FOSCARI, Alvise
Nacque a Venezia il 26 ott. 1665, primogenito di Francesco di Alvise, del ramo a S. Pantalon, e Maria Contarini.
Intrapresa la carriera politica, fu savio agli Ordini dal 5 luglio al 21 ag. 1691 e poi ancora dal 9 febbraio al 30 giugno 1692, quindi camerlengo di Comun dal 22 ag. 1692 al 21 dic. 1693. Poi più nulla, inspiegabilmente. Il suo nome ricompare, con effimero rilievo, soltanto sedici anni dopo, nella corrispondenza intercorsa tra l'ambasciatore in Germania, Lorenzo Tiepolo, e gli inquisitori di Stato.
Il 23 dic. 1709, infatti, il Tiepolo informava il magistrato che il residente polacco a Vienna, "Wesnick", gli aveva consegnato una lettera in cui il re Augusto II chiedeva al Senato di accettare per il F. il titolo di cavaliere ch'egli aveva in animo di conferirgli, in deroga alle leggi patrie che vietavano ai sudditi di ricevere benefici da altro principe. Il monarca palesava di far gran conto della presenza a Dresda del F., figlio del defunto, stimato senatore Francesco Foscari, e accennava a un precedente rifiuto del F., proprio a motivo dell'insuperabile ostacolo rappresentato dalle leggi della Repubblica. La risposta degli inquisitori fu immediata: il 10 genn. 1710 inviavano una staffetta al Tiepolo, ordinandogli "d'ispedir… per espresso… a ritrovare lo stesso Foscari", al quale si intimava il rientro in patria entro un mese, ordine al quale il F. obbedì.
Neppure dal carteggio intercorso col Tiepolo nella circostanza è possibile ricavare le ragioni della permanenza in Sassonia: il F. accenna solo in termini generici a "qualche accidente natogli sei anni sono" a Venezia, che l'aveva risolto a trasferirsi "a codesta Corte per liberarsi da un impegno glorioso, contratto con Sua Maestà". Rimpatriato, il F. fu eletto savio di Terraferma per il primo semestre del 1712, ma questa sorta di pubblico riconoscimento per il sacrificio compiuto non ebbe seguito ed egli non rivestì altre cariche.
Il F. morì a Venezia, nel suo palazzo sul Canal Grande, il 10 sett. 1720.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Misc. Codd., I, Storia Veneta, 19: M. Barbaro - A.M. Tasca, Arbori de' patrizi veneti…, III, p. 511; Ibid., Segretario alle voci, Elezioni in Maggior Consiglio, reg. 24, c. 17; ibid., Elezioni in Pregadi, regg. 20, c. 32; 21, c. 18; Ibid., Inquisitori di Stato. Lettere degli ambasciatori a Vienna, b. 494, cc. 131-140; ibid., Lettere agli ambasciatori a Vienna, b. 173, nn. 254, 256; Ibid., Senato dispacci, Germania, f. 194, nn. 154, 159, 161, 165; Ibid., Archivio privato Tiepolo (seconda consegna), b. 11, cc. 256v-264r, 269v-270r, 272r-273v, 277r, 280v-281r; Ibid., Giudici di Petizion, Inventari…, b. 417/28. Cfr. inoltre E.A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, VI, Venezia 1853, p. 798.