QUERINI, Alvise
QUERINI, Alvise. – Nacque a Venezia, a S. Maria Formosa, nel palazzo di famiglia, il 21 luglio 1758 (Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, reg. 65, c. 303r), da Giovanni di Andrea, del facoltoso ramo detto Stampalia, dal titolo comitale legato alla omonima isola greca, e da Caterina Contarini di Alvise dal Zaffo.
Fu tenuto a battesimo (27 luglio 1758) dai procuratori di S. Marco Giovanni Battista Albrizzi di Giovanni Battista e Marco Foscarini di Nicolò, letterato e, di lì a poco, doge (31 maggio 1762). Ebbe quattro fratelli: Andrea, il primogenito, provveditore generale in Dalmazia (13 marzo 1794), sposatosi con Maddalena Barbetta; Paolo, accasatosi con Giulia Stuparovich; Girolamo Maria, morto in tenera età, e Girolamo Ludovico, eletto savio di Terraferma (30 marzo 1797) poco prima della fine della Serenissima.
Più che il padre, ambasciatore in Spagna, savio di Terraferma e savio del Consiglio, sulla sua formazione culturale e politica ebbe grande influenza il nonno, Andrea Querini di Giovanni. Questi, senatore, consigliere dei Dieci e riformatore dello Studio di Padova, fu esponente di spicco, con il cugino Andrea Tron di Nicolò, della fazione riformista del patriziato, e protettore di Carlo Goldoni, che gli dedicò la commedia L’uomo prudente (1748). Querini fu educato nel seminario dei padri somaschi a Murano (Dal Carlo, 1995, p. 240) e venne avviato alla carriera diplomatica. Partì al seguito dello zio acquisito, Agostino Garzoni di Pietro, inviato bailo a Costantinopoli a dare il cambio ad Andrea Memmo di Pietro (3 giugno 1781, Archivio di Stato di Venezia, Senato. Dispacci Costantinopoli, b. 223, c. 1v). Si iscrisse alla loggia massonica veneziana La Fidelité (1785; Targhetta, 1988, p. 149).
Rapida la carriera politica: savio agli Ordini (dal 14 al 30 settembre 1783 e dal 20 dicembre al 16 gennaio 1784), quindi provveditore alle Pompe (17 gennaio 1784) e provveditore alla Sanità (dal 5 giugno al 30 dicembre 1785). Grazie a questi titoli, entrò in Collegio, l’organo deputato alle udienze degli ambasciatori esteri, come savio di Terraferma (30 dicembre 1786), carica poi ricoperta ogni anno, otto volte con la delicata responsabilità del cassierato. Con procura generale da parte dell’avo (9 settembre 1790, Archivio di Stato di Venezia, Notarile. Atti, b. 11509, cc. 1104v-1105v), ebbe l’amministrazione del patrimonio di famiglia.
Sposò Maria Teresa Lippomano di Francesco (12 ottobre 1790, Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, b. 132/5064), latrice di ben 51.000 ducati di dote. Donna colta – fu lei a tradurre in italiano (1791) An inquiry of beauties of paintings... (1760) di Daniel Webb –, gli diede cinque figli: Caterina, Caterina Cecilia, Giovanni Vincenzo, Cecilia Maria, tutti morti in tenera età, e Giovanni, fondatore della Biblioteca Querini Stampalia, con il quale si estinse il ramo.
Il 28 luglio 1793 divenne senatore, sostituendo il padre, creato censore (17 luglio 1793): nel giro di giorni fu provveditore all’Armar (8 agosto 1793), inquisitore alle Acque (17 agosto 1793), savio alla Mercanzia (28 agosto 1793), per riprendere poi il saviato di Terraferma (29 dicembre 1793 e 31 dicembre 1794). Tali esperienze, la padronanza della lingua, l’essere informato e non insensibile alle novità d’Oltralpe, lo fecero eleggere Nobile, ossia ministro plenipotenziario, in Francia. Avuta la commissione (7 marzo 1795; Archivio di Stato di Venezia, Senato. Corti, f. 472), partì per Parigi, accompagnato dalla moglie e dal fratello Paolo (23 maggio 1795; I dispacci..., 2006, I, pp. 40 s.). Presentate le credenziali alla Convenzione nazionale (29 luglio 1795; ibid., p. 54), Querini si rese conto della gravità del momento – lui stesso definì la sua una «diabolica missione» – e fece pressioni per essere spostato a Vienna (lettera a Marco Antonio Michiel del 9 settembre 1795, Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, P.D., C.1438/38).
Rimasto a Parigi, tenne costantemente informati Collegio e Inquisitori di Stato sulla situazione politica ed economica in Francia. Segnalò l’arrivo di emissari cesarei a Parigi per trattare l’annessione della Repubblica di Venezia all’Impero (10 gennaio 1796; I dispacci..., 2006, I, p. 187), ben prima dei preliminari di Leoben (18 aprile 1797), non gli sfuggì l’invio di una commissione francese in Italia con il compito «di poter spogliare con scelta, ed intelligenza di tutti li migliori monumenti dell’arte, delle scienze, e dell’antichità» i luoghi occupati dalle armate (22 maggio 1796; ibid., p. 288). Tentò di corrompere un membro del Direttorio, verosimilmente Paul Barras, e per questo, pochi mesi dopo il suo ritorno a Venezia (luglio 1797), fu imprigionato a Milano e liberato grazie alle pressioni del fratello Andrea, allora trasferitosi a Vienna (marzo 1798). Caduta la Serenissima, collaborò con l’amministrazione francese, in particolare nel delicato ruolo di prefetto del Dipartimento del Reno. Fu parte attiva del comitato che ricevette a Venezia il viceré Eugenio di Beauharnais (3 febbraio 1806) e organizzò il ballo al teatro La Fenice per Napoleone Bonaparte imperatore (14 dicembre 1807).
