MASSI, Amadore
– Nato a Forlì da Giacomo e da Lucia, fu battezzato il 13 apr. 1595 nell’abbazia cittadina di S. Mercuriale.
Svolse l’apprendistato nella stamperia forlivese di F. Soriani (allora unica tipografia cittadina), come attesta la sottoscrizione degli Statuta Civitatis Forolivii, stampati nel 1616: «Impressa Forolivii apud Franciscum Sorianum impress. pub. Opera Amadoris Massae. MDCXVI. Superiorum permissu». Non ci sono altre notizie sull’attività del M. a Forlì; nel 1636 a Firenze iniziò la sua attività imprenditoriale in società con Lorenzo Landi: sono di quest’anno tre pubblicazioni che recano la sottoscrizione «Ex typographia Amadoris de Massis, et Landi de Landis». Alla prevalente attività di tipografi i due soci affiancarono quella di librai, che fu seguita in particolare da Landi, mentre il M. si occupò della stamperia. Del 1641 è una supplica che il M. e Landi indirizzarono al granduca Ferdinando II de’ Medici per aprire una succursale a Pisa, dove da sei anni mancava una stamperia. I due soci chiesero una privativa decennale che vietasse l’impianto di altre tipografie nella città e la ottennero su parere favorevole del senatore Tommaso Canigiani, incaricato di verificare le credenziali del Massi. Tra il 1643 e il 1645 il M. e Landi stamparono contemporaneamente a Firenze e a Pisa. Grazie ai fruttuosi contatti con l’ambiente dello Studio, il M. impresse un’opera scientifica di valore internazionale, il De sphaera et solidis sphaeralibus libri duo in quibus Archimedis doctrina de sphaera et cylindro denuo componitur di Evangelista Torricelli (1644), che nel 1642 era succeduto a Galileo Galilei nelle cariche di matematico granducale e di professore di matematica nello Studio di Pisa.
L’intraprendenza del M. lo portò ad aprire, questa volta da solo, una succursale o un semplice recapito anche a Roma; con la sottoscrizione «Romae, et Florentiae, typis Amatoris Massae», pubblicò le opere di due autori gesuiti: le Orationes di Bernardino Stefonio (1647) e le Deliciae sacrae di Jakob Bidermann (1649). La società Massi - Landi durò fino al 1648, anno della morte di Landi. Il M. proseguì da solo l’attività tipografica fino al 1653, mentre Michele Landi, il figlio di Lorenzo, lo affiancò in quella di libraio.
In quegli anni il M. operò sul mercato anche in qualità di editore come dichiarano le formule di sottoscrizione «Appresso Amadore Massi» oppure «Per Amadore Massi da Furlì». Nel 1653 cedette l’intera azienda a Michele Landi: l’anno successivo i Discorsi sacri di Agostino Coltellini videro la luce con la sottoscrizione «Nella stamperia dei Landi, 1654».
Non sono noti la data e il luogo di morte del M., che presumibilmente avvenne a Firenze non molto discosto da quest’ultima data.
La produzione tipografica del M., ammontante a circa 160 edizioni, fu eccezionalmente copiosa per la situazione editoriale fiorentina del XVII secolo. Orientata verso pubblicazioni di carattere ecclesiastico ed encomiastico, attraversò specialmente alcuni filoni, come le raccolte poetiche e i testi legati alle rappresentazioni teatrali. Il M. e Landi seppero infatti legare le proprie fortune a intellettuali e letterati di primo piano. Tra le prime opere stampate nel 1637 figura La Tersicore di Alessandro Adimari, cui seguirono dello stesso autore tre raccolte di sonetti: La Clio (1639), La Melpomene (1640) e La Calliope (1641). Altro fruttuoso sodalizio fu quello con la cantante, attrice e scrittrice romana Margherita Costa, che prima di trasferirsi a Parigi fu attiva a Firenze sotto la protezione del granduca Ferdinando II. Della Costa, nel 1640 uscirono dai torchi del M. due eleganti prime edizioni: La selva di cipressi e Flora feconda, dedicata al granduca; nel 1641 seguì Li buffoni, comedia ridicola di Margherita Costa romana a Bernardino Ricci cavaliero del piacere detto il Tedeschino (l’attore Bernardino Ricci, così cognominato), opera teatrale con cui l’attrice riscosse largo successo. Di lunga durata fu la collaborazione del M. con il letterato Paganino Gaudenzi, di cui tra il 1637 e il 1645 pubblicò ben tredici opere. Altro filone è quello storico: il M. stampò autori quali Marcello Benci, Jeronimo Conestaggio e ben sei opere, tra il 1641 e il 1647, di Scipione Ammirato. Di particolare valore culturale è l’edizione, in tre eleganti volumi in quarto, delle Istorie fiorentine di Ammirato Con l’aggiunte di Scipione Ammirato il Giovane (pseudonimo di Cristoforo del Bianco), per la pubblicazione delle quali il M. si valse della collaborazione del tipografo fiorentino Batista Landini. Cristoforo del Bianco prese servizio nello studio di Ammirato ad appena sedici anni, e dopo la morte del maestro (1601) per quasi mezzo secolo continuò a lavorare alle sue opere aggiungendovi notizie nuove. Altro merito del M. è quello di aver dato alle stampe la prima gazzetta fiorentina: tra il 1641 e il 1642, negli stessi anni in cui a Napoli, Torino e Genova vedevano la luce le prime gazzette periodiche a stampa, i soci M. e Landi stamparono un foglio periodico di notizie nel formato in folio, di due carte, provenienti da Venezia, Genova, Colonia e Anversa. Per la realizzazione dei frontespizi di alcune opere il M. si valse della collaborazione di un artista e incisore di valore come Stefano Della Bella; alcuni sembrano ricavati da intagli del M. stesso, che vi appose le proprie iniziali.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Forlì, S. Mercuriale, Battesimi, vol. C, ad diem; Arch. di Stato di Firenze, Auditore poi Segretario delle riformagioni, filza 40: Negozi degli anni 1640-42, cc. 378 s.; Arch. di Stato di Pisa, Comune, filza 48; Firenze, Biblioteca nazionale, Poligrafo Gargani, nn. 1251-1253; L. Servolini, Un tipografo del Seicento: A. M., in Accademie e Biblioteche d’Italia, n.s., XIX (1951), pp. 207-226; G.M. Pugno, Trattato di cultura generale nel campo della stampa, IV, Torino 1967, pp. 33, 106; M.A. Morelli, Gli inizi della stampa periodica a Firenze nella prima metà del XVII secolo, in Critica storica, VII (1968), pp. 289-292; M. Infelise, Prima dei giornali. Alle origini della pubblica informazione, Roma-Bari 2002, p. 85; M.E. Cosenza, Biographical and bibliographical dictionary of the Italian printers and of foreign printers in Italy, Boston 1968, p. 375.