AMANZIA ('Αμανϑία, Amantia)
Antica città dell'Epirus Nova, indicata nella Tabula Peutingeriana (col nome di Amatria) a 30 miglia romane a sud di Apollonia, vicino alla regione dei Cersuni; possedeva un porto omonimo nell'interno del golfo di Aulon, o Valona, vicino a Oricon. Le sue rovine sono state identificate con resti di mura e di edifici greco-romani presso all'odierno villaggio albanese di Pljocia.
Come le altre città costiere vicine, doveva trarre gran parte del suo benessere dallo sfruttamento delle miniere dell'interno; i suoi abitanti, chiamati Amanzî (da non confondersi con gli Amantini illirici della Pannonia Inferiore), battevano moneta propria e si ritenevano discendenti dagli Abanti omerici dell'Eubea. Un vescovo della città prese parte al concilio di Serdica nel 347.
Un'altra città di nome A. è ricordata per la regione di Orestide, nell'interno della Macedonia.
Bibl.: Patsch, Das Sandschak Berat in Albanien (Schriften der Balkan-commission: Antiq. Abt., III), Vienna 1904, p. 24 segg.; Casson, Macedonia, Thrace and Illyria, Oxford 1926, p. 323; L. M. Ugolini, Albania antica, Roma 1927, p. 113.