Mutis, Álvaro
Scrittore colombiano, nato a Bogotá il 25 agosto 1923. Dopo aver trascorso l'infanzia in Belgio, dove suo padre era diplomatico, fece ritorno in Colombia e frequentò il liceo a Bogotá. Nel 1956 si stabilì permanentemente in Messico. Tra le numerose raccolte di poesie che ha pubblicato si ricordano Los elementos del desastre (1953; trad. it. 1997), Reseña de los hospitales de ultramar (1959) e Los trabajos perdidos (1965), poi riunite in Summa de Maqroll el Gaviero (1973); una seconda edizione della Summa (1990; trad. it. 1993) ha incluso le raccolte di poesie scritte fino al 1988, quali Caravansary (1981), Los emisarios (1984), Crónica regia y alabanza del reino (1985), Un homenaje y siete nocturnos (1986); La mansión de Araucaíma (1973; trad. it. 1997) è invece una antologia delle sue prime prose. Dagli anni Ottanta, il personaggio di Maqroll el Gaviero, che appare in alcune poesie, è diventato protagonista della saga Empresas y tribulaciones de Maqroll el Gaviero (1993) formata da sette romanzi: La nieve del almirante (1986; trad. it. 1990), Ilona llega con la lluvia (1987; trad. it. 1991), La última escala del Tramp Steamer (1989; trad. it. 1991), Un bel morir (1989; trad. it. 1992), Amirbar (1990; trad. it. 1994), Abdul Bashur, soñador de navíos (1991; trad. it. 1996), Tríptico de mar y tierra (1993; trad. it. 1997). Tra le sue opere si ricorda inoltre il Diario de Lecumberri (1960), in cui rivisita la sua esperienza di detenuto nell'omonima prigione messicana. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi tra cui il Nacional de Poesía (1983) in Colombia e il Cervantes (2001) in Spagna.
Dai versi della Summa, l'immagine sfocata di Maqroll, marinaio dal passato incerto, sorta di alter ego dell'autore, scivola nelle prose poetiche e nei romanzi; Maqroll transita per una vasta geografia, popolata di oggetti, libri, odori, suoni e colori cui si ancorano i sentimenti e, alle soglie della vecchiaia, ricompone sul filo della memoria frammenti della sua storia. Eterno viaggiatore, l'errante Maqroll costruisce l'esperienza in movimento, man mano che si compie il viaggio, senza preoccuparsi della meta d'arrivo. Dall'alto dell'albero della nave, 'el Gaviero' scorge le miserie del mondo e presagisce le speranze e le sconfitte degli uomini. Il suo compito è annunciare, trasformare la visione in parola poetica, l'unica capace di dare senso all'insensatezza umana. Nel suo pellegrinaggio solitario, di nave in nave, di porto in porto, metafora dello spazio transitorio e provvisorio dell'esistenza, Maqroll conosce i mali, i fantasmi e le paure del vivere, i passi inevitabili che l'uomo compie verso la morte spendendo energie e beni fino a consumarsi. La vita di Maqroll è la presa di coscienza di tale finitezza e della continua invasione della morte nel mondo dei vivi. All'uomo non resta nulla se non la consapevolezza che il suo impulso a lottare sfocerà in un gesto vano; da tale angoscia emerge la cognizione dell'illusorietà che domina l'esistenza e la poetica della disperanza. Il poeta è colui che non può guarire il dolore fisico ma sa lenire le pene dello spirito, sa accompagnare l'uomo nella sofferenza, mosso dalla pietas e iniziato a un sapere superiore: Maqroll non è un eroe capace di cambiare il mondo e contrastare le avversità, ma accetta il destino che lo sovrasta. Convinto dell'inutilità delle rivoluzioni e dell'assenza di progresso morale e sociale, M. si ribella all'insensatezza del mondo moderno che ha distrutto la ritualità e il sacro insiti nell'uomo e, attraverso la poesia, combatte la secolarizzazione dell'esistenza, cercando nel passato culti e cerimonie che restituiscano il legame con la grandezza della Spagna imperiale e dell'Occidente europeo, di Bisanzio e del mondo arabo.
bibliografia
F. Rodríguez Amaya, De Mutis a Mutis. Para una ilícita lectura crítica de Maqroll el Gaviero, Imola 1995, Viareggio 20002.
J.G. Cobo Borda, Para leer a Álvaro Mutis, Santa Fe de Bogotá 1998.
Caminos y encuentros de Maqroll el Gaviero, a cura di J. Ruiz Portella, Barcelona 2001.