ALTIBURO
. A Henscir Mdeïna, in Tunisia, a 35 chilometri a sud del Kef in un vallone che collega due grandi regioni agricole. Il nome antico, d'origine libica, si scriveva Althiburos. In questo luogo, appartenuto a Cartagine, poi a Massinissa e ai suoi successori, esistette fin da tempo abbastanza antico una città indigena fortemente impregnata di civiltà cartaginese. Vi si sono scoperte parecchie iscrizioni puniche, sia anteriori, sia posteriori alla conquista romana, una delle quali, dedicata ad un dio di origine punica, il Signore (Baal) Hammon di Althiburos, menziona dei suffeti, magistratura municipale presa a prestito ai Fenici. Althiburos divenne municipio romano soltanto sotto Adriano (117-138) col nome Municipium Aelium Hadrianum Augustum Althiburitanum. Fu città assai prospera e importante sotto gli Antonini e i Severi. Vi si scorgono le rovine di un Campidoglio (innalzato alla fine del sec. II), di un teatro (della stessa epoca), di un arco in onore di Adriano, e di un altro arco più recente. Archeologi francesi del Service des Antiquités de Tunisie hanno messo in luce il foro, e parecchie vaste e ricche case abbondantemente decorate di mosaici. Il più notevole di questi pavimenti rappresenta numerose imbarcazioni di varie forme, accompagnate dai loro nomi latini, e talvolta anche greci, e, a sostegno di queste indicazioni, passi di poeti latini dell'epoca repubblicana (Ennio, Lucilio, Cicerone). Vescovi di A. sono menzionati in documenti del basso impero e dell'epoca bizantina.
Bibl.: Cagnat e Merlin, Atlas archéologique de la Tunisie, Deuxième série, foglio Ksour, n° 97; Corp. inscr. lat., VIII, pp. 213, 1574, 2722; P. Gauckler, in Monuments Piot, 1905, XII, p. 113; A. Merlin, Forum et maisons d'Althiburos, in Notes et documents publiés par la Direction des Antiquités, VI, 1913.