ALTOLUOGO
. Eretta, per ragion di difesa, sulla roccia che domina l'odierno villaggio di Ayā Solūq (A. T., 90), ed appendice dell'antica Efeso, questa citta deriva il suo nome non dalla posizione su alta montagna, come nel Medioevo si interpretò, ma dalla corruzione popolare di ἅγιος ϑεόλογος, perché ivi si conservava la tomba dell'apostolo Giovanni, rispettata anche dai Turchi.
Abbandonata la città di pianura, a cui s'accedeva dal mare, a distanza di quattro miglia, per un canale artificiale, la popolazione s'era ritratta sull'erta montagna attorno alla chiesa di S. Giovanni per proteggersi dalle invasioni. Ma nel sec. XIV, al sopravvenire dei mercanti lombardi, questi si allogarono ai piedi della città turca, lungo la marina, creandovi una nuova cittadina dello stesso nome. Il centro del mercato restava però sempre entro l'elevato castello alpestre, cui i mercanti occidentali erano obbligati ad accedere per esercitare lo scambio col retroterra. Non mercato di prim'ordine, ma superiore a Smirne cristiana: del che è teste il Pegolotti, che nel suo trattato sui traffici medievali lo ricorda come una delle mete ordinarie dei mercanti d'occidente ed elenca le merci che vi si scambiavano: tessuti, argenterie, vino, sapone, contro allume, grano, riso e canape greggia.
Sede dell'emiro di Āidīn, meglio conosciuto dalle potenze cristiane col nome di dominus Theologi, divenne, per l'invidiabile posizione strategica, asilo di pirati e centro di un principato musulmano, ch'ebbe nel sec. XIV non poca influenza sull'equilibrio asiatico. A mezzo il secolo, Smirne tornó in possesso della "Santa Unione", ma Altoluogo non fu toccata. Obbligati ad accettare una pace svantaggiosa, ad aprire più largamente le porte al traffico occidentale, ad ammettere colonie cristiane con rappresentanze consolari, i signori d'Altoluogo, nel furioso scatenarsi di lotte fratricide fra Latini, (Genovesi e Veneziani), cercarono di trarre il maggior vantaggio, accordando a caro prezzo l'alleanza invocata da ambo le parti, rafforzando la loro influenza politica e accrescendo l'importanza dello scalo marittimo, creato dall'attività latina, e assai ben descritto dalla relazione renana sull'Oriente, della seconda metà del sec. XIV. Ma, nello sviluppo di sì dura crisi, il valore del porto di Altoluogo era stato oscurato dal fiorire di quello prossimo di Palatia, alle foci del Meandro, anch'esso incluso nella signoria di Altoluogo; assorbito poi nel grande impero del sultano ottomano Bāyazīd (1390), se non perdette tutta l'importanza commerciale di cui godeva, fu privato d'ogni prestigio politico, invano risuscitato nella breve parentesi dell'invasione di Tamerlano, colla signoria dell'emiro Elia bey (1402-1421). Il centro di gravità venne trasferito definitivamente da Altoluogo a Palatia.
Bibl.: N. Papadopoli, Le monete di Venezia, I, Venezia 1893, p. 212 segg.; Lambros, in Revue Numismat., n. s., XIV, p. 335 segg.; G. Heyd, Storia del commercio del Levante nel medio evo, trad. ital., Torino 1913, p. 558 segg.