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AMANTEA

di Ernesto PONTIERI - Roberto ALMAGIA - Enciclopedia Italiana (1929)
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AMANTEA (A. T., 27-28-29)

Ernesto PONTIERI
Roberto ALMAGIA

Comune della provincia di Cosenza, distante 52 km. dal capoluogo, sul Mar Tirreno, lungo la ferrovia Battipaglia-Reggio. La parte antica dell'abitato non sorge tuttavia sulla spiaggia, ma sui fianchi di una collina isolata, tra il mare e la Fiumara di Amantea, al sommo della quale sono le rovine di un castello distrutto dai Francesi nel 1807; di recente, peraltro, il centro si è esteso in piano, verso mezzogiorno e verso sud-ovest, in direzione della stazione ferroviaria. Alla fine del sec. XVI Amantea aveva oltre 5000 ab., ma i gravissimi danni subiti in seguito ai terremoti del 1637-38 ridussero la popolazione a meno della metà (448 fuochi, cioè 1200-2300 ab., secondo la numerazione del 1669). Alla fine del sec. XVIII, la popolazione era presso a poco la stessa. Nel 1861 il comune aveva 4077 ab., nel 1881, 4646, nel 1901, 5381 e nel 1921 ne aveva 6297, dei quali 3299 nel capoluogo e 2998 sparsi nelle campagne, che risultano perciò assai fittamente popolate. Il terremoto del 1905 la danneggiò pure assai. Tra i suoi edifici è notevole la chiesa degli Osservanti (sec. XV) e quella dell'Immacolata, dove si conservano alcune sculture di Antonello Gagini e della sua scuola.

ll vasto territorio comunale (circa 30 kmq.) è in buona parte coltivato; ma la coltura un tempo più importante, quella del gelso, che alimentava l'allevamento del baco da seta, è decaduta. Amantea è servita dalla surricordata ferrovia tirrena della Calabria, che, mediante la diramazione Paola-Cosenza, serve anche alle comunicazioni col capoluogo della provincia; ma a questo A. è allacciata anche, attraverso la catena costiera, da una rotabile percorsa da servizio automobilistico.

Storia. - Alla sua felice situazione geografica, sul Tirreno, alle vie che la mettono in comunicazione con la valle del Crati e i paesi della Sila, Amantea deve la sua notevole importanza, soprattutto strategica, durante l'alto Medioevo. I Bizantini ne fecero una piazza forte, che fu un ostacolo insormontabile per i Longobardi di Benevento prima, di Salerno poi. Conquistata poi e tenuta per circa un secolo e mezzo dai Saraceni, Amantea, scelta a sede di un emiro, non fu soltanto un centro di rifornimento dei corsari, che durante il sec. IX, si spinsero fino a Salerno e a Napoli, ma anche un punto di collegamento di tutte le colonie saracene dell'Italia meridionale. E i Bizantini poterono riprenderla solo dopo l'884, quando in Italia venne Niceforo Foca, che da Amantea iniziò la riconquista bizantina dell'alta Calabria fino a Taranto.

Con la cacciata dei Saraceni cominciò pet Amantea un periodo di lento benessere. I Bizantini vi ricostruirono le fortificazioni, la elevarono a sede vescovile, che però, lungo il corso del sec. XI venne aggregata a Tropea. Ma, se il vescovato non fu più ripristinato, continuò tuttavia la prosperità di questa terra favorita da Normanni e Svevi, specialmente da Federico II. Legata perciò al nome ed alla memoria del grande imperatore, Amantea parteggiò per Manfredi e Corradino di Svevia, accogliendo tra le sue mura non pochi avversarî di Carlo d'Angiò in Calabria e sollevandosi violentemente contro di lui. Assediata da Pietro Ruffo, capitolò dopo due mesi di tenace resistenza (luglio-settembre 1269), seguita da feroci condanne ed esorbitanti taglie e confische.

