ALYPOS (῎Αλυπος)
Scultore greco di Sicione, scolaro di Naukides di Argo, fratello di Policleto (Paus., vi, 1, 3), A. fu uno dei numerosi artisti della cerchia policletea e la sua attività si svolse verso la fine del V sec. a. C. e, probabilmente, anche nei primi anni del IV. Conosciamo le sue opere solo attraverso la tradizione letteraria. Fu uno dei collaboratori al grande donario dedicato dagli Spartani a Delfi in ricordo della vittoria di Egospotami (405 a. C.), nel quale A. eseguì le statue di sette condottieri spartani. Si sono ritrovati a Delfi i blocchi di base, con iscrizioni, riferentisi ai navarchi Autonomo di Eretria, Apollodoro di Trezene e Teopompo di Melos, vale a dire tre dei condottieri effigiati da Alypos. La statua di Teopompo aveva la base in comune con quella del navarca Aiantides di Mileto che apparteneva a un'altra serie di condottieri, opera di Tisandros. Su questa base comune è incisa anche la firma di Alypos. Le tracce dei piedi delle statue mostrano diverse ponderazioni: quella di Autonomo ricorda la ponderazione del Doriforo di Policleto: restano anche gli incassi delle lance, cui i condottieri si appoggiavano. A. esegui poi, ad Olimpia, statue di atleti, tre delle quali sono ricordate da Pausania (vi, 1, 3) presso il tempio di Hera, e precisamente la statua del lottatore Simmaco eleo e quelle di Neolaidas di Feneo e Archidamos eleo, vincitori rispettivamente nel pugilato e nella lotta dei fanciulli. Una quarta statua è quella di Euthumenes, vincitore nella lotta dei fanciulli, anch'essa ricordata da Pausania (vi, 8, 5) in Olimpia. Ad A. il Picard pensa di poter riferire alcuni bronzi di scuola post-policletea come l'Atleta del Louvre e quello del museo di Berlino.
Bibl: J. Overbeck, Schriftquellen, pp. 979, 1002; W. Klein, Gesch. gr. Künstler, II, Lipsia 1907, p. 328 ss.; W. Amelung, in Thieme-Becker, I, 1907, s. v.; Fouilles de Delphes, III, I, pp. 32 (55, 56, 57, fig. 12), 35 (61, 62, fig. 13), 37 (64, 65, fig. 15); Ch. Picard, Manuel, II, Parigi 1939, pp. 649, 652, 654; id., IVe sièc., I, pp. 261, n. 3, 264, 266, 301, 313, 318; I. Marcadé, Rec. de signatures des sculpt. grecs, Parigi 1953.