AMARĀVATĪ
Ī Fu la capitale orientale degli Āndhra (v. Āndhra, epoca), o Sātavāhana; la sua importanza crebbe quando quei popoli persero i loro possedimenti occidentali. Il luogo della città, sulla sponda destra del fiume Kistna, è noto soprattutto grazie ad uno stūpa (v.) di grandi proporzioni che, secondo il Mañjushrīmūlakalpa (il libro della regola, che si fonda sul Mañjushrī, uno dei più celebri Bodhisattva tra i buddisti del N), dove è citato, conteneva le reliquie dello stesso Buddha. La fama del santuario attirava i pellegrini: il pellegrino cinese Hsiuan-chang lo visitò nel VII sec. e, sebbene in quel tempo numerosi conventi fossero stati già abbandonati, egli ne nomina ancora una ventina, abitati da un migliaio di monaci, sparsi in quella località.
Lo stūpa copriva una grande superficie di terreno (come testimoniano le fondazioni, unico elemento superstite) per un diametro di circa cinquecento metri. I bassorilievi che ornavano lo stūpa e la balaustra che gli correva intorno sono attualmente divisi tra il museo di Madras e il British Museum. Il loro esame ci consente di distinguere testimonianze di età diverse: le più antiche, riallacciantisi all'arte di Bharhut, verrebbero ascritte al II sec. a. C, e apparterrebbero a una prima balaustra. Rappresentano sia temi decorativi: ghirlande, loti, ecc., sia scene della vita del Buddha e delle sue esistenze anteriori. Ambedue i tipi di iconografia buddista vi figurano, e pertanto il Buddha è rappresentato sia mediante simboli che nella sua raffigurazione personale. Le composizioni sono spesso atteggiate secondo un movimento circolare e ricche di vita; le sagome slanciate sono improntate a grazia sobria e, dalla distinzione dei diversi piani, si ricava un accentuato effetto di profondità. Lo stile di questi bassorilievi fa da sutura tra l'arte di Sanchi e quella Gupta.
Bibl: J. Burgess, The Buddhist Stūpas of A. and Jaggayapeta, Londra 1887; Sivaramamurti, A. Sculptures in the Madras Government Museum, Madras 1942; D. Barrett, Sculptures from A. in the British Museum, Londra 1954; B. Rowland, The Art and Architecture of India2, Harmondsworth 1956, pp. 115-20.