib., 37); ed essa ebbe diritto latino, forse dallo stesso Augusto (Plinio, Nat. hist., III, 20, 135). Segusio ed Ebrodunum (Embrun) nel territorio dei Caturiges furono vici (Corp. inscr. lat., V, p. 814; XII, p. 11). L'anno 44 l'imperatore Claudio diede nuovamente il titolo di re a M. Iulius Cottius, figlio e successore del prefetto Cozio, estendendo anche alquanto i limiti del regno verso sud-est, forse in parte del territorio di Forum Vibi e dei Bagienni (Dione, LX, 24). Venuto Cozio il Giovane a morte senza eredi, l'imperatore Nerone (64 d. C.) ridusse di nuovo la regione a provincia (Svetonio, Nero, 18), la quale da allora in poi venne retta da procuratores (Corp. inscr. lat., V, 7251, 7253). Segusio, Ebrodunum (Embrun), Brigantio (Briançon) divennero municipî di diritto romano (tribù Quirina).

Con l'ordinamento di Diocleziano (Notitia provinciarum Galliae) tutto il versante occidentale alpino passò alla provincia Alpium Maritimarum nella diocesi delle Gallie (Ebrodunum capitale): la provincia Alpium Cottiarum, limitata al versante orientale, si estese nel sottoposto piano (diocesi d'Italia).

Per la storia della regione nell'età medievale e moderna, v. alpi: Storia delle Alpi Occidentali.

Bibl.: Corp. inscr. lat., V, p. 808 e XII, pag. i segg.; G. Oberziner, Le guerre di Augusto contro i popoli alpini, Roma 1900.

Vedi anche
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