amatore (amatrice; amadore, per influenza provenzale, frequente nella lirica due-trecentesca: cfr. per es. Chiaro Rime, ediz. Menichetti, glossario sub v.)
Nel comune significato di " amante ", in Rime XLII 13 a mia coscienza pare, / chi non è amato, s'elli è amadore, / che 'n cor porti dolor senza paraggio. Figurato in Cv III XI 5 Pittagora... disse sé essere... amatore di sapienza (la stessa espressione ritorna ancora due volte, nello stesso paragrafo); sempre con riferimento alla filosofia, ma in senso proprio in sede di paragone, in III XII 13 druda de la quale nullo amadore prende compiuta gioia. In senso generico in I X 6 lo naturale amore... muove l'amatore a tre cose. È variante di amore in III XI 5.
La forma femminile ricorre in Cv III XV 17, detto della Sapienza: innanzi che voi [uomini] foste, ella fu amatrice [fu sollecita, si prese cura] di voi, acconciando e ordinando lo vostro processo.