Altrafonte
Forma popolare di Altafronte, famiglia nobile fiorentina (secoli XII-XIV), che diede nome a un castello di Firenze, dove è ora il palazzo dei Giudici, a tergo degli Uffizi e lungo l'Arno; il castello era abitato, all'epoca di D., dal giudice Altafronte e dai fratelli Francesco, Simone e Guglielmo. Il nome del castello, che è ricordato in atti giuridici e in testi letterari (cfr. ad es. G. Villani Cron. IV 8), ricorre in Rime LXXVI 7, cioè nel secondo sonetto di Forese a D.: " Dal castello Altrafonte ha ‛ ta ' grembiate / ch'io saccio ben che tu te ne nutrichi ". L'allusione non è del tutto chiara, anche se il senso del passo è più che esplicito: D., secondo le accuse di Forese, riceve dal castello di A. grembiate di roba con la quale egli si nutre. È discussione se Forese alluda a soccorsi in natura o in denaro: il Barbi ritiene che si tratti di soccorsi in denaro; ma che Forese dica che si dessero a D. denari in quantità tale da dover essere ricevuti ‛ a grembiate ' sembra inammissibile. Secondo i primi interpreti le ‛ grembiate ' potevano essere guadagni illeciti che D. avrebbe ricevuto coi lavori commissionati dal comune lungo l'Arno (lavori che furono commissionati ed eseguiti tra il 1285 e il'90), ma non sembra possibile che, al tempo della tenzone, D. potesse essere stato uno dei soprastanti del comune.
Secondo il Torraca, confutato dal Rossi e dal Barbi, le ‛ grembiate ' sarebbero "soccorsi in natura che riceverebbe in Pian di Ripoli, attraverso la postierla che aveva nome da Altafronte, dai suoi fratelli colà dimoranti ", poiché i beni dotali della matrigna di D., Lapa di Chiarissimo Cialuffi, erano per l'appunto nel territorio di Ripoli: ipotesi debolissima, proprio perché la porta di Altafronte non era affatto sulla strada di Ripoli. Per il Barbi l'unico punto certo è non trattarsi di grossi guadagni illeciti ma di modesti sussidi, perché " come poteva Forese senza contraddirsi rinfacciargli miseria e il ricorrere a San Gallo e ai Donati per caritate? ".
Altafronte è variante di codici, certo per influsso della popolarità del castrum fiorentino, in If XXIX 29, in luogo di Altaforte.
Bibl. - In genere, quella relativa alla tenzone; ma cfr. in particolare F. Torraca, Nuovi studi danteschi, Napoli 1921, 1-40 (e la recens. di V. Rossi, in " Bull. " XI [1904] 289-305); Barbi, Problemi II 143-148.