In egual misura, con l’amministrazione austriaca ebbe cariche di responsabilità: consigliere del Magistrato camerale (27 settembre 1798), sovrintendente generale interino (7 giugno 1799); consultore presso il governo di Venezia (16 luglio 1800), consigliere di Stato (8 dicembre 1807 e 10 ottobre 1809), membro della Commissione di liquidazione dei crediti dipendenti dalle armate austriache (8 dicembre 1814), membro della Commissione diplomatica al Congresso di Vienna (8 maggio 1818), Consigliere intimo attuale (1818-20), imperial regio ciambellano (1820). Gli fu riconosciuto il titolo comitale, ma solo di nomina imperiale, per cui trovò modo di ricordare le origini della famiglia modificando il cognome in Querini Stampalia (13 novembre 1819, Archivio di Stato di Venezia, Commissione Araldica, b. 118/153).
Morì a Venezia il 29 maggio 1834.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, regg. 65, c. 303r; 96, c. 257v; 132, n. 5064; I.R. Commissione Araldica, b. 118/153, nn. 3667, 3708, 7651; Inquisitori di Stato, bb. 195, nn. 388, 403; 411; Notarile. Atti, regg. 11509, cc. 1104v-1105v; 11514, cc. 1615v-1616r; Notarile. Testamenti, b. 1060/39; Segretario alle Voci. Pregadi, reg. 26, c. 54; Senato. Corti. Deliberazioni, ff. 472 (7 marzo 1795); 473 (13 e 22 maggio 1795); 474 (10 giugno 1795; 25 luglio 1795); 475 (1°, 14, 22 agosto 1795); 476 (5, 19, 26 settembre 1795); 477 (3 ottobre, 20 novembre 1795); 478 (5, 19, 23 dicembre 1795; 2, 9, 16, 23 gennaio 1796); 479 (6, 13, 20 febbraio 1796); 480 (5, 12, 19 marzo 1796; 2, 9, 15, 22, 30 aprile 1796; 7, 14, 21, 28 maggio 1796); 481 (18 giugno, 9 e 16 luglio 1796); 483 (22, 29 ottobre e 5 novembre 1796); Senato. Dispacci. Costantinopoli, f. 223, c. 1v; Senato. Dispacci. Francia, ff. 267 s.; Venezia, Archivio storico del Patriarcato, Chiesa S. Maria Formosa. Battesimi, reg. 12, c. 156; Biblioteca del Civico Museo Correr, Cicogna, 2503 (=516): M. Barbaro, Discendenze patrizie, VI, cc. 168v-169r; P.D., C.496/26; C.1438/38; Venier, 104: Consegi... (4 settembre e 20 dicembre 1783; 17 gennaio 1784; 5 giugno e 31 dicembre 1785); 105 (30 dicembre 1786; 15 marzo e 31 dicembre 1787; 31 marzo e 31 dicembre 1788; 31 dicembre 1789; 31 dicembre 1790); 106 (3 dicembre 1791; 30 marzo e 31 dicembre 1792; 30 marzo, 28 luglio, 17 e 29 agosto, 29 dicembre 1793; 31 dicembre 1794).
G. Soranzo, Bibliografia veneziana..., Venezia 1885, pp. 507, 558; L. Antonielli, I prefetti dell’età napoleonica, Bologna 1983, pp. 398-401; Archivio privato [...] Querini Stampalia..., a cura di D.V. Carini Venturini - R. Zago, Venezia 1987, ad ind.; I Querini Stampalia..., a cura di G. Busetto - M. Gambier, con saggi di R. Derosas, R. Zago et al., Venezia 1987, pp. 21-23, 59, 71, 113, 153, 242-244; R. Targhetta, La massoneria veneta..., Udine 1988, pp. 149, 207; E. Dal Carlo, Un nobile veneziano nella Parigi del Direttorio: A. Q., in Studi Veneziani, n.s., XXX (1995), pp. 237-268; P. del Negro, La fine della repubblica aristocratica, in Storia di Venezia, VIII, Roma-Venezia 1998, ad ind.; A. Querini, I dispacci..., a cura di G. Ferri Cataldi - A. Gradella, con saggi di A. Fancello et al., Venezia 2006; F. Lippomano, Lettere familiari ad A. Q..., a cura di G. Ferri Cataldi, Roma 2008; A. Zorzi, Napoleone a Venezia, Milano 2010, pp. 11, 33, 64-67, 136, 147, 181; A. Bernardello, Quel dodici maggio. Venezia 1797, in Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, 2013-2014, vol. 172, p. 101.