Aman
Ministro del re persiano Serse (ma Assuero nella Vulgata; v. ASSUERO), che era chiamato l'agaghita o agageo perché proveniente da Agazi, distretto della Media (Esth. 3-7). Adirato contro il giudeo Mardocheo, cugino di Ester, sposa del re (Mardocheo ha salvato la vita di Assuero, sventando una congiura) perché questi gli rifiuta gli onori, ottiene un decreto di morte per i Giudei deportati in Babilonia; ma Ester rivela al re le iniquità del ‛ superbo ' Aman, che è condannato a essere appeso allo stesso legno che egli aveva destinato al giusto Mardoceo: cfr. Pg XVII 25-30, dove la morte di A. è una delle tre visioni estatiche di iracondia punita che D. riceve al termine del terzo girone. Non è nel racconto biblico la rappresentazione ‛ figurativa ' del supplizio di A. al cospetto del re, di Ester e di Mardocheo, come in D.; questi ha riassunto l'episodio in una scena fondamentale, ricca di forti tonalità: un crucifisso, dispettoso e fero / ne la sua vista, e cotal si moria, centrata sull'orgogliosa violenta figura del condannato, conservata fino alla morte.
Nell'episodio biblico A. impersona, più che l'ira in sé (" iratus est valde ", Esth. 3, 5), l'odio antigiudaico dei popoli pagani, e in particolare l'oppressione babilonese contro Israele, ma a D. premeva piuttosto, scegliendo questo episodio, di porre in luce la proterva superbia e l'irosità del personaggio come risultano dalle due espressioni ricordate (‛ superbo ' e ‛ irato '). Il Poletto ha inteso sottolineare una contraddizione tra il racconto biblico (che fa morire A. di impiccagione) e la rappresentazione dantesca; ma D. è stato attirato soprattutto da un passo della Vulgata (dove si parla tre volte di crux), e in particolare dal passo " iussit excelsam parari crucem " (Esth. 5,14), dove s. Girolamo aveva tradotto con " crux " la parola greca ξύλον. Singolare la circostanza che nel racconto biblico A. non affronta affatto la morte con aspetto sprezzante e superbo, ma muore dopo aver invano implorato il perdono di Ester. Non è peraltro escluso che D. attinga a qualche epitome o narrazione leggendaria medievale.