altero
. In Pg XII 70 Or superbite, e via col viso altero, l'espressione vale " a testa alta ", com'è confermato dal verso seguente e non chinate il volto (nella lingua antica è frequente a. nel significato di " alto ": v. ALTO, § 3), da cui deriva (cfr. Giacomo da Lentini Sì alta amanza 6 " Albor altera incrina dolce vento "; l'espressione ‛ viso [visaggio] a. ' è poi frequente in Chiaro [Gentil donna 73; Io non posso celare 60; La gioia e l'alegranza 51; Amore, io non mi doglio 20; Di lungia parte 52], dove ha però sempre il significato di " fiero ", " indifferente ", " sprezzante "). Ma si può dare anche qui, a viso, il valore di " sguardo " (Casini-Barbi) che il sostantivo ha spesso in D. (cfr. If IV 11, X 34, ecc.), e ad a. quello di " sprezzante ", " spavaldo ". Vale "in atteggiamento fiero e maestoso ", in Pg VI 62 o anima lombarda, / come ti stavi altera e disdegnosa... ! (i due aggettivi accoppiati anche in Petrarca Rime Cv 9 " donna... / Che 'n vista vada altera e disdegnosa "; cfr. anche G. Villani XI 24).