Amalrico
Amanuense della prima metà del sec. 9°, il cui nome compare nel colophon della Bibbia detta di Alcuino, conservata nel Tesoro del Duomo di Monza (gi'a Bibl. Capitolare, G 1/1). A. si firma alla c. 395v in una breve composizione di tre versi: "Hos tandem dignos capiens in dextera libros / Exiguus Christo devotus famulus almo / Amalricus calamum atque hic sua otia fregit". Composta da più mani in una chiara minuscola carolina e riccamente miniata, la Bibbia è comunemente riferita, per ragioni stilistiche e paleografiche, allo scriptorium di Saint-Martin di Tours, in un periodo collocato, in base agli studi più recenti, subito dopo la morte di Alcuino nell'804. Oltre a una serie di iniziali miniate la Bibbia contiene quattro tavole dei Canoni, realizzate a piena pagina in uno stile strettamente imparentato con altri codici dell'età di Alcuino, ma rispetto a questi caratterizzato dalla tendenza a una maggiore resa plastica e naturalistica.
L'A. della Bibbia monzese è probabilmente da identificare con un Amalrico che compare nell'elenco dei monaci di Tours stilato nell'820 ca., forse lo stesso Amalrico documentato nell'845 come magister scholae in Saint-Martin di Tours, che divenne arcivescovo della città nell'849.
Bibliografia
Fonti:
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Letteratura critica:
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