Con la crisi che colpì il Mezzogiorno dai tempi di re Roberto in poi, Amantea decadde d'importanza e di popolazione. Alla metà del Cinquecento discese a 606 fuochi, dai 1093 dello scorcio del sec. XV, dai 1763 del 1405, dai 2050 del 1372, dai 2700 del 1282. Poté tuttavia salvarsi dalla infeudazione e conservare una forte coscienza civica ed un senso di libertà, che diede parecchie volte egregie prove. Fra l'altro, nel 1494, quando i suoi abitanti si sollevarono contro Carlo VIII, che li aveva infeudati ad un ignoto francese, tal Precy, e sostennero un assedio di più mesi. Più tardi, nel 1619, respinsero con le armi il duca di Belmonte, a cui il fisco spagnuolo aveva venduto Amantea, e sostennero per molti anni, presso i tribunali napoletani, la legittimità dei loro diritti, riconosciuti dalle stesse prammatiche vicereali. È poi del 1806 il famoso assedio che, oltre ad ispirare uno dei migliori romanzi di Nicola Misasi, è stato oggetto di accalorate rievocazioni, durante il Risorgimento, nell'Italia meridionale.

Insorta contro i Francesi di Giuseppe Bonaparte, Amantea assediata resistette valorosamente, dal luglio 1806 al gennaio 1807, per cedere soltanto quando la popolazione da 3 mila abitanti fu ridotta a soli 800, quando le case abbattute dal cannone e le terre e i paesi della contrada bruciati e saccheggiati ferocemente resero impossibile ogni difesa. Lasciò luminoso esempio di sé il De Michelis, uno dei più intrepidi difensori della cittadina, per i vibranti proclami che diresse al popolo calabrese.

Bibl.: M. Amari, Storia dei Musulmani di Sicilia, Firenze 1854-1872; id., La guerra del Vespro Siciliano, 9ª ediz., Milano 1886; L. Duchesne, in Mélanges Paul Fabre, Parigi 1901; G. Del Giudice, Codice diplomatico del regno di Carlo I e II d'Angiò, Napoli 1882-1902; G. Pardi, in Archivio stor. nap., 1922; O. Dito, La dimora degli Ebrei in Calabria e la storia calabrese, Rocca S. Casciano, s. a.; E. Pontieri, La Calabria del sec. XV e la rivolta di A. Centeglia, Napoli 1924; O. Mastroianni, Sommario della Cancelleria di Carlo VIII a Napoli, in Archivio stor. nap., XX; N. F. Faraglia, Il comune nell'Italia meridionale, Napoli 1883; J. Rambaud, Naples sous Joseph Buonaparte, Parigi 1911; S. Ferrari e C. Cesari, L'insurrezione calabrese e l'assedio di Amantea, in Memorie storico-militari, I (1911); G. B. Moscato, in Rivista stor. cal., XVII-XX (1895).

Vedi anche
Giuseppe Amantèa Fisiologo (Grimaldi, Cosenza, 1885 - Roma 1966), prof. univ. dal 1925, insegnò fisiologia umana e chimica fisiologica a Messina e a Roma. Socio corrispondente (1950) e poi nazionale (1962) dei Lincei. Delle sue ricerche, tutte ispirate a severo rigore scientifico, hanno avuto particolare notorietà quelle ... saraceni Denominazione generica degli Arabi nel Medioevo cristiano. Pare fosse in origine il nome di una popolazione (Σαρακηνοί) stanziata sulle coste del Golfo di ‛Aqaba, nella penisola del Sinai, esteso poi a designare l’intera stirpe degli Arabi nomadi e in genere i musulmani, specialmente quelli stanziati ... Regno di Napoli Entità statale sorta nel Mezzogiorno continentale alla fine del 13° sec., dopo la rivolta dei Vespri siciliani e il conseguente distacco della Sicilia. Angioini, aragonesi e asburgo Parte integrante del Regno di Sicilia durante l'età normanna e sveva, il R. di N. diventò entità a sé (1282) con Carlo ... Regno delle Due Sicilie Stato, costituito nel dicembre 1816, che restaurò l’autorità borbonica su tutta l’Italia meridionale, riunendo i Regni di Napoli e di Sicilia (➔ Napoli).
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Altri risultati per AMANTEA
  • Amantea
    Enciclopedia on line
    Comune della prov. di Cosenza (28,6 km2 con 13.704 ab. nel 2007). In posizione strategica, sul Tirreno, fu importante fortezza bizantina, inespugnabile ai Longobardi del ducato di Benevento (sec. 6°-8°). Durante l’occupazione saracena (fino all’884) fu base di rifornimento delle imprese corsare e sede ...
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