ALTAMIRA
Caverna in Spagna (prov. di Santander), dove, nel 1879, l'archeologo spagnolo Marcelino de Sautuola, che vi stava conducendo scavi, fece la prima scoperta di pitture parietali paleolitiche. Fu la sua bambina decenne che egli aveva portato con sé nella grotta, ad indicargli le figure dipinte sul soffitto di una delle camere interne. Soltanto dopo venti anni, in seguito ad analoghi ritrovamenti in altre grotte della Francia, le pitture di A. furono considerate autentiche e riferite ad età paleolitica.
Il complesso di figure più cospicuo si trova dipinto sul soffitto di un grande ambiente non lontano dall'entrata, ma altre pitture e graffiti sporadici sono stati rinvenuti in altri punti dell'intricato sistema di corridoi e di cavità che costituisce l'insieme di questa caverna. Le figure sono policrome e caratterizzate da una maturità della tecnica pittorica, da una potenza di chiaroscuro, di rilievo, di rapporti di colore, che le pongono certamente tra le più grandiose manifestazioni dell'arte maddaleniana (v. Preistorica, arte). Siamo in presenza della massima fioritura dell'arte paleolitica franco-cantabrica. I soggetti sono esclusivamente tratti dal mondo animale, ciò che del resto costituisce, molto spesso, la regola nell'arte rupestre franco-cantabrica: sono riprodotti in grandissima prevalenza i bisonti: abbiamo anche figure di cinghiali, di cerbiatti, di cavalli. Le decine e decine di figure di animali della sala principale sono disposte sulla vòlta senza ordine apparente, spesso sovrapposte l'una all'altra: sembra mancare qualsiasi senso della composizione. L'artista si è preoccupato di riprodurre un soggetto isolato ed ha rivolto la sua attenzione soltanto a quella determinata figura senza curarsi dei rapporti che essa sarebbe venuta a contrarre con le figure vicine.
Quello che, tra l'altro, colpisce chi visita per la prima volta la grotta è il "rilievo" di talune di quelle figure, rilievo che le riproduzioni fotografiche non possono rendere. L'artista maddaleniano infatti si è valso anche delle protuberanze naturali della superficie rocciosa eseguendo le immagini là dove tali protuberanze potevano ricordare più o meno decisamente la forma del corpo dell'animale da rappresentare. Si ha l'impressione anche che, in qualche caso, la forma naturale di detti rilievi rocciosi sia stata artificialmente modificata dall'artista paleolitico onde avvicinarla ancor più alla realtà da riprodurre; su tali rilievi, poi, veniva dipinta con estrema cura e con smagliante vivacità di colori la figura dell'animale.
Bibl: H. Breuil-H. Obermaier, The Cave of A. at Santillana del Mar, Spain, Madrid 1935; P. Graziosi, L'arte dell'antica età della pietra, Firenze 1956, pp. 191-195.